Attenzione: il Nord e le industrie del Nord vogliono ‘sfilare’ il grano duro al Sud/ MATTINALE 433

22 ottobre 2019

Il progetto è quello di eliminare il grano duro canadese al glifosato per sostituirlo con il grano duro coltivato nel Nord Italia con ricche concimazioni a base di azoto. Con queste concimazioni si otterrebbe un grano duro altamente proteico: che è quello che chiedono le industrie. Con l’occasione il Nord proverà a prendersi anche i grani antichi del Sud: cosa che ha già fatto con il Senatore Cappelli

Ne abbiamo già fatto cenno. Oggi torniamo sull’argomento grano duro – coltura d’elezione del Sud Italia – per lanciare un avvertimento agli agricoltori dello stesso Sud: sappiate che nel Centro Nord hanno tutta l’intenzione di coltivare il grano duro. La vicenda della varietà grano duro Senatore Cappelliscippata soprattutto agli agricoltori del Sud con la ‘privatizzazione’ da parte di una società del Nord e la creazione di un monopolio – è solo l’inizio di un progetto ad ampio raggio che punta a togliere al Sud anche la risorsa grano duro.

Qualche giorno fa abbiamo ripreso la notizia che il gruppo Barilla avrebbe tutta l’intenzione di puntare sul grano duro italiano, eliminando il grano duro estero. Certo, siamo ancora in una fase di passaggio: non a caso, nell’ultimo anno, l’importazione di grano canadese è cresciuta di ben sette volte!

Però, attenzione: il progetto di ‘nordizzare’ il grano duro è in piedi. E i segnali ci sono tutti. In parte questi segnali i abbiamo già sottolineati; oggi proveremo a riassumerli e a mettere in evidenza i punti più importanti. E anche a ipotizzare cosa deve fare il Sud rispetto a questa nuova manovra di colonizzazione.

Nei giorni scorsi una nota trasmissione della RAI ha parlato del grano duro coltivato dalle parti di Ferrara. Non sapevamo che, nella terra di Finzi Contini c’è la tradizione del grano duro. Con la televisione non si finisce mai di imparare. Abbiamo così appreso che a Ferrara si coltiva il grano duro Senatore Cappelli.

La storia – come avvenuto per la ‘presunta’ unità d’Italia – è stata riscritta. Non c’è bisogno di ricordare che la varietà di grano duro Senatore Cappelli è stata selezionata in Puglia nei primi del ‘900: la ‘notizia’ è che si coltiva con successo a Ferrara e, in generale, in Emilia Romagna. Magari in qualche altra trasmissione ci diranno che il grano Senatore Cappelli va benissimo nella Padania!

Attenzione, c’è poco da scherzare. Ricordiamoci che il motivo per il quale il grano duro canadese si è affermato in Italia è dovuto al fatto che tale grano contiene un’alta presenza di proteine (leggere glutine).

L’alta percentuale di proteine consente alle industrie della pasta di risparmiare una barca di soldi nel processo di essiccazione della pasta.

Ma l’alta percentuale di proteine nella pasta non è un toccasana per l’organismo umano: specie se il glutine è molto tenace: in questo caso, infatti, crea problemi all’organismo umano. 

Il grano duro canadese non contiene un’alta percentuale di glutine per caso. Viene fatto maturare artificialmente a colpi di glifosato. Quando la spiga è ancora verde contiene un’alta percentuale di proteine: alta percentuale proteica che viene ‘cristallizzata’ nella spiga grazie alla maturazione artificiale indotta, appunto, dall’erbicida glifosato.

Nel Nord Italia, per ottenere un grano duro con un’alta percentuale di proteine, non avranno bisogno del glifosato. Il clima del Nord Italia, dove non mancano certo le piogge primaverili – magari ad Aprile – consente a chi coltiva il grano duro da quelle parti di intervenire con una ricca concimazione azotata.

L’azoto, è noto, insieme con il carbonio, l’idrogeno e l’ossigeno dà vita alle proteine. Dunque, la concimazione azotata spinge la panta di grano duro a produrre proteine.

