Massoneria & aeroporti 2/ La vendita dell’aeroporto di Fontanarossa per un ‘malomiliardo’: che miserabili bottegai!

26 novembre 2019

“La Procura avrà forse il suo bel lavoro. I Siciliani resistenti, di certo, non ci arrenderemo a quest’ennesima sceneggiata suicida inscenata nel teatro tragico di quest’Isola del Tesoro ridotta a Isola dei Poveri con record europei ormai ufficialmente certificati. Chi è causa del proprio male pianga se stesso. Altro che “attività commerciali non aviation”: bottegai!”

da Mario Di Mauro
di TerraeLiberAzione
riceviamo e pubblichiamo

“Fontanarossa”, No alla malaprivatizzazione!

I soci di S.A.C. – la s.p.a. “pubblica” che gestisce l’Aeroporto di Catania – nel luglio 2014 hanno deliberato, per la prima volta, la volontà di vendere tutto, “privatizzare”: puntando alla quotazione in Borsa. L’operazione abortì nelle nebbie della lunga faida che si scatenò nella “palude dei soci” per la “spartizione” del “Miliardo”. Ora, i “vincitori della faida”, ricominciano da zero, ma con una vendita all’Asta “UE” (ché in Cina, per esempio, un socio serio non lo trovi?).

Dopo la grande privatizzazione cuffariana delle Acque pubbliche (SiciliAcque: un regalo a ENEL&Bollorè, che solo TerraeLiberAzione ha denunciato, mentre accadeva, fin dal 2003!) – quella di “Fontanarossa” è la più grande privatizzazione dell’intera storia siciliana: e viene trattata come “Cosa Loro”.

L’ipocrita mantra liberista, da un trentennio, impone de facto le “privatizzazioni” e vieta gli “aiuti di Stato”. Non per le banche, però! Né per i grandi gruppi industrial-finanziari: altro che “aiuti di Stato”, hanno interi Stati al loro servizio!

Un recente “piano nazionale” prevedeva che “Fontanarossa” fosse “non strategico”, dunque declassabile, con conseguenze devastanti: ecco gli “aiuti di Stato”! Per non dire delle tariffe coloniali con le quali Alitalia – per mezzo secolo – ha fatto cassa con i sacrifici dei Siciliani, sabotando anche l’industria turistica! Altri “aiuti di stato”! Avaja!

Detto questo, non ci pare che gli investimenti realmente necessari allo sviluppo dell’Aeroporto di Catania  – (che crescerebbe perfino “da solo”, il Mondo ci cerca!) – abbiano problemi di sostenibilità finanziaria: gli ricordiamo, comunque, che esistono anche la B.E.I. (Banca Europea per gli Investimenti) e la C.D.P. (Cassa Depositi e Prestiti, che è stata consolidata dai cinesi “elettrici”): basta chiedere, provare, suonare un citofono!

Per non dire dell’art. 41 (senza bis) e dell’intero Titolo Quinto del nostro zombi Statuto di Autonomia: manco a parlarne! Né si può dire che a sostegno dell’Aeroporto non ci siano già investimenti pubblici per centinaia di milioni (nella Due Diligence si “venderanno” anche questi “aiuti di stato”: soldi e lavoro di Tutti).

In teoria “Fontanarossa” – che è la principale “industria strategica” siciliana e gode di ottima salute, perché il Mondo ci cerca! – è una infrastruttura a “padronanza pubblica”, dunque è “di tutti”. Per una serie di vicende la sua gestione è oggi controllata a larga maggioranza dalla neonata CamCom del Sud-Est (con quote minori al Comune e ad ex-Provincie regionali confluite nel caos “autonomistico” di una riforma amministrativa demenzial-populista alla “città metropolitana” o capoluogo; all’IRSAP, altro riciclaggio demenziale – delle ex-ASI – e pure “commissariato” dalla Regione).

Sia chiaro: la Legalità liberista permette la cessione di quote azionarie, senza limiti e a chiunque. Altra cosa sono i Consorzi, altra ancora le Public Company ecc. -. La Questione è Politica (quella vera, con la “P” maiuscola: che in Sicilia, comunque la si pensi, è del tutto inesistente: miseria della politica nella politica della Miseria!).

Il Mercato mondiale nell’Epoca del volo aereo è determinato da strategie politiche sofisticate sulle quali interi Stati investono con lungimiranza: gli Emiratini del Golfo, con un aeroporto e una compagnia aerea, in appena trent’anni, vi hanno costruito una Nazione! Qui si pensa solo a “privatizzare” e incassare il “Miliardo”: miserabili o cosa?. Perfino un diritto come le “tariffe calmierate” diventa oggetto di decennali inerzie e di propagande tardive.

Atterriamo! Scartata la quotazione in Borsa, la SAC (che ha cambiato “padrone”) ritorna alla carica nel 2018 puntando su una privatizzazione all’Asta Global.

Anche stavolta sarà necessario nominare un Advisor per la valutazione dell’Aeroporto (= Due Diligence). E siamo a oggi.

Intanto… abbiamo un treno 4.0 per il Mondo, e ci vendiamo le stazioni e i binari? Per dirne una: quanto alla copertura finanziaria degli sconticini – a pieno regime – costa quanto una compagnia aerea nostra, che però farebbe anche utili, oltre al vantaggio pazzesco che avremmo: ma agli indiani delle riserve basta buttare un pugno di perline colorate, mentre gli stanno “privatizzando” anche il Cielo.

Rinnovando la nostra opposizione strategica a questo tipo di “privatizzazioni”, insistiamo, realisticamente, su questa impostazione: dalla malaprivatizzazione si può uscire bene e senza “guerre civili” con un 49% a SAC (sa sbrogghjinu ntra iddhi)- 49% a un socio privato serio, che partecipi anche una Compagnia Aerea Siciliana, + un 2% pesantissimo, una GOLDEN SHARE, da conferire al presidente della Regione siciliana, chiunque esso sia, per mantenere il controllo pubblico di “Fontanarossa” con tutti i benefici del nuovo assetto societario. E’ difficile da capire?

E non ci si dica che “è troppo tardi”. Ancora non c’è niente, se non la miseria della politica che alimenta la politica della miseria: ricatti e minacce inclusi. La Procura avrà forse il suo bel lavoro. I Siciliani resistenti, di certo, non ci arrenderemo a quest’ennesima sceneggiata suicida inscenata nel teatro tragico di quest’Isola del Tesoro ridotta a Isola dei Poveri con record europei ormai ufficialmente certificati. Chi è causa del proprio male pianga se stesso. Altro che “attività commerciali non aviation”: bottegai!

 

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