Francia regina dello schiavismo. Dedicato a Salvini e ai nuovi razzisti italiani/ MATTINALE 136

18 agosto 2018

A quanti lamentano le “invasioni” di migranti bisogna ricordare che detti migranti arrivano, in gran parte, da Paesi africani dove, ancora oggi, la Francia, di fatto, esercita un potere pieno e incontrollato. La Francia di oggi è ancora un Paese colonialista che sfrutta, a tutti i livelli, 14 Paesi africani. Le undici principali componenti del ‘patto di continuazione della colonizzazione’ che risale agli anni ’50 del secolo passato

Quando i cronisti di casa nostra, costumati e prudenti, ci informano che la maggior parte dei migranti arriva dall’Africa sub sahariana, ci dicono solo la parte finale di una verità orribile e incredibile, che getta infamia e abominazione su uno dei Paesi più avanzati d’Europa: la Francia, la Francia di Voltaire, di Rousseau, di Ravel, di Monet, di Camus e Sartre. La Francia che scippa ogni anno alle ex colonie 500 miliardi di dollari come ristoro delle spese sostenute in quei Paesi durante il periodo coloniale!

Si può essere più indegni e schifosi di così? Sì, si può. Quando Sékou Touré della Guinea decise, nel 1958, di uscire dall’impero coloniale francese, e optò per l’indipendenza del Paese, l’elite coloniale francese a Parigi andò su tutte le furie e, con uno storico gesto, l’amministrazione francese della Guinea distrusse qualsiasi cosa che nel Paese rappresentasse quelli che definivano i vantaggi della colonizzazione francese.

Tremila francesi lasciarono il Paese, prendendo tutte le proprietà e distruggendo qualsiasi cosa che non si muovesse: scuole, ambulatori, immobili dell’amministrazione pubblica furono distrutti; macchine, libri, strumenti degli istituti di ricerca, trattori furono sabotati; i cavalli e le mucche nelle fattorie furono uccisi, e le derrate alimentari nei magazzini furono bruciate o avvelenate. L’obiettivo di questo gesto indegno era quello di mandare un messaggio chiaro a tutte le altre colonie: il costo di rigettare la Francia sarebbe stato molto alto. E ci sono riusciti.

Durante quel turbolento periodo in cui gli africani lottavano per liberarsi dalla colonizzazione europea, la Francia usò ripetutamente molti ex legionari stranieri per guidare colpi di Stato contro i presidente eletti.

Ecco qualche nome che ancora fa inorridire:

Jean-Bédel Bokassa, un ex soldato francese della legione straniera, che guidò un colpo di stato contro David Dacko, il primo presidente della Repubblica Centrafricana;

YaméogoAboubacar Sangoulé Lamizana, un ex legionario francese che combatté con i francesi in Indonesia e Algeria contro le indipendenze di quei Paesi;

Mathieu Kérékou, che era una guardia del corpo del presidente Hubert Maga, il primo presidente della Repubblica del Benin, guidò un colpo di Stato contro il presidente, dopo aver frequentato le scuole militari francesi dal 1968 al 1970.

Negli ultimi 50 anni un totale di 67 colpi di Stato si sono susseguiti in 26 Paesi africani, 16 di questi ultimi sono ex colonie francesi, il che significa che il 61% dei colpi di Stato si sono verificati nell’Africa francofona.

Come dimostrano questi numeri, la Francia è abbastanza disperata ma attiva nel tenere sotto controllo le sue colonie, a qualsiasi prezzo, a qualsiasi condizione.

Nel marzo del 2008, l’ex presidente francese Jacques Chirac disse:

“Senza l’Africa, la Francia scivolerebbe a livello di una potenza del terzo mondo”.

Il predecessore di Chirac, François Mitterand, già nel 1957, profetizzava che:

“Senza l’Africa, la Francia non avrà storia nel 21mo secolo”.

14 Paesi africani sono costretti dalla Francia, attraverso un patto coloniale, a depositare l’85% delle loro riserve di valute estere nella Banca centrale francese controllata dal ministero delle finanze di Parigi. Il Togo e altri 13 Paesi africani pagano un debito coloniale alla Francia. I leader africani che rifiutano vengono uccisi o restano vittime di colpi di Stato. Coloro che obbediscono sono sostenuti e ricompensati dalla Francia con stili di vita faraonici mentre le loro popolazioni vivono in estrema povertà e disperazione (E’ la forma più elefantiaca di ascarismo della Storia).

E’ chiaro chi sono i migranti, poveri disgraziati tenuti in misera perché la Francia possa vivere al di sopra delle sue possibilità e possa fare la lezione all’Italia sul rapporto Debito pubblico-PIL?

