I dazi doganali USA contro la Cina? Un ‘siluro’ contro i liberisti e la UE (liberista)

31 agosto 2019

Quando Putin parla di “Terza guerra mondiale” non si allontana molto dal vero. La differenza con il passato è che non si combatte con le armi, ma con le banche, la finanza, i dazi doganali, lo spread e via continuando. E’ una guerra dove USA e Cina dettano legge. E dove la UE dell’euro e i liberisti che la controllano sono oggi in grande difficoltà. La recessione tedesca, l’attacco a Hong Kong, la nuova ‘invasione’ di migranti in Europa via Italia e altro ancora… 

di Economicus

Quante fesserie ci stanno raccontando sui dazi doganali degli USA contro la Cina?

E quante fesserie ci propinano sulla ‘rivolta per la libertà’ di Hong Kong?

Per non parlare delle ‘libertà violate’ del Parlamento inglese che vorrebbe bloccare la Brexit in barba alla volontà popolare!

L’attacco alla rete elettrica di Mosca da parte USA, denunciata qualche mese fa da Putin, con lo stesso Putin che parla di “Terza guerra mondiale”, sarebbe una bufala?

E degli aerei che solcano a bassa quota il cielo prima delle piogge?

Cominciamo con i dazi doganali che l’America di Trump sta appioppando alla Cina. In realtà, è già il secondo intervento. I dazi americani sui prodotti industriali cinesi ci sono già: la novità è che passeranno dal 25 al 30%.

I DAZI USA – Gli americani sono matti? Forse non sono scemi. Su Il Sole 24 Ore leggiamo che sono 240 i “miliardi dello stimato costo economico annuale per gli Stati Uniti del furto di proprietà intellettuale a opera della Cina. Stando alla Commission on the Theft of American Intellectual Property, Pechino è responsabile di circa l’80% di queste violazioni. La Cina negli ultimi sette anni è stata al centro del 90% dei casi di spionaggio industriale indagati dal Dipartimento della Giustizia americano e di due terzi dei casi di furto di segreti industriali”.

E’ o no una guerra commerciale a tutti gli effetti? Sempre su Il Sole 24 Ore leggiamo: il 2025 sarà “l’anno di compimento del piano Made in China 2025. È la grande strategia industriale cinese che, accanto al progetto infrastrutturale internazionale Belt and Road Inititive, preoccupa gli Stati Uniti e anche l’Occidente per le sue vantate ambizioni di supremazia globale nel comparto manifatturiero hi-tech. Pechino persegue un disegno con vasto sostegno statale alle imprese”.

Avete letto bene: “Sostegno statale alle imprese”. Ennesima dimostrazione che la Cina non è un Paese capitalista: è un Paese comunista che usa il capitalismo per provare a distruggere lo stesso capitalismo. O dobbiamo fare finta di non vedere quello che succede?

Altro dato tratto da Il Sole 24 Ore: sono 1,1 “le migliaia di miliardi di dollari in titoli del Tesoro Usa nelle cassaforti cinesi a giugno. È testa a testa con il Giappone quale principale possessore di Treasuries statunitensi. Alcuni osservatori temono che la Cina possa usare l’arma della cessione di titoli se costretta all’angolo, ma la maggior parte degli analisti è convinta non lo farà perché danneggerebbe la sua stessa stabilità finanziaria”.

In tutto questo si ignora un fatto: e cioè che la guerra commerciale tra USA e Cina – che sono le più importanti economie del Pianeta – avrà effetti anche nel resto del mondo.

Gli effetti collaterali li lasciamo ai tecnici. Noi ci occupiamo di un dato oggettivo: in questo momento le due più grandi economie del mondo hanno deciso di mettere un freno alla follia del liberismo economico senza freni che, per esempio, controlla l’Unione Europea dell’euro.

Detto in parole crude: non si può escludere che la guerra dei dazi USA-Cina sia anche un gioco delle parti per scardinare il sistema liberista e l’Eurozona.

UE: SCENDILETTO DI LIBERISTI E GERMANIA – Ci sono dubbi sul fatto che l’Unione Europea dell’euro sia diventata lo scendiletto dei liberisti? Solo un cretino può negare questa evidenza.

Basti pensare al CETA, il trattato commerciale tra Unione Europea e Canada: fregandosene di quanto previsto dai trattati, la UE sta applicando il CETA senza avere ancora ‘incassato’ il sì dei Parlamento dei 27 Paesi che fanno parte della stessa UE.

Nessuno, in Europa, può derogare ai trattati UE, tranne la Commissione Europea che può invece fare quello che vuole!

Il timore – assolutamente fondato – è che la guerra dei dazi doganali tra USA e Cina costringa anche altri Paesi del mondo a difendere le proprie produzioni. In questo momento non è il caso dell’Unione Europea, area del mondo dove la democrazia, su alcune questioni centrali, di fatto, è stata ‘sterilizzata’ (da quando la UE ha perso un paio di referendum, accertato che i cittadini europei, quando votano, votano in massa contro l’Unione Europea, la UE ‘democraticamente’, ha bloccato la celebrazione dei referendum. viva la democrazia!).