Il presupposto per effettuale una ricca concimazione azotata in una certa fase della vita della pianta di grano è la presenza di acqua. Una concimazione azotata in una zona dove le piogge primaverili sono scarse o assenti provocherebbe un mezzo disastro!

Il Sud, insomma, non si presta per le concimazioni azotate primaverili, a meno che non lo consenta il clima; oppure si dovrebbe coltivare il grano duro ricorrendo all’irrigazione.

Cosa stiamo cercando di dire? Che al Nord hanno trovato la ricetta per ‘sfilare’ il grano duro al Sud.

Dobbiamo però porci una domanda: queste conoscenze agronomiche non sono certo recenti. E se al Nord ci stanno pensando solo adesso un motivo ci sarà: e il motivo è che la qualità del grano duro che si ottiene nel Nord Italia non è mai stata eccelsa (checché ne dicano alla televisione).

Se oggi al Nord pensano di iniziare a coltivare il grano duro è perché hanno fiutato il grande affare che mette insieme gli interessi della grande industria (del Nord) e gli interessi degli agricoltori (sempre del Nord).

Ribadiamo: il progetto del Nord Italia è complessivo: vogliono produrre grano duro altamente proteico per sostituire il grano canadese al glifosato che la gente ormai rifiuta; e proveranno a prendersi il grani antichi del Sud, che sono il vero grande affare del futuro.

Ricordiamoci che, a fronte del prezzo del grano duro tradizionale che, solo quest’anno, si sta attestando a 25-27 euro al quintale, dopo anni di prezzo bloccato a 18-20 euro al quintale, il grano duro Senatore Cappelli si vende a 70 euro al quintale (oltre 90 euro al quintale se coltivato in biologico).

Il Sud, riscoprendo le varietà di grani antichi che erano state abbandonate nei primi anni ’60 del secolo passato, ha scoperto un tesoro: un tesoro che il Nord sta cercando di prendersi.

Quello che hanno fatto con il grano duro Senatore Cappelli alcuni gruppi del Nord hanno provato a farlo qualche anno fa con alcune varietà di grani antichi siciliani.

L’allarme è stato lanciato nel 2016, quando alcune multinazionali hanno gettato gli occhi sui grani antichi del Sud Italia. 

Nel luglio del 2017 abbiamo raccontato il tentativo di uno scippo di grani antichi ai danni della Sicilia:

“Il Nord Italia sta rubando alla Sicilia i grani antichi? Sembra proprio di sì. Su facebook Salvo Scuderi, Paolo Guarnaccia e altre quaranta persone scrivono:

‘Ci hanno rubato i grani antichi: fermiamoli. Un’azienda del Nord con origini siciliane ha depositato i nomi dei grani antichi e diffida le piccole aziende siciliane a non usare più la parola Timilia. Siciliani: uniamoci contro le logiche dei brevetti del cibo. Siamo custodi da millenni di questo patrimonio di tutti’”.
La Timilia, o Tumminia, è un grano duro antico della Sicilia molto noto. Credeteci: ci è mancato veramente poco e, con la Tumminia, il Nord avrebbe anticipato lo scippo del grano Senatore Cappelli! Poi l’operazione è stata bloccata, ma il tentativo c’è stato. E, per certi versi, è ancora in piedi.
Che cosa fare al Sud? Intanto quello che si sta già facendo: proseguire con l’operazione CompraSud. A cominciare dalla pasta. Con un passa parola fare in modo che al Sud i cittadini acquistino solo pasta prodotta nel Sud.
E potenziare le piccole industrie del Sud che producono pasta sostenendole, appunto, con l’acquisto di questa pasta da parte degli stessi abitanti del Sud.
Nel Nord vivono tanti meridionali. Bene: oggi grazie alla rete è possibile acquistare la pasta via internet. Si tratta di fare quello che fa il nostro amico Domenico Iannantuoni, pugliese che vive a Milano e che acquista sulla rete i prodotti del Sud al Sud!
Foto tratta da Campagna Amica

 

 

 

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