A proposito del partito ‘Autonomista’ siciliano alternativo al Movimento 24 Agosto di Pino Aprile

11 ottobre 2019

Un lettore siciliano – che ha aderito al Movimento 24 Agosto di Pino Aprile – ci scrive chiedendoci spiegazioni su un soggetto politico della nostra Isola che sarebbe addirittura ‘alternativo’ al Movimento 24 Agosto. Qualcuno di loro, ci dice sempre il nostro lettore, si presenta come forte sotto il profilo elettorale. Così ci chiede ‘lumi’. E noi lo accontentiamo 

Egregio direttore,

ho aderito con passione e convinzione al Movimento 24 Agosto di Pino Aprile. E questa mia adesione la debbo a I Nuovi Vespri, blog-giornale che leggo ogni giorno ormai da tempo. Anche stamattina ho letto il vostro articolo dove si parla del rapporto tra Autonomia siciliana – vista anche dal punto di vista storico – con il Movimento 24 Agosto. 

Scrivo questa lettera perché mi ha colpito un commento di un lettore che, sostanzialmente, ci dice che stiamo perdendo tempo perché in Sicilia c’è un partito che fa già gli interessi della nostra Isola: a quanto pare un partito autonomista che avrebbe molti voti. 

Sono rimasto un po’ impressionato dal tono imperioso e stizzito di questo commento. Detto questo, le chiedo: è vero che in Sicilia c’è un partito Autonomista? Io un partito politico siciliano veramente autonomista, lontano dalla vecchia politica, dagli anni ’90 del secolo passato ad oggi non l’h mai visto. 

Forse sono stato un po’ distratto? Mi può dare qualche delucidazione? 

Cordialmente
Marcello La Scala

 

Intanto cominciamo con il darle ragione: in Sicilia, dagli anni ’90 ad oggi, non c’è mai stato un vero partito autonomista. L’ultimo partito politico siciliano autonomista – come abbiamo ricordato stamattina – è stato l’Unione Siciliana Cristiano Sociale fondato dal professore Francesco Pignatone alla fine degli anni ’50 negli anni del cosiddetto ‘Milazzismo’, quando alla presidenza della Regione siciliana c’era il democristiano ribelle, Silvio Milazzo.

Tale esperienza duro qualche anno, poi venne assorbita dalla Democrazia Cristiana.

Dopo di allora non c’è mai stata una forza politica autonomista. Anche il Movimento per l’Autonomia, creazione di Raffaele Lombardo tra il 2004 e il 2005, è stata disastrosa.

Lombardo era un esponente dell’UDC. A un certo punto, ha rotto con il suo partito in modo pesante: nemmeno Totò Cuffaro – che allora era presidente della Regione ed esponente della stessa UDC, è riuscito ad evitare la rottura, voluta soprattutto dai messinesi di Giampiero D’Alia.

Lombardo ha fondato un Movimento sulla base di presupposti giusti: la Sicilia al centro dell’azione politica e il rilancio dell’Autonomia siciliana: presupposti che lo stesso Lombardo si è messo sotto i piedi nel 2008 per farsi eleggere presidente della Regione, gabbando il centrodestra che l’aveva ingenuamente votato ed effettuando il ribaltone per governare con il PD di Antonello Cracolici e Giuseppe Lumia.

Oggi noi sorridiamo amaramente dei grillini che si sono rimangiati gli impegni assunti sull’ILVA, sulla TAP, sul grano duro del Mezzogiorno d’Italia e via continuando: per non parlare di queste ultime ore, che vedono i grillini in combutta con il PD pronti a colpire i lavoratori dipendenti e i pensionati.

Ebbene, Lombardo e il suo finto Movimento autonomista hanno fatto anche di peggio. Ricorda il folle progetto per il rigassificatore di Porto Empedocle? Quando Lombardo e il Movimento per l’Autonomia erano all’opposizione, erano fermamente contrari al rigassificatore: ed erano così veementi nell’opporsi a un progetto in verità assurdo che sembravano veri.

