Ecco i dazi doganali americani: l’elenco dei prodotti italiani penalizzati. E siamo solo all’inizio…

20 ottobre 2019

La battaglia sui dazi doganali contro alcuni prodotti europei è solo l’inizio di un’offensiva politica prima che commerciale che gli USA stanno scatenando per indebolire l’Eurozona. Sbaglia chi pensa che sia un capriccio del presidente Trump: dietro c’è una precisa strategia che punta a indebolire soprattutto due Paesi – Germania e Francia – che nella UE fanno quello che vogliono

di Economicus

L’ha detto e l’ha fatto. Il presidente USA Trump quando dice una cosa la fa. Aveva promesso ai suoi elettori che avrebbe fatto pagare duramente all’Europa gli aiuti scorretti di alcuni Paesi europei hanno elartito a piene mani alle proprie industrie: e sta mantenendo gli impegni. Altro che grillini che si rimangiano, uno dopo l’altro, gli impegni che assumono con gli elettori! Trump ha detto che il 18 ottobre sarebbero scattati i dazi doganali per colpire alcuni prodotti europei: e così è stato.

Tra i Paesi ‘bastonati’ c’è anche l’Italia. E che ‘bastonata!

Non è vero, ad esempio, che il Pecorino romano è stato esentato dai dazi: è stato colpito come tanti altri formaggi (compreso il Caciocavallo siciliano).

Per la precisione, si salva dai dazi solo il Pecorino grattugiato.

Vediamo, adesso, la lista dei prodotti italiani colpiti che noi abbiamo preso da un articolo di OPEN, che ci sembra completo.

I dazi colpiranno i formaggi di latte vaccino.

Dazi per lo Svizzero, per l‘Emmental, per il Groviera, per i formaggi a pasta erborinata, tipo Gorgonzola.

Dazi per lo Cheddar, il formaggio più diffuso in Inghilterra.

Colpiti anche i formaggi di latte ovino (si salva, come già accennato, il Pecorino da grattugiare).

Colpito, come già sottolineato, il Pecorino romano, il formaggio Reggiano, il Parmigiano, i Provoloni e le Provole. Non si salvano i formaggi freschi, comprese incluse mozzarelle.

La stangata americana non risparmia lo Yogurt e il Burro.

Esportare negli Stati Uniti significherà sottostare ai dazi doganali anche per gli produce frutta congelata.

Pesante, per l’Italia, anche il settore della carne. Gli USA hanno piazzato i dazi sulla carne di maiale, sui Prosciutti di maiale, sulle Spalle di maiale, sulle Salsicce di maiale, sulle Frattaglie di maiale e, in generale, sui preparati di carne suina.

Dazi doganali su Cozze, Vongole e Molluschi vari italiani.

Dazi doganali sulla frutta: colpite Ciliegie, Pesche, Arance, Mandarini,  Clementine, Limoni, Pere.

Colpite le Gelatine di Ribes e i Frutti di bosco.

Dazi anche per i Succhi di Pera e di Prugna.

Colpiti i Liquori e gli Amari.

Sono stati esclusi dai dazi i prodotti legati all’olivicoltura italiana: e questo è un po’ tragicomico, perché l’Italia è una grande importatrice a umma umma di olio d’oliva tunisino che viene esportato proprio negli USA: si vede che negli Stati Uniti apprezzano l’olio d’oliva tunisino…

Gli USA, invece, non hanno fatto sconti agli oli che si producono in Germania, in Spagna e nel Regno Unito.

Per la Francia, invece, l’America di Trump ha rifilato i dazi sulle olive e sul vino (e qui il danno è forte!).

Salvi in ‘calcio d’angolo’ i veneti, che sono riusciti a scongiurare i dazi doganali americani sul Prosecco.

Per la cronaca, i dazi doganali americani che hanno un valore pari a 7 miliardi e mezzo di dollari: così ha stabilito il WTO, il ‘Tribunale internazionale’ che dirime le controversie commerciali sul 90% dei prodotti che vengono scambiati in tutto il mondo.

Come già ricordato, i dazi doganali sui quali i precedenti presidenti USA non hanno calcato la mano sono la risposta degli americani agli indebiti aiuti forniti da alcuni Paesi europei, nel 2004, al Consorzio europeo per la costruzione di aerei Airbus: Consorzio del quale non faceva parte l’Italia.

Perché, allora, l’America ha colpito anche il nostro Paese? Semplice: perché gli americani considerano l’Unione Europea un pericolo, se è vero che l’euro – la sgangherata moneta unica europea – è stata voluta per soppiantare il dollaro negli scambi internazionali.

Gli USA debbono combattere l’Eurozona: colpendo l’Italia – peraltro in modo tutto sommato leggero rispetto, ad esempio, a Germania e Francia – puntano a seminare ‘zizzania’, per far capire alle imprese italiane che l’Unione Europea non è poi quel grande affare che viene sbandierato.

Gli americani sperano che il giudizio pendente sempre al WTO – sollevato dalla UE contro gli stessi USA – si concluda a favore degli europei, che dovrebbero piazzare, a propria volta, dazi sui prodotti americani. Ai quali gli USA risponderebbero con altri dazi: cosa, questa, che indebolirebbe ulteriormente la UE causa la gestione ‘rigida’ della moneta.

Insomma, la ‘guerra’ degli USA contro l’Eurozona è solo agli inizi.

QUI L’ARTICOLO DI OPEN

Foto tratta da FOOD Web

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