Ars, tutti in ‘meritata’ vacanza’ dopo il tentativo di scippare altri soldi agli ospedali pubblici della Sicilia!

1 agosto 2019

Da ieri l’Ars è in vacanza. Vi raccontiamo come il Governo Musumeci e i 70 ‘califfi’ di Sala d’Ercole stanno provando a ‘risparmiare’ altri 125 milioni di euro sulla sanità pubblica siciliana già a pezzi proprio per mancanza di risorse finanziarie. Cronaca di una vergogna che è stata solo rimandata a settembre. L’ombra della Corte Costituzionale che potrebbe bloccare questo ennesimo, vergognoso scippo agli ospedali pubblici della nostra Isola. Il ‘caso ‘delle rette ai centri per malati psichiatrici  

Negli ospedali pubblici della nostra Isola mancano medici e infermieri perché non ci sono soldi. Eppure, ieri, in Assemblea regionale siciliana, muto tu e muto io, stava quasi per passare un provvedimento in base al quale si tolgono altri 10 milioni di euro al servizio sanitario regionale, cioè agli ospedali pubblici della Sicilia!

Questa non è cronaca politica: è cronaca di un’ennesima infamia mancata solo perché i 70 deputati del Parlamento dell’Isola non si sono messi d’accordo su come spartirsi anche questi 10 milioni di euro scippati alla sanità pubblica siciliana.

Così i 70 ‘califfi’ di Sala d’Ercole se ne sono andati in vacanza, a godersi il ‘meritato’ riposo: la spartizione di altri 10 milioni di euro tolti alla sanità pubblica siciliana  e altri 10 milioni di euro di fondi globali è rimandata a settembre, come gli studenti rimandati di un tempo (magari c’è pure un parallellismo…).

D’accordo: i Governi regionali del passato – il ‘famigerato’ Governo di Rosario Crocetta a ‘trazione’ PD – hanno svuotato le ‘casse’ della Regione siciliana grazie ai ‘Patti scellerati’ siglati con il Governo nazionale di Matteo Renzi. Ma questo – lo chiediamo soprattutto al presidente della Regione, Nello Musumeci – è un buon motivo per scippare altri soldi alla sanità pubblica siciliana? E’ un buon motivo per imitare, anzi per emulare i Governi regionali del PD?

Ormai la politica siciliana, rispetto ai temi della sanità pubblica, ‘viaggia’ sui binari della vergogna. Lo scorso anno il Governo Musumeci ha ‘risparmiato’ 115 milioni di euro sulla sanità pubblica (cioè sugli ospedali pubblici della Sicilia, a cominciare dai Pronto Soccorso!) per pagare le rate dei mutui ai Comuni.

Sempre lo scorso anno, non contento di aver ‘risparmiato’ 115 milioni di euro sulla sanità pubblica, il Governo Musumeci ha trovato altri 12 milioni di euro circa ‘risparmiando’ sapete su che cosa? Sui farmaci innovativi! Come se i 5 milioni di siciliani più gli immigrati non avessero bisogno di farmaci innovativi!

Quest’anno la scippo alla sanità pubblica siciliana – cioè, lo ribadiamo, agli ospedali pubblici della nostra Isola e ai cittadini siciliani – si sta ripetendo tale e quale: c’è la previsione di scippare, per il 2019, altri 115 milioni di euro da dare ai Comuni e, come scritto all’inizio, ci sono 10 milioni di euro ‘risparmiati’ sempre dal Fondo sanitario regionale!

Il tutto, lo ribadiamo, nel silenzio totale e senza vergogna!

Del resto, chi è che sbatte in faccia questi ‘numeri’ al presidente della Regione, il citato Musumeci, al presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, al vice presidente della Regione e assessore all’Economia, Gaetano Armao (che in commissione Bilancio e Finanze, a quanto pare, sullo scippo di 10 milioni alla sanità pubblica siciliana di quest’anno si è rimesso al volere della stessa commissione: che coraggio da leone, assessore Armao!) e all’assessore alla Salute (sua forse, non certo dei siciliani…), Ruggero Razza?

Ci chiediamo e chiediamo: ma davanti a queste vergogne non dovrebbero essere i medici pubblici della Sicilia – i medici che lavorano negli ospedali pubblici della Sicilia, nei Pronto Soccorso della Sicilia – magari insieme ai sindacati dei medici a scendere in piazza per andare a dire a questi 70 deputati regionali:

“Ma che state combinando? Ma come vi permettete a togliere i soldi alla sanità pubblica siciliana, come vi permettere, in un momento di gravissima crisi della sanità pubblica siciliana, a ‘risparmiare’ 115 milioni di euro per pagare i Comuni e poi a ‘risparmiare’ altri 10 milioni di euro per pagare le vostre clientele?”.

Ormai va a ruota libera, la politica siciliana. Senza vergogna. Che vi dobbiamo dire, cari lettori de I Nuovi Vespri, che nel 2017, poco prima della chiusura della legislatura è stata approvata una raffazzonata riforma in materia di interventi socio-sanitari e che i ritardi – cosa incredibile! – nel pagamento delle rette ai centri per i malati psichiatrici erano di venti mesi e tali sono rimasti dopo la ‘riforma’?

Pensate un po’: fino a qualche anno fa le rette ai centri per i malati psichiatrici della Sicilia li pagava per il 70% la Regione e per il 30% i Comuni. Era già una forzatura, perché i malati psichiatrici sono, per l’appunto, malati: e della sanità si occupano le Regioni.

Ma qualche anno fa il Governo regionale siciliano di centrosinistra – il Governo che ha consentito al Governo nazionale del PD di svuotare le ‘casse’ della Regione – ha stabilito che il 90% delle rette dei centri dei malati psichiatrici è a carico dei Comuni e solo il 10% è a carico della Regione!

Insomma, grazie al PD siciliano la Sicilia è l’unica Regione italiana nella quale i malati psichiatrici sono tali – cioè malati – solo al 10%: per il restante 90% i malati psichiatrici siciliani sono un problema ‘amministrativo e contabile’ dei Comuni!

Come finirà con queste vergogne? Sembra che stia intervenendo la Corte Costituzionale. Vuole capire se la Regione siciliana che ogni anno toglie soldi alla sanità pubblica sta assicurando ai siciliani i cosiddetti Lea, i Livelli essenziali di assistenza. Chissà, magari è la volta che si metterà in discussione tutto il sistema di pagamenti impropri che la regione siciliana effettua con i soldi del Fondo sanitario regionale (SAS, mutui e ARPA). 

Comunque noi vorremmo ‘rassicurare’ i giudici costituzionali: non sappiamo se ai siciliani siano garantiti i Lea (secondo noi no, a giudicare da quello che vediamo nei Pronto Soccorso e a giudicare dalla mancanza di posti letto negli ospedali pubblici), ma siamo certi che i Lea, i politici siciliani, se li sono garantiti alla grande: infatti quando questi signori e i loro parenti e amici stanno male sono pronti a riceverli con tutti gli onori i grandi Centri sanitari privati pagati ogni anno profumatamente dalla stessa Regione: su grandi Centri sanitari privati, infatti, il Governo e l’Assemblea regionale siciliana non ‘risparmiano’…

Non solo non risparmiano, ma non rendono noto ai cittadini siciliani quanto ogni anno erogano ai grandi Centri sanitari privati: i dati non sono presenti nel Bilancio regionale e se provate a chiederli alla commissione sanità del Parlamento siciliano vi dicono che non sanno nulla…

 

 

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