Si fa versare secchiate di latte addosso per protestare contro il prezzo stracciato

12 ottobre 2019

Il noto artista sardo, Nicola Mette, con questo gesto, sta forse anticipando la protesta che potrebbe scoppiare a Novembre, quando gli industriali dovrebbero corrispondere ai pastori sardi l’integrazione? Noi, lo scorso marzo, giusto per ricordarlo, abbiamo definito un errore l’accordo firmato dai pastori sardi con il Governo nazionale 

L’artista sardo Nicola Mette ha dato vita a una singolare protesta in difesa dei pastori della sua terra. Lo ha fatto a Borore, provincia di Nuoro: si è disteso a terra, in posizione fetale, e si è fatto versare addosso secchiate di latte di pecora.

Lo leggiamo in un articolo di Sardinia post:

“Una perfomance-denuncia contro il prezzo del latte a 60 centesimi al litro, rievocazione delle clamorose proteste dei pastori sardi del febbraio scorso”.

Con questo gesto l’artista punta a smuovere Governo nazionale, Regione e produttori affinché la vertenza si sblocchi a favore del mondo dei pastori.

“Mettendomi nudo al centro della scena dello sversamento del latte – dice l’artista aall’ANSA – mi sono voluto mettere nei panni degli allevatori, vittime del mercato: il lavoro è sempre lo stesso, ma la retribuzione diminuisce costantemente. E allora mi sono presentato nudo, proprio come lo sono i pastori, nudi e in balia di altri. Un modo per riportare al centro dell’agenda politica la vertenza latte, che non può finire nell’oblio”.

Noi ci siamo più volte occupati della questione del latte di pecora della Sardegna. E abbiamo in tempi non sospetti sottolineato che l’accordo siglato lo scorso inverno tra i pastori sardi e il Governo nazionale era a nostro avviso sbagliato.

Per la cronaca, senza il latte di pecora della Sardegna – che è la prima Regione italiana per allevamenti di ovini – non esisterebbe il Pecorino romano. Gli allevamenti di pecore del Lazio, infatti, non possono certo bastare per la produzione di questo formaggio.

Il problema vero – anche in questo settore dell’agricoltura – è rappresentato dalla globalizzazione dell’economia. In Romania – che peraltro è un Paese dell’Unione Europea – il latte di pecora costa molto meno: anche perché, da quelle parti, il costo del lavoro è irrisorio.

La vicenda, comunque, non finirà nell’oblio. Perché a novembre, secondo quanto previsto nell’accordo firmato lo scorso inverno, gli industriali dovranno corrispondere ai pastori sardi l’integrazione.

Da quello che abbiamo capito – cosa che noi avevamo previsto: ed è per questo che non ci convinceva l’accordo dello scorso inverno – gli industriali diranno che gli affari e cominceranno a fare i capricci.

Alla fine la pagheranno l’integrazione?

Ne parliamo a novembre.

Foto tratta dall’Unione Sarda  

QUI L’ARTICOLO DI SARDINIAPOST

Siglato l’accordo sul latte di pecora: perché i pastori sardi stanno sbagliando/ MATTINALE 304

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