Egregio onorevole Fava, i fondi per i disabili e, in generale, per le fasce deboli li ha tagliati lo Stato

15 novembre 2019

Lo abbiamo raccontato lo scorso anno. Quando, proprio per fare chiarezza sui fondi per la spesa sociale della Sicilia, abbiamo intervistato il vice presidente dell’ANCI Sicilia, Paolo Amenta. Che ha detto a chiare lettere che è lo Stato che ha tagliato i fondi per le fasce più deboli. Scaricando sulla Regione e sui Comuni costi che sarebbero a carico dello stesso Stato 

Dice il Parlamentare regionale, Claudio Fava:

“La Regione sta comunicando alle città metropolitane ed ai liberi consorzi siciliani che da gennaio non si farà carico dei finanziamenti per assicurare il servizio di assistenza igienico-personale nelle scuole per gli studenti con disabilità. È una scelta che appare scellerata e che avrà pesantissime ricadute sul diritto allo studio per migliaia di studenti e le loro famiglie. Le funzioni che attualmente vengono garantite da personale qualificato, con almeno 900 ore di corso di formazione, dovrebbero, secondo quanto previsto dalla Regione, essere svolte da personale interno alla scuola con una formazione limitata ad appena 40 ore e senza la certezza di poter garantire standard adeguati. Una situazione assolutamente inaccettabile che colpisce, come al solito, le fasce più deboli per fare cassa”.

Noi siamo d’accordo con Claudio Fava. Ma il parlamentare della sinistra lo sa come stanno veramente le cose e perché si è arrivati a questo?

Noi ci siamo occupati del taglio della spesa sociale della Sicilia il 7 Maggio dello scorso anno, intervistando il vice presidente dell’ANCI Sicilia (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani), Paolo Amenta, che si occupa proprio di questioni economiche e finanziarie, con riferimento alla finanza locale.

Cominciamo a rileggere insieme alcuni passi del nostro articolo:

“La Regione siciliana – spiega Paolo Amenta, vice presidente dell’ANCI

Sicilia – continua ad integrare, con propri fondi, attività che dovrebbero essere a carico dello Stato”.

Amenta, lo scorso anno, ha illustrato come stanno le cose. E ha precisato che, per i disabili, ci sono fondi nazionali e regionali.

“Per gli interventi nel sociale opera la legge nazionale numero 328 del 2000. Ebbene, ordinariamente, la legge nazionale numero 328 stanziava, per i servizi sociali della Sicilia, 150 milioni di euro per tre anni, da ripartire tra i cinquantacinque Distretti socio-sanitari della Sicilia”.

Perché “stanziava”?, abbiamo chiesto ad Amenta.

“Perché – ci ha risposto – lo stanziamento a valere sulla legge nazionale numero 328 in favore della Sicilia è stato ridotto da 150 milioni di euro ogni tre anni a 30 milioni di euro in tre anni”.

Ecco il seguito della nostra intervista dell’aprile dello scorso anno:

Scusi, è un taglio incredibile fatto sulla pelle dei più deboli: anziani malati, infanzia, disabili e disabili gravi. Chi è che deve intervenire al posto dello Stato?

“Gli enti locali se ne hanno la possibilità”.

E se gli enti locali siciliani – Regione e Comuni – possono integrare solo in parte questi 120 milioni di euro tagliati dallo Stato, o non li possono integrare affatto, che succede?

“Succede quello che sta succedendo: le categorie deboli che protestano legittimamente. Non si possono abbandonare gli ultimi. I tagli operati dallo Stato italiano in questo settore sono immorali, se non vergognosi. Faccio un esempio. Nella Finanziaria 2018 approvata qualche giorno fa il Governo e l’Ars hanno appostato 5 milioni di euro per destinarli a progetti individuali per i disabili. Il ‘famoso’ articolo 14 della legge nazionale 328 già da tempo avrebbe dovuto finanziare tali interventi. Ma non l’ha fatto. Ennesima dimostrazione – dopo le battaglie condotte per impegnare il Governo nazionale all’applicazione dell’articolo 14 della 328, con relative coperture finanziarie – che la Regione siciliana, ancora una volta, si sta sostituendo allo Stato”.

Solo che qui protestano contro la Regione siciliana. Qualcuno ha spiegato a Pif, che ha condotto una battaglia in favore dei disabili gravi della nostra Isola, che i tagli per i disabili gravissimi sono arrivati anche, anzi, soprattutto dallo Stato?

“Questo non lo so. Forse, quando Pif ha protestato con l’ex Presidente della Regione, Rosario Crocetta, avrebbe dovuto essere quest’ultimo a spiegare a Pif come stavano le cose”.

Perché non l’ha fatto?

“Questo non lo so: dovrebbe chiederlo all’ex Presidente Crocetta”.

Magari in quel momento Presidente del Consiglio era Matteo Renzi e Crocetta, che sperava di acciuffare un posto in lista nel PD alle elezioni politiche di due mesi fa, non ha detto nulla…

“Questo non lo so. Non entro in questi particolari”.

