Il Movimento 24 Agosto di Pino Aprile sbaglierà se non si presenterà alle elezioni in Puglia e i Calabria / MATTINALE 442

31 ottobre 2019

Mentre in Sicilia la vecchia politica prova a riorganizzarsi sotto le bandiere ‘autonomiste’, ‘sicilianiste’ e anche ‘meridionaliste’, in Puglia e in Calabria si rischia di fare un grande regalo alla Lega di Salvini. Proviamo a illustrare il perché. Partendo dalla Sicilia dove il vecchio trasformismo cerca di opporti alla Lega riproponendo il già visto  

Dall’avvio della cosiddetta Seconda Repubblica ad oggi, tra gli scippi finanziari dello Stato e le funamboliche operazioni finanziarie, in Sicilia abbiamo visto di tutto, dal censimento dei beni della Regione alla vendita-svendita degli stessi beni della Regione (poi presi in affitto!), dalla Regione che ‘scommette sui derivati’ alla svendita dell’articolo 36 dello Statuto siciliano, dalle ‘gesta’ della Commissione Paritetica al bizzarro ‘riaccertamento straordinario’ dei residui attivi del Bilancio regionale nell’anno di grazia 2015.

C’è chi si chiede perché, oggi, la Regione siciliana non ha più soldi, mentre non si escludono altri ‘buchi’ finanziari sul Consuntivo regionale 2018, se è vero che la Corte dei Conti, per la prima volta nella storia dell’Autonomia siciliana, ha annunciato la ‘parifica’ il 13 dicembre prossimo, con sei mesi di ritardo!

Noi, invece, ci chiediamo come fa ad esistere ancora la Regione siciliana dopo tutto quello che hanno combinato nella passata legislatura i Governi nazionale e regionale di centrosinistra a ‘trazione’ PD.

D’altro canto, tutto quello che è successo dal 2009 ad oggi ai conti della Regione è noto da tempo anche ai giudici della Corte dei Conti che, non a caso, negli anni passati, non hanno mancato di segnalare la “slealtà” non certo della Regione!

Ma il tema che vogliamo trattare oggi non è questo. Noi, oggi, vogliamo segnalare l’anomalia di una vecchia politica-politicante siciliana che, dopo aver svuotato le ‘casse’ della Regione, è diventata improvvisamente ‘autonomista’, ‘sicilianista’ e anche ‘meridionalista’.

Il ricorso ai derivati, le ‘operazioni’ sui beni immobili della Regione sono un ‘patrimonio culturale’ del centrodestra. Mentre la svendita delle sentenze della Corte Costituzionale favorevoli alla Sicilia e l’altrettanta svendita dell’articolo 36 dello Statuto (leggere entrate IRPEF e IVA della Regione regalate allo Stato) sono ‘patrimonio culturale’ del centrosinistra.

Ebbene, dopo aver ‘pilotato’ tutto questo assistiamo alla proliferazione dei citati movimenti ‘autonomisti’, ‘sicilianisti’ e anche ‘meridionalisti’ ad opera di quei vecchi politici che hanno portato la Regione siciliana a una bancarotta non dichiarata.

Gianfranco Miccichè, che dal 1993 tormenta la Sicilia con Forza Italia e con il centrodestra, adesso torna al partito del Sud.

Sempre dalle parti del centrodestra una ventina di sigle si stanne mettendo insieme. E’ interessante leggere e commentare un comunicato diramato da I Siciliani verso la Costituente:

“Sono già più di venti le associazioni, i movimenti e i rappresentanti di gruppi di cittadini che hanno aderito al tavolo sicilianista promosso da Siciliani verso la costituente. Il movimento, al compimento del primo anno di attività, ritiene concluso il suo percorso preparatorio e passa alla fase successiva dando vita ad un tavolo di confronto con chi già opera nella politica e nel sociale che dovrà offrire ai Siciliani uno strumento unitario di lotta e per questo nei giorni scorsi ha diffuso un appello rivolto a tutte quelle realtà che si impegnano per la Sicilia”.

Salvatore Bella, a nome dell’associazione di trasportatori AITRAS, annuncia che porterà al tavolo le problematiche legate al trasporto su gomma dell’agroalimentare. Le nostre imprese e i nostri prodotti non sono più nelle condizioni di essere competitivi a causa delle nuove norme sul trasporto”.

Franco Crupi di ALBA SICILIANA – personaggi che noi abbiamo conosciuto ai tempi de I Forconi siciliani, nel gennaio del 2012, motiva l’adesione al tavolo con il rifiuto “di essere ancora un popolo che aspetta il Messia che sbarchi in Sicilia e di continuare a lasciarci irretire dalle promesse di gente senza dignità”.

