L’agricoltura siciliana tra confusione, speculazione e veleni. Si avvicina una tempesta?/ MATTINALE 453

11 novembre 2019

Chissà perché, ma noi notiamo un parallellismo metaforico (o quasi) tra l’allerta meteo di oggi lanciato dalla Protezione civile e il caos e la speculazione che oggi contraddistingue il mondo dell’agricoltura siciliana. Troppa confusione. Troppe speculazioni. Troppi dubbi sui prodotti. Eclatante, ad esempio, quello che succede con l’olio d’oliva. Ma non è il solo prodotto dove le ombre prevalgono sulle luci

Dicono che oggi in Sicilia arriverà una mezza tempesta. Piogge e possibili allagamenti. Nulla di nuovo. Anche se noi, in questo allerta meteo arancione lanciato dalla Protezione civile leggiamo quasi una metafora di quello che sta succedendo, da qualche tempo a questa parte, nell’agricoltura siciliana. Qualcosa, attenzione, che va al di là dei danni registrati qualche settimana fa, in provincia di Siracusa, a causa delle piogge. Noi, in questo caso, non ci riferiamo alla pioggia che arriva dal cielo, ma alla pioggia di prodotti agricoli, spesso di pessima qualità, che arrivano in Sicilia e, in generale, in Italia, da chissà dove.

Incredibile quello che è avvenuto a Siracusa e dintorni, provincia in queste settimane molto ‘gettonata’, anche se per fatti non certo piacevoli. Nei giorni scorsi abbiamo segnalato il paradosso: nell’area Aretusea, dove si producono i limoni considerati tra i migliori del mondo, le forze dell’ordine hanno sequestrato limoni trattati con sostanze cancerogene! 

Sempre tra gli agrumi abbiamo sottolineato la presenza di una distorsione di mercato sulle clementine: ovvero i prezzi stracciati delle primizie, che dovrebbero invece spuntare prezzi elevati appunto perché sono le prime clementine!

La la distorsione maggiore, per certi versi eclatante, si registra nell’olio d’oliva extra vergine: a fronte di una drastica riduzione della produzione di olive, con un prezzo che a ‘bocca di frantoio’ non dovrebbe scendere sotto gli 8 euro al litro, arrivano offerte che definire incredibili è poco.

“Come si fa ad acquistare un litro di olio d’oliva extra vergine a 2,79 euro?”, si chiede e chiede, giustamente, Cosimo Gioia? ha destato in noi molta amarezza la spiegazione che alcuni consumatori siciliani hanno dato allo stesso Cosimo Gioia:

“Ero in fila alla cassa del supermercato. Ho acquistato una bottiglia di questo olio d’oliva a 2,79 euro. Non sto a dirvi cosa penso dell’olio d’oliva extra vergine che ho acquistato, questo è un altro discorso. Davanti a me c’era una signora anziana che aveva fatto incetta di queste bottiglie d’olio d’oliva, diciamo extra vergine. Non ho aperto bocca. Ho solo sentito le parole di un’altra signora che le chiedeva: ‘Ma sei sicura della bontà di quest’olio? Prima di fare la scorta almeno informati’. La risposta della signora anziana che ha fatto incetta di queste bottiglie ha risposto: ‘Non mi interessa più nulla. So che costano poco e ne prendo un po’. Così risparmio. Questo mi posso permettere'”.

In tutto questo, casualmente, abbiamo scoperto che in Sicilia c’è un via vai di olio di palma. In tutti i prodotti dolciari, oggi, la scritta “Prodotto senza olio di palma” è quasi una medaglia al valore della produzione. E in Sicilia che succede? Importiamo olio di palma. Per fare che cosa? probabilmente per l’industria chimica, ci dicono.

Anche se il dubbio che ci possa essere un legame con l’olio d’oliva noi lo manifestiamo: un dubbio, per carità, solo un dubbio.

Purtroppo i nostri dubbi, sui prodotti agricoli che invadono le nostre vite, non si fermano qui. Il prezzo del grano duro del Sud Italia, è vero, è in risalita. Ma il grano estero che arriva con le navi è sempre in circolazione. Difficile, se non impossibile, oggi, difendersi dalle insidie del glifosato e, magari, delle micotossine.

Troppa confusione anche sul grano e, soprattutto, sulla pasta. Nell’aprile del 2017, per esempio, siamo rimasti basiti nel leggere che in Piemonte e in Lombardia si producono, rispettivamente, pasta con grano duro Senatore Cappelli e pasta di grano duro con grano Tumminia

Ora, di grazia, cosa ci fanno i grani duri antichi del Sud Italia a Torino e a Milano?

E dei carciofi egiziani e cinesi ne vogliamo parlare? In Sicilia eravamo abituati ai carciofi spinosi di Cerda, al carciofo violetto di Menfi, ai carciofi della Piana di Catania e, adesso, dobbiamo portare in tavola i carciofi egiziani e cinesi solo perché costano molto meno e i nostri agricoltori non trovano conveniente coltivarli?

Sul pomodoro di pieno campo, nemmeno a parlarne: ormai la passata di pomodoro cinese è la regola. Assistiamo alla riduzione della coltivazione del pomodoro in Italia per motivazioni legate alla logica economica: impossibile, per le aziende agricole italiane, pagare un operaio agricolo 80 euro al giorno, quando in Asia e in Africa un operai, quando va bene, viene pagato poco meno di 5 euro al giorno.

Chi, in Italia, vuole coltivare il pomodoro di pieno campo o lo deve fare andando in perdita, o sfruttando i lavoratori, con il rischio di ‘beccarsi’ multe piuttosto ‘salate’.

Nessuno, però, si chiede con quale pomodoro vengono preparati tutti i sughi a base di pomodoro che le pubblicità televisive e cartellonistiche ci presentano fumanti, eccezionali al palato, dai sapori unici…

Ma ci vuole veramente molto a capire come stanno le cose?

E della carne? Ne parliamo poco. Ci hanno sussurrato, ad esempio, che la carne di maiale che arriva dall’estero – ma non sappiamo di quale ‘estero’ si parla – viene acquistata a meno di 2 euro al Kg. Ci chiediamo: ma un maiale la cui carne costa così poco come e dove è stato allevato?

E del latte? Qui si apre un altro capitolo con moltissime ombre e pochissime luci. Ricordiamo soltanto che siamo a Novembre e che, secondo il contratto siglato lo scorso marzo, ai pastori sardi – primi produttori in Italia di latte ovino – dovrebbe essere riconosciuta l’integrazione.

Siamo curiosi di sapere come finirà la storia del latte di pecora sardo con il quale si produce il Pecorino romano… 

Cosa vogliamo dire con questa nostra considerazioni sparse su quello che arriva sulle nostre tavole? Torniamo, così, alle previsioni meteorologiche di oggi, che segnalano possibili tempeste. Con una metafora, ecco, anche noi ci aspettiamo qualche tempesta…

Troppe cose strane, nell’agricoltura in generale e nell’agricoltura del Sud Italia e siciliana in particolare. Troppe cose storte. Troppe speculazioni a danno degli agricoltori. Troppe cose che non vanno. Troppa latitanza, da parte della politica. Qualcuno sta tirando troppo la corda. E quando si tira troppo la corda…

 

 

 

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