Paolo Amenta: “Su disabili gravi e spesa sociale i fondi li ha tagliati lo Stato”

7 maggio 2018

Sulla spesa sociale per le categorie deboli il Governo nazionale taglia e carica tutto sulle spalle degli ignari contribuenti siciliani. “La Regione siciliana – spiega Paolo Amenta, vice presidente dell’ANCi Sicilia – continua ad integrare, con propri fondi, attività che dovrebbero essere a carico dello Stato. Anche sui disabili gravi lo scenario è questo”. Facciamo un po’ di chiarezza sui ‘numeri’, dopo le polemiche dei giorni scorsi  

“Volete sapere qual è la verità? Ebbene, la verità è che la Regione siciliana continua ad integrare, con propri fondi, attività che dovrebbero essere a carico dello Stato. Anche sui disabili gravi lo scenario è questo”.

A parlare a Paolo Amenta, vice presidente dell’ANCI Sicilia (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani). Abbiamo chiesto ad Amenta ‘lumi’ su questa storia dei disabili gravissimi, dopo le polemiche scaturite dalla frase poco felice del Presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci.

Non abbiamo deciso di intervistare il vice presidente dell’ANCI Sicilia per caso: Amenta, infatti, si occupa da anni di finanza locale e, su tale materia, è lui che, spesso, ha trattato e tratta con lo Stato per conto dei Comuni dell’Isola.

Cominciamo con le parole del Presidente Musumeci.  

“Il Presidente della Regione – ci dice Amenta – si è espresso in modo infelice. Ha posto male una questione che andava affrontata in modo diverso. Forse il Presidente Musumeci, prima di cimentarsi in un argomento così delicato, avrebbe fatto bene a consultarsi con gli uffici”.

Fa riferimento al numero in effetti un po’ elevato di disabili gravissimi? Circa tredicimila. Secondo lei è possibile che, in Sicilia, ci siano tutti questi disabili gravissimi? Uno ogni 390 abitanti circa…

“Questo non lo so. Ma so che il Presidente della Regione siciliana ha gli strumenti per effettuare questa verifica. Che significa certificare il livello di gravità di questi disabili”.

Da quello che abbiamo capito, anche in questo settore interventi che sono sempre stati in buona parte a carico dello Stato sono stati scaricati, in buona parte, sui conti della Regione. E così?

“Purtroppo è così”.

Possiamo fare chiarezza su questo punto? Sa, un ex parlamentare nazionale del centrodestra eletto in Sicilia sostiene che gli interventi per i disabili gravi sono tutti a carico della Regione siciliana…

“Si sbaglia: intervengono entrambi, Stato e Regione siciliana”.

Cominciamo con i fondi dello Stato. 

“Per gli interventi nel sociale opera la legge nazionale numero 328 del 2000. Ebbene, ordinariamente, la legge nazionale numero 328 stanziava, per i servizi sociali della Sicilia, 150 milioni di euro per tre anni, da ripartire tra i cinquantacinque Distretti socio-sanitari della Sicilia”.

Perché “stanziava”?

“Perché lo stanziamento a valere sulla legge nazionale numero 328 in favore della Sicilia è stato ridotto da 150 milioni di euro ogni tre anni a 30 milioni di euro in tre anni”.

Scusi, è un taglio incredibile fatto sulla pelle dei più deboli: anziani malati, infanzia, disabili e disabili gravi. Chi è che deve intervenire al posto dello Stato?

“Gli enti locali se ne hanno la possibilità”.

E se gli enti locali siciliani – Regione e Comuni – possono integrare solo in parte questi 120 milioni di euro tagliati dallo Stato, o non li possono integrare affatto, che succede?

“Succede quello che sta succedendo: le categorie deboli che protestano legittimamente. Non si possono abbandonare gli ultimi. I tagli operati dallo Stato italiano in questo settore sono immorali, se non vergognosi. Faccio un esempio. Nella Finanziaria 2018 approvata qualche giorno fa il Governo e l’Ars hanno appostato 5 milioni di euro per destinarli a progetti individuali per i disabili. Il ‘famoso’ articolo 14 della legge nazionale 328 già da tempo avrebbe dovuto finanziare tali interventi. Ma non l’ha fatto. Ennesima dimostrazione – dopo le battaglie condotte per impegnare il Governo nazionale all’applicazione dell’articolo 14 della 328, con relative coperture finanziarie – che la Regione siciliana, ancora una volta, si sta sostituendo allo Stato”.

Solo che qui protestano contro la Regione siciliana. Qualcuno ha spiegato a Pif, che ha condotto una battaglia in favore dei disabili gravi della nostra Isola, che i tagli per i disabili gravissimi sono arrivati anche, anzi, soprattutto dallo Stato?

