Gli incendi di Palermo e Monreale, Pino Apprendi: “E io vi dico che…”

3 agosto 2019

Riportiamo il parere di Pino Apprendi, dirigente storico della sinistra di Palermo, perché nella vita fa il Vigile del fuoco e, d conseguenza, conosce bene i problemi di questo settore

Pino Apprendi, figura storica della sinistra di Palermo, più volte deputato regionale, nella vita fa il Vigile del fuoco. E di incendi se ne intende. per questo riteniamo importante leggere quanto scrive.

“Fuoco da Scopello a Termini Imerese, gente che fugge dalle proprie abitazioni, Vigili del fuoco , operai forestali e volontari allo stremo delle forze. E’ sempre lo stesso scenario che si ripete nelle giornate in cui caldo e vento si accordano per consentire a mani vili e menti perverse di appiccare il fuoco”.

“Ci sono due momenti importanti che bisogna analizzare – prosegue Apprendi -. Il primo è la prevenzione, capire se tutto ciò che poteva farsi è stato fatto, se i Sindaci hanno emesso le ordinanze per far sì che i privati procedessero a pulire i propri terreni e se poi hanno controllato. Se chi ha il compito di realizzare i viali parafuochi, la pulizia del sottobosco e dei bordi delle strade ha provveduto per tempo, se sono stati preparati i piani di prevenzione e i sistemi di allertamento”.

“L’altra parte è la repressione – dice sempre l’uomo politico che oggi fa parte del gruppo de I Cento Passi -. Su questo credo che le forze in campo questa notte abbiano fatto tutto ciò che era nelle loro possibilità ed anche di più. Il vero problema rimane la modalità di quanto è successo. Lo scenario e la tecnica da guerriglia è sempre la stessa: otto incendi accesi nel buio quasi contemporaneamente, da Scopello a Termini Imerese, con i mezzi aerei impossibilitati ad intervenire e con gli uomini già stressati dalla giornata particolarmente calda e impegnativa. Una lotta impari, che chi ha acceso i fuochi aveva preventivato e programmato”.

“Va rivista tutta la materia in ambito forestale – sottolinea ancora Apprendi -. In Sicilia va coperto l’organico delle guardie forestali e ripristinata la dirigenza con laurea specifica. Stessa cosa vale per i Vigili del fuoco, ricordiamoci che lo stesso personale, dal punto di vista numerico, che tutti i giorni affronta il soccorso tecnico urgente nelle nostre città viene impiegato negli incendi boschivi. La domanda che tutti ci poniamo è: chi ha concreti interessi a creare questo disastro ambientale mettendo a rischio la vita di tante famiglie? Non sarà facile trovare risposta a questa domanda e ancora una volta tutto sarà archiviato”.

Dopo di che aggiunge il P.S.

“Non parlate di piromani, di gente malata, (almeno in questo caso)”.

Concordiamo in buona parte con Apprendi. E gli poniamo una domanda: e se – come denuncia il SIFUS – la Regione non ha operato correttamente sul piano della prevenzione come dovrebbero essere ripartite le responsabilità tra i protagonisti di queste tragedie ambientali?

 

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