La Francia di Macron fa la voce grossa con Boris Johnson, ma in realtà conta quanto la UE (cioè nulla)

29 luglio 2019

Un interessante articolo di Scenari economici racconta come, in modo scomposto e irrazionale, la “ventriloqua di Macron”, Nathalie Loiseau, prova a imporre penalizzazioni al Regno Unito. In realtà si scopre che, da un eventuale braccio di ferro, a perderci sarebbero Francia, Germania e anche Italia (che finirebbe di esportare il vino in Inghilterra) 

L’Unione Europea e, in particolare, la Francia hanno la forza per ‘ricattare’ (politicamente, ma anche economicamente) il Regno Unito e, segnatamente, il suo nuove premier, Boris Johnson?

A questa domanda prova a rispondere un articolo pubblicato da Scenari economici. L’articolo parte da una dichiarazione, forse eccessivamente ottimista, di Nathalie Loiseau che “è un membro del partito macronista nota per dire le cose chiare, senza girarci attorno, e questa schiettezza, unita ad una mancanza di strumenti diplomatici, le ha fatto perdere la guida del gruppo europeo RE”.

Ebbene, racconta Scenari economici, in un’intervista a SkyNews la francesina un po’ spocchiosa dice che, nonostante quanto affermato da Boris Johnson, non ci sarà alcun accordo commerciale se il Regno Unito non pagherà 39 miliardi di sterline (circa 43 miliardi di euro). Non solo: il regno Unito dovrà garantire il confine irlandese e dovrà garantire i diritti dei cittadini comunitari.

Insomma, la UE si comporta come se fosse una potenza mondiale, e non una sommatoria informe di Paesi che, ormai, hanno in comune solo una moneta unica che fa acqua da tutte le parti: una moneta unica, osserva il premio Nobel per l’Economia, Joseph Eugene Stiglitz, che ha messo insieme l’ideologia neoliberista esaltata all’ennesima potenza, gli interessi delle multinazionali e la gretta visione mercantilistica della Germania.

Questa Unione Europea (che è tale solo di nome) adesso, con la Francia che non è nei ‘casini totali’ solo perché ancora oggi sfrutta 14 Paesi africani, si permette pure di alzare la voce con il Regno Unito!

“Boris Johnson – leggiamo su Scenari economici – ha già affermato che non ci saranno problemi per i cittadini comunitari e sul tema del confine irlandese ci sono discussioni in corso”.

Sempre secondo Scenari economici, “il confine irlandese è un problema risolvibile”, mentre i problemi potrebbero arrivare dai soldi che la UE chiede al Regno Unito.

“Insomma – scrive Scenari economici – si tratta di un vero e proprio ricatto quello fatto dalla macronista: o mollate i soldi oppure niente accordo. Cosa succederebbe senza un ‘Deal’? Che verrebbero applicate le norme del WTO, al quale aderiscono sia la UE (che ne fa una propria stella guida) che il Regno Unito e che prevede la possibilità di imporre dei dazi, ma solo in modo molto limitato”.

Ma chi danneggerebbero, alla fine, i dazi?

“La Loiseau – leggiamo sempre su Scenari economici – dimentica due punti essenziali:

la UE ha un fortissimo avanzo commerciale, per cui il problema sarebbe soprattutto a carico dei paesi UE, Germania e Francia in testa, le cui esportazioni verrebbero penalizzate dai dazi di ritorsione inglesi;

gli USA hanno promesso un ‘Ottimo accordo commerciale’ con il Regno Unito di Johnson, per cui l’export europeo sarebbe sostituito da quello a stelle e strisce. Il vino francese e quello italiano sarebbero soppiantati da quello australiano e californiano, le auto tedesche da quelle giapponesi, altro Paese disposto ad un accordo commerciale con il Regno Unito.I prodotti di consumo da quelli cinesi”.

Forse la Francia, dopo le batoste che gli sono arrivate in testa negli ultimi anni (la guerra alla Libia non gli ha portato molte fortuna) non sembra essere guidata da politici molto lucidi:

“La Loiseau – commenta sempre Scenari economici, non senza una punta di ironia – non è altro che la voce ventriloqua di Macron, magari espressa senza veli e senza freni. Macron ed i suoi sottomessi sono vittime del proprio eurocentrismo quasi razzista: per loro l’Europa è il massimo, non si può vivere senza, e possono quindi permettersi di fare quello che vogliono.La verità è che l’Europe è, economicamente e politicamente, un frammento secondario di un mondo in crescita, da cui si sta tagliando fuori. Solo culturalmente siamo, o meglio siamo stati, una superpotenza, ma il ‘Politically correct’ sta azzerando, letteralmente cancellandolo, il nostro lascito. In questo Macron è l’ultimo dei colonialisti, un residuo fuori tempo di un tempo che non esiste più”.

Tra l’altro, i tedeschi debbono state molto attenti, perché se nella UE – visto che dettano legge – possono tenere ben nascosto il ‘bubbone’ della  Deutsche Bank, USA e Regno Unito, al contrario, potrebbero farlo esplodere… 

QUI L’ARTICOLO DI SCENARI ECONOMICI 

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