Lorenzo Burgio, dell’Associazione Rangers onlus, porterà al tavolo una visione “di tutela dell’ambiente e dei beni ambientali e architettonici del territorio, patrimonio incommensurabile della Sicilia.”

Nino Giampiccolo (CIDEC) ritiene “sia giunto il momento di provare ad aggiustare le cose e de per questo motivo che aderiamo alla idea di creare una alternativa al modo di fare politica e dì governare”.

Salvatore Giunta (Circoli della società civile-Sicilia per l’Europa) che “aderiscono al progetto di Siciliani verso la Costituente condividendone gli ideali di amore per la terra di Sicilia e l’impegno per una equità in campo sociale, economico e infrastrutturale”.

Antonio Cipriano del Comitato etico popolare. “Mi affido alla frase portante dell’attività del Comitato: qualsiasi simbolo nazionale inseguirai mai niente per il Sud farà mai. Ripartiamo dal Sud per unire il Paese”.

Alessio Lattuca per Confimprese Euromed dichiara che “Il movimento ‘Siciliani verso la Costituente’ “può essere il nuovo strumento che potrebbe concorrere a mettere al centro della propria azione la creazione di lavoro e di opportunità nel Sud, detassando e facilitando chi si propone di fare impresa nel Mezzogiorno”.

C’è anche Mariano Ferro, già animatore dei Forconi con puntate su altri schieramenti politici che afferma: “Nella politica nazionale il dibattito sul Sud e sulla Sicilia in particolare è semplicemente assente. La questione meridionale non esiste più e noi siciliani siamo forse i più penalizzati. Per questo con grande interesse aderisco al tavolo della Costituente, intelligente battesimo per la nascita di un partito che vuole vedere ai nastri di partenza tutti quei soggetti che hanno voglia di riscatto senza modelli precostituiti o piatti pronti”.

Della partita ci sono anche I Futuristi di Nicola Cristaldi, già parlamentare di Sala d’Ercole e presidente dell’Assemblea regionale sicilianagià parlamentare nazionale,  già sindaco di Mazara del Vallo e di Calatafimi  Segesta, figura storica della destra siciliana. Cristaldi aderisce perché, dice, “Bisogna affermare il Primato della Politica e mettere insieme tutte quelle forze che si ribellano al letargo in cui sta precipitando la nostra Sicilia. Bisogna delineare un nuovo modello di sviluppo basato sulle nostre materie prime e riscoprendo la vocazione mediterranea della nostra terra. Daremo il nostro contributo al rilancio della Sicilia”.

C’è anche Alessandro Fontanini (Il Centrodestra), per il quale “Occorre riportare la fiducia del Popolo nella politica e mettere insieme tutte le forze che si ribellano a questo stato di cose. Bisogna delineare un nuovo modello di sviluppo, riscoprendo la bellezza della nostra cultura mediterranea”.

Italia Costituente di Vito Pirrone aderisce al tavolo sicilianista, perché, dice, “è necessario che la Sicilia esca dall’attuale ruolo di marginalità, dall’esistente doppio binario Nord/Sud, con un sistema di perequazione che sani l’attuale divario”.

Antonio Valenti (La Sicilia ai sicilianisti) dice: “Siamo di fronte ad un programma fortemente condivisibile, in particolar modo per la piena attuazione dello Statuto: vedo tutte le condizioni per la nascita di un partito regionalista”.

Erasmo Vecchio, a nome di Lega Sud e Associazione Thomas Sankara, ricorda che “versa in uno stato di generalizzata povertà che costringe i nostri giovani a lasciare la terra dei loro padri e cercare fortuna altrove. Serve, qui ed ora, un partito di difesa e rappresentanza che affermi anche il diritto a dare attuazione al nostro Statuto speciale per lo più rimasto lettera morta”.

Adriano Nicosia (Noi meridionali): “Noi siciliani abbiamo due terribili avversari: lo Stato che non investe nei nostri territori e la pochezza della nostra classe politica che non difende i veri temi che riguardano la nostra terra. Bisogna parlare di sviluppo infrastrutturale e, soprattutto, della questione finanziaria siciliana”.

Enza Ingrassia (Sicilia cooperative) risponde “all’appello di Siciliani verso la costituente perché è arrivato il momento di creare una nuova coscienza sicilianista”.

Carmelo Fileti, di ‘Siracusa tutti protagonisti’, ritiene “necessaria per la Sicilia la nascita di un movimento autenticamente autonomista”.