Nel 2009 Lombardo era diventato presidente della Regione. E sul rigassificatore di Porto Empedocle ha cambiato parere: da contrario è diventato favorevole e l’ha approvato.

Questo è Raffaele Lombardo e nel progetto per il rigassificatore di Porto Empedocle c’è tutto il senso della sua idea di ‘Autonomia’ della Sicilia…

Lei mi chiede chi potrebbero essere, oggi, gli ‘Autonomisti’ che dovrebbero convincere i siciliani a lasciar perdere il Movimento 24 Agosto di Pino Aprile per abbracciare la loro causa. Le rispondo: sono sempre gli stessi.

Sono quelli che hanno appoggiato Lombardo alle elezioni regionali del 2008 insieme con il centrodestra: sono gli stessi che, nel 2012, hanno appoggiato la candidatura di Rosario Crocetta nel centrosinistra: e sono sempre quelli che, nel novembre del 2017, hanno appoggiato la candidatura di Nello Musumeci, questa volta nel centrosinistra.

Come può notare, sono autonomisti particolari, che vanno un po’ di qua e un po’ di là: una volta nel centrodestra, una volta nel centrosinistra e poi ancora nel centrodestra: più che l’Autonomia siciliana seguono le poltrone del Governo e, ad ogni colpo, perdono forza.

L’ultima volta, in verità – parliamo dell’elezione di Nello Musumeci nel novembre del 2017 – benché ridotti a cinque-sei deputati, sono stati determinanti: senza di loro avrebbe vinto il grillino Giancarlo Cancelleri.

Hanno fatto vincere Musumeci, ma se sono stati un po’ maltrattati, perché li hanno chiamati “impresentabili”.

Oggi contano meno che nel 2017, anche se hanno le mani nell’attuale Governo regionale. Questo perché la Regione siciliana è sostanzialmente fallita e loro, che vivono esclusivamente di voto clientelare, perdono colpi perché non hanno più benefici e prebende da offrire, visto che la Regione non ha più nulla da dare.

Però – e qui ha ragione lei – sono sempre molto arroganti: anche se hanno ormai poca ‘roba’ dietro, sono convinti di detenere il ‘copyright’ di tutto quello che riguarda la Sicilia e l’Autonomia siciliana: in verità hanno sempre tradito la Sicilia e l’Autonomia, ma non tollerano l’idea che i siciliani si liberino finalmente di loro per fare qualcosa di serio.

In questo momento stanno letteralmente impazzendo all’idea che il Movimento 24 Agosto di Pino Aprile prenderà tanti voti in Sicilia. Gli avversari storici di questi finti autonomisti sono sempre stati i tanti gruppi di sicilianisti e indipendentisti: piccole formazioni, spesso personalistiche, rissose e inconcludenti (con qualche lodevole eccezione: Giuseppe Scianò, Mario Di Mauro, Ciro Lomonte e qualche altro).

Contro queste formazioni da zero-virgola i finti autonomisti hanno sempre avuto vita facile. Oggi è arrivato un Movimento che guarda al Sud Italia nella sua interezza, nel rispetto delle tante soggettività: così, tra la Regione siciliana guscio-vuoto che ancora in parte gestiscono senza costrutto e un Movimento meridionalista vero hanno capito che scompariranno.

Ma non si arrendono: sono ridiventati autonomisti ‘puri’ (dopo aver frequentato la vecchia politica oggi la rinnegano…), fondano, si riuniscono, comunicano, promettono, infiltrano: magari provano pure a interpretare il ruolo di sconsaiuocu (scombinare i giochi, ovvero seminare zizzania tra i siciliani che hanno aderito al Movimento 24 Agosto).

Detto questo, non hanno dove andare. La storia li ha già dimenticati. Sono il passato della Sicilia che è meglio dimenticare.

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