Tornando alla 328: con questa legge nazionale, o meglio, con 10 milioni all’anno per tre anni la Sicilia dovrebbe garantire tutti i servizi sociali?

“Non esattamente: ci sono altri fondi nazionali e i fondi regionali”.

Possiamo illustrare gli altri fondi nazionali? 

“C’è il Fondo nazionale per la Non autosufficienza. Ammontava a circa un miliardo di euro per tutte le Regioni italiane. Ed è stato ridotto a 460 milioni di euro”.

Anche in questo caso una riduzione?

“Purtroppo sì”.

Quanto arriva alla Sicilia dal Fondo nazionale per la Non autosufficienza?

“Poco più di 35 milioni di euro all’anno”.

E poi che c’è?

“Poi c’è il Fondo nazionale per i disabili gravissimi”.

Quanto arriva alla Regione siciliana da questo Fondo per i disabili gravissimi?

“Da 70 a 80 milioni di euro all’anno”.

Alla fine quanto si spenderà, in un anno, per i disabili gravissimi della Sicilia?

“Il conto è presto fatto: basta sommare i 35 milioni di euro del Fondo per la Non autosufficienza, i 70-80 milioni di euro per i disabili gravissimi e i 220 milioni di euro della Regione siciliana”.

Praticamente oltre 300 milioni di euro all’anno. I due terzi di questi fondi li pagherà la Regione siciliana, mentre lo Stato interverrà per un terzo. 

“L’ho detto e lo ribadisco: la Regione siciliana continua ad integrare, con propri fondi, attività che dovrebbero essere a carico dello Stato. Fermo restando che i disabili vanno assistiti, va detto che se il Governo nazionale ha competenza in questo settore deve garantire le coperture finanziarie. Perché, alla fine, questo gioco a scaricabarile sta devastando il sistema dei territori della Sicilia, a partire dai Comuni, fino ad arrivare alle Province e alla stessa Regione”.

Di fatto, è stata caricata sui siciliani che pagano le tasse anche la parte della spesa sociale che era a carico dello Stato? 

“Praticamente è così”.

Cosa pensa del fatto che, ogni mese, questi fondi dovranno essere erogati alle famiglie dei disabili gravissimi?

“E’ una decisione che ha adottato il passato Governo regionale di Rosario Crocetta. Una scelta che imporrà agli uffici della Regione di effettuare controlli”.

Perché?

“Per verificare che questi soldi – che non sono pochi – vengano effettivamente spesi per questi tredicimila disabili gravissimi. Detto questo – ed è il mio pensiero – sarebbe stato preferibile fornire a questi disabili i servizi di elevata qualità svolti da figure professionali di alto livello per ventiquattr’ore al giorno. Proprio per evitare che parte di queste risorse venga impiegata per altri fini”.

Per concludere torniamo alla solita domanda: com’è che nessuno chiede conto e ragione al Governo nazionale dei tagli alle categorie deboli e del fatto che a pagare sono gli enti locali siciliani?

“Io queste cose le denuncio da tempo. In solitudine, già qualche anno fa, ho stigmatizzato il fatto che sono state caricate sui Comuni siciliani spese per i minori non accompagnati extracomunitari che spettano allo Stato. Intanto lo Stato continua a fare il gioco delle tre carte. Lo sapete da dove Roma ha preso i fondi per il Reddito di inclusione? Li ha tolti dal Fondo per la disoccupazione e dalla citata legge nazionale 328”.

Ci sta dicendo che il Governo Gentiloni – quello che “sta governando bene” – ha tolto i soldi agli anziani malati, all’infanzia e ai disabili gravi per istituire il Reddito di Inclusione del quale tanti esponenti del PD si vantano in TV?

“Parlano i numeri”.

E chi glielo dice ora a Pif?

“Diteglielo voi”.

Egregio onorevole Fava, lungi da noi la difesa del Governo Musumeci. Ma visto che Lei è un parlamentare regionale, è bene che sappia che i tagli alle fasce più deboli della Sicilia li ha fatti il Governo nazionale di Paolo Gentiloni: tagli che sono stati confermati dal Governo di grillini e leghisti. 

Siamo in attesa di sapere cosa farà l’attuale Governo nazionale di PD, grillini, Italia Vera di Renzi e Liberi e Uguali.

L’importante, onorevole Fava, è sapere come stanno le cose.

Ah, dimenticavamo: certe competenze, onorevole Fava, sono delle Province, oggi ribattezzate pomposamente Città metropolitane di Palermo, Catania e Messina, mentre le restanti sei Province le chiamano liberi consorzi. Peccato che il Governo Renzi – sempre del PD, come il Governo Gentiloni – non solo ha appioppato un assurdo prelievo annuo alle ex Province, ma gli ha anche tolto i fondi RC Auto, circa 220 milioni di euro all’anno.

Forse è per questo che le ex Province siciliane sono senza soldi. Non crede?

 

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