In Umbria crollano PD e grillini e vola la Lega. Cosa fare, nel Sud, per arginare Salvini/ MATTINALE 439

28 ottobre 2019

Il centrodestra ha stravinto le elezioni in Umbria, Regione che, per 50 anni, è stata amministrata dalla sinistra. L’effetto di questa vittoria della Lega di Salvini – che ha raggiunto il 37% – sarà devastante per l’attuale Governo Conte bis. E avrà refluenze anche nel Sud. Ed è al Sud che la Lega va fermata. Ma per fare questo il Movimento 24 Agosto deve imprimere un’accelerazione alla propria azione politica. A cominciare dalle elezioni regionali 

I dati non sono ancora ufficiali. Ma alcune considerazioni politiche, sulle elezioni regionali in Umbria, è già possibile metterle nero su bianco.

La vittoria del centrodestra – che sembra netta, con la candidata Donatella Teresi che vola al 57% e oltre – era attesa.

Fa riflettere, invece, il tonfo di PD e Movimento 5 Stelle che, insieme, si fermano a poco meno del 30%: addirittura sotto la Lega di Matteo Salvini, che vola al 37%!

Il primo dato politico è il seguente. Il PD – che appena 5 anni fa era al 40%, e che in Umbria governa la Regione da 50 anni – si ferma al 20%.

Il Movimento 5 Stelle, che il 4 marzo del 2018, a livello nazionale, era oltre il 30%, non raggiunge il 9%.

Questi sono, in prima battuta, i dati sui cui occorre riflettere. Tenendo conto che è anche sensibilmente aumentata la presenza degli elettori alle urne: ciò significa che la gente è andata a votare con la convinzione di penalizzare PD e Movimento 5 Stelle e si premiare le opposizioni, Lega in testa. 

I ‘politologi’ del PD e del Movimento 5 Stelle potranno anche dire che una Regione di 700 mila abitanti non fa testo: il campione, come si direbbe in statistica, non è rappresentativo della popolazione. E hanno anche ragione.

Però c’è un dato che dovrebbe preoccupare, e molto, il PD: l’Umbria – lo ribadiamo – non è una Regione italiana qualunque per quello che resta (veramente poco, ormai) della sinistra italiana: è una Regione che, lo ribadiamo, ha votato a sinistra per 50 anni!

Se gli elettori di una Regione che è sempre stata di sinistra puniscono in questo modo il partito che, bene o male, ha rappresentato e rappresenta questa sinistra, ebbene, ciò significa che i dirigenti di questo partito, a livello locale e a livello nazionale, stanno sbagliando tutto. 

Sui grillini non abbiamo molto da dire. L’unica attenuante è che nelle elezioni locali soffrono un po’. Ma qui, però, siamo davanti a una sconfitta senza attenuanti: ad uscire sconfitto è, soprattutto, Beppe Grillo e la sua disastrosa alleanza con il PD.

Ma sconfitto, e pesantemente, è anche Luigi Di Maio, che forse farebbe bene ad uscire di scena.

Conoscendo, però, sia il PD, sia gli attuali esponenti del Movimento 5 Stelle, dubitiamo che faranno un passo indietro: continueranno a mal governare l’Italia, sempre ‘inginocchiati’ ai dettami demenziali dell’Unione Europea liberista, continuando a trascinare nel baratro l’economia italiana.

Da segnalare, anche, il successo di Fratelli d’Italia, che con il 10% doppiano praticamente Forza Italia, ferma al 5%. La dimostrazione che Berlusconi non ‘tira’ più: da qui la probabile nascita di tanti partiti satelliti di ispirazione berlusconiana per provare a drenare ancora voti sfruttando le condizioni locali.

Proprio quello che sta tentando di fare in Sicilia e nel Sud Gianfranco Miccichè, il presidente del Parlamento siciliano che, in queste ore, va riscoprendo il proprio grottesco meridionalismo, provando a rilanciare un fantomatico partito del Sud!

Due domande, infine: una sul Nord Italia e una sul Sud Italia.

Domanda sul Nord Italia. Se la Lega, in Umbria, è al 37%, Salvini e compagni quanti voti prenderebbero in Lombardia e in Veneto? L’hanno capito, secondo voi, i dirigenti di PD e Movimento 5 Stelle, che la Lega, al Nord, prenderà la maggioranza assoluta dei voti?

Domanda sul Sud Italia. Che è strettamente interconnessa alla domanda sul Nord Italia. La vittoria della Lega in Umbria avrà un effetto anche nel Sud. Dove Salvini ha già messo radici.

Per fortuna, al Sud, è nato un soggetto politico – il Movimento 24 Agosto per l’equità territoriale di Pino Aprile – che ha le potenzialità per frenare il dilagare della Lega nel Sud. Lo abbiamo scritto lo scorso 10 agosto: solo il Sud potrà fermare il dilagare della Lega in Italia. 

Ma per farlo serve un’azione politica decisa. Fino ad ora, mettiamola così, l’esperienza del Movimento 24 Agosto ricorda un po’ i “cento uomini colla schiena di ferro” di Guido Dorso: è un paragone molto bello, ma Dorso, nella storia del meridionalismo, rappresenta l’idea di una borghesia illuminata che dovrebbe guidare la rinascita del Sud Italia.

Ribadiamo: il paragone è nobile, ma oggi rischia di non bastare. I libri di Pino Aprile, le battaglie del professore Gianfranco Viesti, le riflessioni Zero al Sud di Marco Esposito e, in generale, la riscoperta di grandi meridionalisti, da Carlo Alianello a Nicola Zitara, per citarne solo due, rischiano di non bastare.

In parole semplici, il Movimento 24 Agosto deve diventare, nel Sud, un movimento di popolo, cominciando a ‘sporcarsi le mani’ con la realtà, anche elettorale.

Serve un salto di qualità. E, soprattutto, un’azione politica che differenzi in modo netto il Movimento 24 Agosto dall’azione del Governo Conte bis: che è un Governo che lavora contro l’Italia, nel nome della solita Unione Europea a ‘trazione’ tedesca.

‘Picchiando’ duro su PD e grillini, la Lega prende voti. La stessa cosa deve fare il Movimento 24 Agosto: e lo deve fare provando a togliere voti, contemporaneamente, al PD, al Movimento 5 Stelle e alla Lega. 

Per fare questo occorre un’azione politica decisa. Lasciare, ad esempio, campo libero alla Lega di Salvini alle elezioni regionali in Puglia sarebbe un errore: un grave errore e un regalo alla stessa Lega.

Magari il Movimento 24 Agosto, ancora poco conosciuto, prenderebbe pochi voti: ma si differenzierebbe dal PD e dalla Lega: e i voti che prenderebbe li toglierebbe al PD, alla Lega e al Movimento 5 Stelle, ormai destinato a estinguersi.

Foto tratta da Open

 

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