I Verdi europei non vogliono il Movimento 5 Stelle nel loro gruppo al Parlamento Europeo

6 ottobre 2019

Questa la posizione sostenuta dal belga Philippe Lamberts, tra i leader dei Verdi europei. In un articolo di Europa Today l’esponente di spicco dei Verdi europei critica Davide Casaleggio, dice che il Movimento 5 Stelle “non è un partito”e, a proposito della piattaforma Rousseau, dice senza mezzi termini “che questo non è assolutamente il nostro modo di concepire la democrazia rappresentativa”

I 14 parlamentari del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo hanno bloccato il rinnovamento dell’Unione Europea votando sostenendo, in modo determinante, l’elezione della popolare Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione Europea. Senza i voti degli europarlamentari grillini la delfina della signora Merkel non sarebbe stata eletta. Il tentativo di cambiare il corso delle politiche economiche europee è stato portavo avanti proprio dai Verdi europei. Per questo quando abbiamo che i 14 europarlamentari grillini, dopo quello che hanno combinato, sarebbero entrati a far parte del gruppo dei Verdi europei ci siamo messi a ridere!

Ci siamo chiesti: ma come, hanno bloccato il rinnovamento dell’Unione Europea mandando all’aria l’operazione politica dei Verdi e poi entrano a far parte dello stesso gruppo dei Verdi?

vero è che, oggi, in Europa, la politica è spesso una pagliacciata. Non a caso, di questa Europa dell’euro, fa parte, anche se in posizione ancillare, anche l’Italia, paese che di politici-pagliacci può rifornire l’universo mondo. però c’è un limite anche alle pagliacciate.

E, forse, un interessante articolo pubblicato da Europa Today ci dice che i Verdi europei potrebbero anche ripensarci.

Il titolo dell’articolo già dice tutto:

“Casaleggio un boss, M5s non è un partito”, il leader dei Verdi Ue contro i 5 stelle”.

Leggiamo, adesso, alcuni passi dell’articolo.

“Il Movimento 5 stelle non è un partito, ma un’organizzazione, detenuta da un’azienda, a sua volta posseduta da una persona, Davide Casaleggio, che è il vero boss”.

Così dice il belga Philippe Lamberts, tra i leader dei Verdi europei.

“In queste ore a Bruxelles, infatti – leggiamo su Europa Today – fervono le trattative tra il M5s e i Verdi nell’ottica di un’alleanza all’Eurocamera che consenta ai pentastellati di avere un gruppo politico di riferimento e uscire dall’elenco dei non iscritti, ossia da quella sorta di ‘purgatorio’ del Parlamento dove fondi e attività politica sono ridotti al minimo. I 5 stelle, dopo aver perso per strada gli alleati europei con cui aveva stretto accordi prima delle elezioni di maggio e dopo aver detto un secco ‘no’ alla riedizione del gruppo con Nigel Farage, hanno provato a più riprese ad accasarsi con i Verdi, ma la strada, nonostante la decisione di aprire un tavolo di trattative, è ancora in salita. “

Insomma, i Verdi non sarebbero molto convinti di allearsi con i grillini.

Il fatto che non siano più alleati della Lega di Matteo Salvini li agevola: ma resta la posizione assunta verso il vecchio potere della signora Merkel: e questo non è certo un buon viatico per diventare alleati dei Verdi che, fino ad ora, nel Parlamento Europeo, hanno tenuto una posizione non certo favorevole al liberismo dominante nella UE.

“Dopo la fine della coalizione con la Lega – dice Lamberts – un importante ostacolo è stato eliminato. Ma voglio sottolineare che è stato tolto da Matteo Salvini, non da Luigi Di Maio, Davide Casaleggio, Beppe Grillo. Se Salvini non avesse tentato il suo colpo quest’estate, i M5s sarebbe ancora insieme alla Lega”.

Lamberts va più in là e precisa:

“Abbiamo visto che Davide Casaleggio, che è il vero boss del partito, si sente perfettamente a suo agio con Steve Bannon (l’ideologo di Donald Trump, ndr), che non è esattamente uno dei pensatori chiave dell’ideologia verde. Malgrado il fatto che il gruppo dei 5 stelle qui (al Parlamento europeo, ndr) sia molto vicino a noi su moltissimi temi, il fatto è che abbiamo a che fare con un’organizzazione che non è un partito, che di base è posseduta da un’azienda, che a sua volta è posseduta da una persona”.

“Ciò – continua l’esponente dei Verdi del Belgio – è al di sotto di quelli che considero i criteri di base della democrazia interna. Si può dire che sia molto democratico, perché la piattaforma Rousseau raccoglie i voti delle persone, ma questo non è assolutamente il nostro modo di concepire la democrazia rappresentativa”.

Aggiungiamo noi: in Commissione Europea sostenitori della popolare Ursula von der Leyen, in Italia alleati del PD e nel Parlamento europeo alleati dei Verdi europei? Questo sputtanerebbe a vita gli stessi Verdi Europei!

QUI L’ARTICOLO DI EUROPA TODAY

 Foto tratta da Il Post

 

 

 

 

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