Lo abbiamo già scritto e lo ribadiamo: con Renzi finirà buona parte degli ex democristiani. In queste ore ha aderito Clemente Mastella, sindaco di Benevento e marito della senatrice Sandra Leonardo (che ovviamente passerà con Renzi facendogli guadagnare un seggio ad Senato). Vediamo perché, in Sicilia, Renzi potrebbe diventare un interlocutore del Governo di nello Musumeci
L’abbiamo già scritto più vole e lo ribadiamo: Matteo Renzi, con il suo nuovo soggetto politico – Italia Viva – raccoglierà sotto la sua ala buona parte degli ex democristiani: parlamentari, ex parlamentari ed elettori. Non perché il suo sia un progetto politico centrista (Renzi non ha nulla a che vedere con il centro: è legato all’Europa dell’euro, che è liberista-globalista), ma perché questo mono non ha alternative. E infatti ha già messo all’incasso la prima adesione ‘pesante’: quella di Clemente Mastella, attuale sindaco di Benevento.
Con questo passaggio Renzi guadagna anche un senatore:
“In Senato – leggiamo su il 24.it – Sandra Lonardo, moglie di Mastella, dovrebbe aderire nelle prossime settimana al gruppo Italia Viva. Mentre Mastella lavorerà a una lista per le prossime elezioni regionali in Campania”.
In Campania, adesso, ci sarà da ridere. Perché Renzi andrà a scompigliare i piani del centrodestra e del centrosinistra.
Ma a noi della Campania interessa fino a un certo punto. Quello che cerchiamo di sottolineare è che Renzi è un avversario insidiosissimo: perché, che piaccia o no a chi pensava di aver ‘chiuso i giochi’ ingabbiando gli ormai sbandati grillini nel Governo, Renzi battitore libero diventa, giocoforza, la sponda di tutti gli ex democristiani.
Anche in Sicilia ancora non abbiamo visto niente. Il PD siciliano dei vari ‘spompati’ Antonello Cracolici, Giuseppe Lupo è ormai un vuoto politico a perdere. Ricordiamo che, su 11 deputati regionali eletti all’Ars, ben nove non fanno parte della tradizione post comunista: e a questi Renzi potrebbe comunque offrire un futuro che il PD non può certo offrire.
Pure sugli ex democristiani Renzi, di fatto, ha già lanciato una sorta di ‘Opa’ politica. Leggiamo qua e là che l’ex presidente della Regione, Raffaele Lombardo, da ex democristiano ‘scafato’, starebbe valutando l’ipotesi di passare con Renzi. E Lombardo, ovviamente, non sarebbe il solo.
Ci dicono che l’UDC di Lorenzo Cesa “non aderirà mai” al nuovo soggetto politico di Renzi. Peccato che la parola “mai”, nel linguaggio democristiano, non esiste, perché da quelle parti si media sempre e su tutto: figuriamoci se Cesa dirà di no – ovviamente con le opportune garanzie – a un gruppo di ex democristiani!
Come già scritto stamattina, per ora l’assessore Roberto Lagalla e l’immarcescibile Salvatore ‘Totò’ Cardinale da Mussumeli hanno che non passeranno con Renzi: trattandosi di ex democristiani abituati a dire una cosa, pensarne un’altra e farne un’altra ancora, non escludiamo che, sottobanco, stiano già trattando con Renzi. Cosa?
Qualcuno adesso ci prenderà per matti leggendo che, a nostro avviso, Renzi potrebbe arrivare a lambire, in positivo, il Governo regionale di Nello Musumeci. Vediamo perché siamo ‘matti’ partendo dalla situazione attuale.
Grillini ed esponenti del PD – che ormai in Sicilia sono tutta una cosa (ad eccezione dei grillini che, piano piano, si vanno dissociando da questo abbraccio politico demenziale) – adesso, a Roma, fanno anche impugnare le leggi approvate dall’Ars.
Non vi ‘scandalizzate’: da quando è stato, di fatto, eliminato il ‘filtro’ del Commissario dello Stato per la Regione siciliana (dove operavano dei giuristi), le impugnative del Governo nazionale non hanno più un legame certo con il Diritto Costituzionale e con il Diritto Amministrativo: le leggi approvate dal Parlamento dell’Isola vengono impugnate per motivazioni di natura ‘giuridico-politica’: così ha voluto il centrosinistra quando governava, contemporaneamente, l’Italia e la Regione siciliana (magari con qualche sinergica ordinanza della Corte Costituzionale…).
A Sala d’Ercole il Governo Musumeci non ha più una maggioranza. Ma Renzi – che in Sicilia non è messo male – ‘svuotando’ un po’ il gruppo parlamentare del PD, magari insieme con gli ex democristiani (il citato Lombardo in testa, ma non solo lui) potrebbe diventare l’interlocutore e la sicura ‘sponda’ in Aula del Governo Musumeci.
Con un eventuale accordo con Renzi, il Governo Musumeci – e in particolare l’assessore all’economia, Gaetano Armao, che prima di avvinarsi a Forza Italia negli anni ’90 era anche lui un democristiano – avrebbe un aggancio con il Governo nazionale: un aggancio serio, non come il rapporto impossibile con i leghisti di Salvini!
Un eventuale asse con i renziani di Sicilia consentirebbe al Governo Musumeci di ridimensionare gli effetti delle intemperanze del solito Gianfranco Miccichè, che anche da presidente dell’Ars continua a comportarsi come si è sempre comportato: come il rampollo viziato di una famiglia benestante che vuole sempre tutti i giocattoli…
Foto tratta da Anteprima 24.it
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