IL RITORNO KEYNES NELLA UE? Di fatto, la Germania, grazie all’euro – “la moneta senza Stati” – ha scaricato su alcuni Paesi europei (Italia e Grecia in testa) i costi della propria riunificazione). Ma adesso le scelte monetarie (che nella UE governano le scelte politiche) si stanno ritorcendo contro la stessa Germania e contro la stessa Eurozona: a furia di derubare alcuni Paesi europei con il gioco dei tassi d’interesse e degli interessi truffaldini sul debito, la crisi di domanda si sta ritorcendo contro la Germania.

Si riducono gli acquisti di automobili tedesche. Risultato: le industrie automobilistiche tedesche, non sapendo a chi vendere le proprie auto (visto che i Paesi europei che dovrebbero acquistarle si sono impoveriti grazie alle ottuse e antikeynesiane politiche monetarie ed economiche della Banca Centrale Europea (BCE) che, ricordiamolo, è una banca privata!), riducono le importazioni di prodotti che servono alla produzione delle stesse auto tedesche.

Chi ne farà le spese? L’Italia in testa!

Secondo voi che affetti avrà la stretta sui dazi doganali degli USA? Aiuterà o accentuerà la crisi economica europea, che tra qualche settimana verrà ribattezzata recessione?

Che succederà?  Semplice: che la Germania, tramite la BCE (che è un’articolazione della stessa Germania) quando comincerà ad avvertire ‘bruciore in certe parti’, riesumerà il keynesismo economico. Insomma, Keynes, buttato fuori dalla porta della UE germanocentrica rientrerà dalla finestra…

Allora, puntate gli orologi: tra un paio di mesi la Commissione Europea controllata dai tedeschi rilancerà l’intervento pubblico nell’economia e i liberisti faranno come i pazzi…

HONG KONG – Che si tratti di una guerra globale del tutti contro tutti lo si può desumere da quello che sta succedendo da qualche settimana a questa parte a Hong Kong. Dove, al di là delle bugie raccontate da chi parla di manifestazioni per la libertà, lo scenario è semplicissimo: vorrebbero ‘sfilare’ Hong Kong alla Cina.

Le manifestazioni di libertà sono orchestrate da chi vuole raggiungere tale obiettivo. Inutile chiedersi chi è che vorrebbe togliere Hong Kong ai cinesi. I liberisti di certo: e anche gli americani. Diciamo che è in corso una guerra per ‘infilarsi’ a Hong Kong. Aggiungiamo che la Cina non lo permetterà. Diciamo che la guerra continuerà.

IL REGNO UNITO USCIRA’ DALLA UE –  In queste ore i TG italiani ‘drammatizzano’ la notizia dell’attacco al cuore del Parlamento del regno Unito. fesserie col botto. A quanto pare, è la maggioranza del Parlamento inglese che, contro la volontà popolare, vorrebbe bloccare la Brexit.

Vi anticipiamo che l’operazione non riuscirà. Perché accanto al Regno Unito e al suon premier, Boris Johnson, ci sono gli USA: dollari e, soprattutto, armi. Fine del gioco: il Regno Unito uscirà dalla UE alle condizioni stabilite dal Regno Unito. E la UE? Le forzature e i ricatti politici vanno bene con la Grecia e con l’Italia. Con il Regno Unito – come avvenuto durante la Seconda  guerra mondiale – i tedeschi e la UE tedesco-centrica si attaccheranno al tram!

PUTIN – Il leader della Russia difende le proprie posizioni. Non è il più forte di tutti. Ma non è nemmeno il più debole. E non è fesso. Le pressioni sull’Ucraina continueranno. servono più che altro a tenere Putin sotto pressione. Ma non sarà una vera ‘guerra’.

In questo momento l’obiettivo degli USA non è la Russia: è l’Unione Europea. Con i dazi doganali in aumento sui prodotti cinesi gli americani, oltre a colpire la Cina, colpiscono il sistema liberista del quale la UE è prigioniera. L’obiettivo USA è quello di scardinare lentamente l’Europa dell’euro.

Gli americani non hanno dimenticato che l’euro nasce per due ragioni: per dare alla Germania la leadership sull’Europa senza bisogno di ricorrere alle armi e per sostituire il dollaro negli scambi internazionali.

Fino a quando gli USA non vedranno l’Eurozona a pezzi non si fermeranno. Un anno fa o giù di lì Trump ha detto a chiare lettere che “l’Unione Europea è un nemico degli Stati Uniti”: visto dalla sua parte ha perfettamente ragione.

Obama ha ‘ridisegnato’ gli equilibri in Nord Africa per aprire la via a un’imponente corrente migratoria dall’Africa all’Europa, sfruttando l’ingordigia di chi guadagna una barca di soldi sul trasporto via nave dei migranti e sull’assistenza agli stessi migranti. Obama è stato abilissimo ad iniziare a scardinare l’Eurozona: gli hanno anche dato il Premio Nobel per la pace…

Con molta probabilità, il nuovo Governo che dovrebbe vedere la luce in Italia con il ritorno di Renzi e Prodi dovrebbe provare a ripristinare i tempi d’oro dell’operazione Mare Norstrum. Ma non crediamo che i Paesi europei siano particolarmente felici di questo e abbiamo anche la sensazione che i grillini abbiano capito il gioco…

Una delle poche voci che ha capito il gioco sui migranti in Italia è quella del giovane filosofo Diego Fusaro: ma è troppo debole e non ha molta voce in capitolo.

In Italia, se non si andrà al voto, ci sarà da ridere…

QUI PER ESTESO L’ARTICOLO DE IL SOLE 24 ORE  

Foto tratta da Il Fatto Quotidiano

 

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