Gli artigiani di Upla Claai, guidati da Orazio Platania, siederanno al tavolo “al tavolo sicilianista perché alla Sicilia serve una politica che sia attenta anche alle necessità del mondo artigianale”.

Felice Coppolino, alle spalle una storia legata alla destra siciliana, sarà della partita: “Occorre – dice – creare una nuova coscienza dei siciliani per la Sicilia e per la sua piena autonomia per farla progredire come punto di riferimento geopolitico del mediterraneo, quindi l’Unione Italiana Cooperative Sicilia risponde positivamente ed aderisce all’appello”.

La messinese Lucia Pinsone, leader di Vox Populi e già candidata alla Presidenza della Regione dice che “questo è il momento di ignorare le posizioni singole e le sfumature politiche. Tutti quelli che credono che la Sicilia può avere quanto le spetta e merita debbono lavorare insieme per il progetto comune e questo tavolo sarà il mezzo ideale”.

Tonino Fontana, del Gruppo XXX gennaio 2048, ritiene che “si devono praticare tutte le possibili, legittime strade per addivenire ad una vera e sostanziale autonomia della Sicilia e quindi intende contribuire alla elaborazione di un comune, forte e determinato programma di attività”.

Dietro questo movimento – dove spiccano personaggi del passato che sono stati espressione del centrodestra siciliano, schieramento politico che ha governato la Sicilia non certo brillando e facendo brillare la stessa Sicilia – c’è sicuramente un grande lavoro.

Noi chiediamo non tanto ai politici di lungo corso di questo movimento, ma a chi si è avvicinato a questo movimento non avendo alle spalle esperienze di Governo della cosa pubblica: pensate veramente di potere cambiare le cose in Sicilia e nel Sud assemblandovi con chi è già stato protagonista, nel bene e nel male (non tutto quello fatto dal centrodestra in Sicilia è stato sbagliato), di una stagione politica non certo esaltante? Pensate veramente che i vecchi arnesi della politica siciliana dei vari Miccichè e compagnia bella bloccheranno l’avanzata della Lega di Salvini? 

La nostra sensazione è che la vecchia politica siciliana guardi con paura alla nascita del Movimento 24 Agosto di Pino Aprile. L’idea che anche i siciliani prendano parte a un movimento che metta al centro della propria azione culturale e politica tutto il Sud, Sicilia compresa, non fa dormire sonni tranquilli ai vari Gianfranco Miccichè e agli ispiratori di tutti questi movimenti ‘autonomisti’, ‘sicilianisti’ e anche ‘meridionalisti’.

Noi siamo certi che, tra un po’, anche Matteo Renzi – quello che ha svuotato le ‘casse’ della Regione siciliana – verrà in Sicilia e nel Sud con la sua Italia Viva per parlare di questione meridionale, così come gli esponenti del centrodestra siciliano, dopo aver mal governato la Sicilia negli anni passati, si propongono oggi come il ‘nuovo che avanza’.

Siamo certi che anche in Puglia la Ministra renziana Teresa Bellanova – quella che ancora non ha fatto nulla per la vicenda del grano duro Senatore Cappelli – si proporrà come la ‘novità’ della politica.

Siamo certi che – sempre in Puglia – il PD e il Movimento 5 Stelle, dopo aver fatto ‘inghiottire’ ai pugliesi la mancata chiusura dell’ILVA e il blocco della TAP, si proporranno come la soluzione di tutti i mali di questa Regione, non si capisce ancora se insieme o divisi.

Idem per la Calabria.

Riassumendo. In Sicilia la vecchia politica si riorganizza rispolverando le bandiere ‘autonomiste’, ‘sicilianiste’ e anche ‘meridionaliste’.

In Puglia e in Calabria lo scenario – per gli abitanti di queste due Regioni – è la vecchia politica o la Lega di Salvini.

Bene, se lo scenario è questo noi invitiamo il Movimento 24 Agosto a rompere gli indugi e a presentarsi alle elezioni regionali di Puglia e Calabria.

La politica è sempre un rischio. C’è il rischio di prendere pochi voti. Ma il rischio ancora più grande è regalare il dissenso alla Lega di Salvini. Il problema, oggi, non è tagliare la strada in Puglia e Calabria a alla Lega facendogli perdere le elezioni.

Il problema sta nel fatto che i voti che Salvini prenderà in Puglia e in Calabria alle elezioni regionali si moltiplicheranno per quattro alle prossime elezioni politiche nazionali. 

E’ per questo che il Movimento 24 Agosto deve scendere in campo subito prendendo il coraggio tra le mani. E deve farlo in totale autonomia, in alternativa a tutta la vecchia politica.

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