“Questo non lo so. Forse, quando Pif ha protestato con l’ex Presidente della Regione, Rosario Crocetta, avrebbe dovuto essere quest’ultimo a spiegare a Pif come stavano le cose”.

Perché non l’ha fatto?

“Questo non lo so: dovrebbe chiederlo all’ex Presidente Crocetta”.

Magari in quel momento Presidente del Consiglio era Matteo Renzi e Crocetta, che sperava di acciuffare un posto in lista nel PD alle elezioni politiche di due mesi fa, non ha detto nulla…

“Questo non lo so. Non entro in questi particolari”.

Tornando alla 328: con questa legge nazionale, o meglio, con 10 milioni all’anno per tre anni la Sicilia dovrebbe garantire tutti i servizi sociali?

“Non esattamente: ci sono altri fondi nazionali e i fondi regionali”.

Possiamo illustrare gli altri fondi nazionali? 

“C’è il Fondo nazionale per la Non autosufficienza. Ammontava a circa un miliardo di euro per tutte le Regioni italiane. Ed è stato ridotto a 460 milioni di euro”.

Anche in questo caso una riduzione?

“Purtroppo sì”.

Quanto arriva alla Sicilia dal Fondo nazionale per la Non autosufficienza?

“Poco più di 35 milioni di euro all’anno”.

E poi che c’è?

“Poi c’è il Fondo nazionale per i disabili gravissimi”.

Quanto arriva alla Regione siciliana da questo Fondo per i disabili gravissimi?

“Da 70 a 80 milioni di euro all’anno”.

Alla fine quanto si spenderà, in un anno, per i disabili gravissimi della Sicilia?

“Il conto è presto fatto: basta sommare i 35 milioni di euro del Fondo per la Non autosufficienza, i 70-80 milioni di euro per i disabili gravissimi e i 220 milioni di euro della Regione siciliana”.

Praticamente oltre 300 milioni di euro all’anno. I due terzi di questi fondi li pagherà la Regione siciliana, mentre lo Stato interverrà per un terzo. 

“L’ho detto e lo ribadisco: la Regione siciliana continua ad integrare, con propri fondi, attività che dovrebbero essere a carico dello Stato. Fermo restando che i disabili vanno assistiti, va detto che se il Governo nazionale ha competenza in questo settore deve garantire le coperture finanziarie. Perché, alla fine, questo gioco a scaricabarile sta devastando il sistema dei territori della Sicilia, a partire dai Comuni, fino ad arrivare alle Province e alla stessa Regione”.

Di fatto, è stata caricata sui siciliani che pagano le tasse anche la parte della spesa sociale che era a carico dello Stato? 

“Praticamente è così”.

Cosa pensa del fatto che, ogni mese, questi fondi dovranno essere erogati alle famiglie dei disabili gravissimi?

“E’ una decisione che ha adottato il passato Governo regionale di Rosario Crocetta. Una scelta che imporrà agli uffici della Regione di effettuare controlli”.

Perché?

“Per verificare che questi soldi – che non sono pochi – vengano effettivamente spesi per questi tredicimila disabili gravissimi. Detto questo – ed è il mio pensiero – sarebbe stato preferibile fornire a questi disabili i servizi di elevata qualità svolti da figure professionali di alto livello per ventiquattr’ore al giorno. Proprio per evitare che parte di queste risorse venga impiegata per altri fini”.

Per concludere torniamo alla solita domanda: com’è che nessuno chiede conto e ragione al Governo nazionale dei tagli alle categorie deboli e del fatto che a pagare sono gli enti locali siciliani?

“Io queste cose le denuncio da tempo. In solitudine, già qualche anno fa, ho stigmatizzato il fatto che sono state caricate sui Comuni siciliani spese per i minori non accompagnati extracomunitari che spettano allo Stato. Intanto lo Stato continua a fare il gioco delle tre carte. Lo sapete da dove Roma ha preso i fondi per il Reddito di inclusione? Li ha tolti dal Fondo per la disoccupazione e dalla citata legge nazionale 328”.

Ci sta dicendo che il Governo Gentiloni – quello che “sta governando bene” – ha tolto i soldi agli anziani malati, all’infanzia e ai disabili gravi per istituire il Reddito di Inclusione del quale tanti esponenti del PD si vantano in TV?

“Parlano i numeri”.

E chi glielo dice ora a Pif?

“Diteglielo voi”.

Noi no: magari glielo facciamo dire da Renzi e da Gentiloni…

Foto tratta da ibleinews.it

 

 

 

 

 

 

 

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