Tema: come appioppare più tasse agl’italiani: dopo l’IVA sulla patente la tassa sui contanti!/ MATTINALE 397

12 settembre 2019

Il Governo PD-Movimento 5 Stelle comincia a mostrare il suo vero volto: che è un volto che somiglia sempre di più a quello di Mario Monti. Va in questa direzione la proposta di tassare il denaro contante lanciata da Confindustria. Che è, poi, il sogno dei liberisti che controllano l’Unione Europea: eliminare le libertà soggettive, trasformare i cittadini in consumatori-sudditi, penalizzare le piccole e medie imprese e sostenere i grandi gruppi economici…

Il PD è tornato al Governo e stanno tornado le tasse. E vai! Del resto, Mario Monti, quello dell’IMU e della legge Fornero, non ha applaudito e votato l’accoppiata Movimento 5 Stelle-Partito Democratico? E Roberto Gualtieri, quello del Fiscal Compact e della Grecia, non è forse il nuovo Ministro dell’Economia? Già appena sono arrivati, prim’ancora del voto di fiducia in Parlamento al Governo Conte bis, Peppino, Giggino e Robertino si sono presentati agl’italiani con l’IVA sulla patente, arretrati compresi. E ora, con l’aiutino di Confindustria (quelli che in Sicilia avevano Antonello Montante), stanno pensando di anticipare, addirittura!, l’Europa dell’euro: una bella tassa sul denaro contante!

La cosa bella di tutta questa storia è che, con una sfacciataggine che è pari all’arroganza dell’Unione Europea dell’euro, vanno dicendo in giro che sì, il passato Governo italiano populista non poteva avare Paolo Savona Ministro dell’Economia e non poteva indebitarsi oltre il 2,1%, ma il nuovo Governo – pare che Paolo Gentiloni sia stato fatto commissario europeo dimezzato all’Economia anche per questo – potrà indebitarsi fino al 3, forse fino al 4, magari anche fino al 5%.

Ragazzi, ormai si largheggerà: la Germania è in recessione perché non riesce più a vendere le sue automobili (che, detto tra noi, sono costosissime e non sono per niente belle come dicono), mentre in Francia il debito pubblico vola ben oltre quello italiano.

Vero è che nessuno aprirà un dibattito sul perché con l’euro, per pagare gli stipendi ai medici della sanità pubblica e ai professori delle scuole, bisogna indebitarsi (chissà se un giorno Giuliano Amato e Romano Prodi lo spiegheranno con parole semplici), però con la storia che l’Italia potrà indebitarsi di più – come già detto fino al 4-5% – molti hanno pensato che le tasse si ridurranno. Errore tragico!

L’Italia si indebiterà di più, ma come ai tempi del Governo Renzi, quando il debito pubblico italiano aumentava, la tessa aumentavano, perché i soldi servivano per i ‘famigerati’ 80 euro, per i 500 euro ai giovani e altre clientele varie.

Insomma, gl’italiani si preparino a pagare nuova tasse. Una, come già accennato, potrebbe essere una nuova tassa sui contanti.

leggiamo in una nota dell’ANSA:

“Incentivi all’uso della moneta elettronica e disincentivi all’uso del contante. E’ la proposta operativa messa a punto dal Centro studi di Confindustria nell’ambito del dibattito su come recuperare gettito fiscale in preparazione della prossima legge di bilancio”.

Traduzione: se il tanto vituperato Governo di grillini e leghisti, pur non superando il 2,1% di indebitamento, ha utilizzato una decina di miliardi di euro per far partire il Reddito di cittadinanza e Quota 100, adesso cambia la filosofia: ogni euro che dovrà essere impiegato in Italia dovrà prima uscire dalle tasche del’italiani!

Prosegue la nota dell’ANSA sempre a proposito della nuova tassa sul denaro contante:

“La proposta, si legge in una nota, non comporta oneri aggiuntivi netti per la finanza pubblica e può dare ‘un recupero di gettito attraverso la riduzione dell’evasione fiscale'”.

Siamo arrivati al secondo punto: tassando il denaro contante (per esempio appioppando una bella tassa dai prelievi in banca, o dai prelievi con il bancomat) si incentivano sì i cittadini ad usare la transazione elettronica (che magari potrebbe usufruire di uno sconto, comunque inferiore, in proporzione, alla tassa sul contante), ma si mettono sotto controllo gli stessi cittadini!

Eh sì, al ‘Grande fratello’ del nostro tempo non bastano più i telefoni cellulari grazie i quali sanno con chi parliamo, non bastano più microfoni e telecamere ovunque (per la sicurezza, per carità!), non bastano più i computer che si ‘aggiornano automaticamente’, non basta più la tecnologia 5G che deve eliminare gli alberi che stanno di fronte le nostre case per potere consentire il controllo integrale di ciò che facciamo: adesso ci debbono pure togliere la moneta contante.

Leggiamo ancora cosa Confindustria propone, sempre nella nota ANSA:

“Nello specifico, si propone un primo intervento di sconto sulle transazioni elettroniche, con un credito di imposta del 2% al cliente che paga con carta di pagamento”.

Notate: non è che pagando con le transazioni elettroniche pagheremo di meno: assolutamente no. Ci faranno uno sconto sulle tasse che andremo a pagare!

“Un secondo intervento – prosegue la proposta di Confindustria – è invece costituito da una commissione sui prelievi di contante. Sembra ragionevole assumere di esentare i prelievi mensili fino a 1.500 euro: ciò si traduce in un’esenzione dalla commissione per il 75% dei conti italiani. Applicando una commissione del 2% sui prelievi eccedenti tale soglia – stima il Csc – si avrebbe un gettito annuale di circa 3,4 miliardi”.

Avete capito il gioco? Chi preleverà, ogni mese, dal proprio conto corrente, più di mille e 500 euro pagherà una commissione del 2%! E il Governo di PD e grillini avrà sfilato dalle tasche degl’italiani 3,4 miliardi di euro all’anno.

Direte: vabbé, gli italiani si adegueranno e preleveranno non oltre mille e 500 euro al mese.

Ora, a parte che un provvedimento del genere lede la libertà delle persone (ma questo nell’Unione Europea dell’euro controllata dai liberisti conta poco, perché il progetto è quello di trasformare i cittadini in semplici consumatori-sudditi), questo potrebbe funzionare per le famiglie.

Ma non potrebbe funzionare per le piccole e medie imprese italiane. Perché? Semplice. In un Paese dove la pressione fiscale non va oltre il 20-25% un provvedimento del genere, anche per le piccole e medie imprese, potrebbe funzionare. ma in Italia, dove la pressione fiscale sfiora il 50%, tale limite renderebbe la vita difficilissima alle piccole e medie imprese.

Ma forse il fine è proprio questo… mettere sempre più in difficoltà le piccole e medie imprese e dare sempre più spazio alle multinazionali (si pensi alle attività commerciali: via i piccoli negozi artigianali e spazio alla Grande distribuzione organizzata oggi in crisi, che recupererebbe margini a spese del piccolo commercio).

Viva la ‘libertà’, viva Confindustria, viva la UE. E viva il Governo PD-Movimento 5 Stelle…

Foto tratta da QuiFinanza 

QUI L’ARTICOLO DELL’ANSA

 

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