E’ chiaro, razzisti e salviniani, che cosa significa aiutarli a casa loro (frase detta ad minchiasm)? Significa dichiarare pubblicamente che la Francia è l’abominio dell‘Europa, una Paese colonialista, razzista e schiavista e chiudere le frontiere con questo Paese di sfruttatori e di macrò (papponi).

La Francia non rinuncerà mai a questo sistema malvagio; non è affatto disposta a recedere da quel sistema coloniale che muove 500 miliardi di dollari dall’Africa al suo ministero del Tesoro ogni anno.

La verità è questa: la Francia ha accettato soltanto un’ “indipendenza sulla carta” per le sue colonie, siglando sotto la minaccia delle armi “Accordi di Cooperazione”, specificando la natura delle loro relazioni con la Francia, in particolare i legami con la moneta coloniale francese (il Franco), il sistema educativo francese, le preferenze militari e commerciali.

Ecco le 11 principali componenti del patto di continuazione della colonizzazione dagli anni ’50:

#1. Debito coloniale a vantaggio della colonizzazione francese. Siccome i francesi gli hanno fatto un favore, i neo “indipendenti” Paesi pagano per ogni infrastruttura costruita dalla Francia nel Paese durante la colonizzazione.

#2. Confisca automatica delle riserve nazionali. I Paesi africani devono depositare le proprie riserve monetarie nazionali nella Banca centrale francese. La Francia detiene le riserve nazionali di quattordici Paesi africani dal 1961: Benin, Burkina Faso, Guinea-Bissau, Costa d’Avorio, Mali, Niger, Senegal, Togo, Camerun, Repubblica Centrafricana, Ciad, Congo-Brazzaville, Guinea Equatoriale e Gabon. E’ una coincidenza , razzisti e salviniani, che i migranti vengano da quei Paesi? Più dell’ 80% delle riserve valutarie straniere di questi Paesi africani sono depositate in “operations accounts” controllati dal Tesoro francese. Le due banche CFA sono africane di nome, ma non hanno una politica monetaria propria. Gli stessi Paesi non sanno, né viene detto loro, quanto del bacino delle riserve valutarie estere detenute presso il ministero del Tesoro a Parigi appartiene a loro come gruppo o individualmente. Si stima che la Francia detenga all’incirca 500 miliardi di monete provenienti dagli Stati africani, e farebbe qualsiasi cosa per combattere chiunque voglia fare luce su questo lato oscuro del vecchio impero. Gli Stati africani non hanno accesso a quel denaro. L’ex presidente francese Jacques Chirac ha detto: “Dobbiamo essere onesti e riconoscere che una gran parte dei soldi nelle nostre banche provengono dallo sfruttamento del continente africano”.

#3. Diritto di primo rifiuto su qualsiasi materia prima o risorsa naturale scoperta nel Paese. La Francia ha il primo diritto di comprare qualsiasi risorsa naturale trovata nella terra delle sue ex colonie. Solo dopo un “Non sono interessata” della Francia, i Paesi africani hanno il permesso di cercare altri partners.

#4. Priorità agli interessi francesi e alle società negli appalti pubblici. Nei contratti governativi, le società francesi devono essere prese in considerazione per prime e solo dopo questi Paesi possono guardare altrove. Non importa se i Paesi africani possono ottenere un miglior servizio ad un prezzo migliore altrove. Di conseguenza, in molte delle ex colonie francesi, tutti i maggiori asset economici dei Paesi sono nelle mani degli espatriati francesi. In Costa d’Avorio, per esempio, le società francesi possiedono e controllano le più importanti utilities – acqua, elettricità, telefoni, trasporti, porti – e le più importanti banche. Lo stesso nel commercio, nelle costruzioni e in agricoltura. Gli africani vivono in un Continente di proprietà degli europei!

#5. Diritto esclusivo a fornire equipaggiamento militare e formazione ai quadri militari del Paese. Attraverso un sofisticato schema di borse di studio e “Accordi di Difesa” allegati al Patto Coloniale, gli africani devono inviare i loro quadri militari per la formazione in Francia o in strutture gestite dai francesi. La situazione nel Continente adesso è che la Francia ha formato centinaia, anche migliaia di traditori e li foraggia. Restano dormienti quando non c’è bisogno di loro, e vengono riattivati quando è necessario un colpo di Stato o per qualsiasi altro scopo!

#6. Diritto della Francia di inviare le proprie truppe e intervenire militarmente nel Paese per difendere i propri interessi. In base a qualcosa chiamato “Accordi di Difesa” allegati al Patto Coloniale, la Francia ha il diritto di intervenire militarmente negli Stati africani e anche di fare stazionare truppe permanentemente nelle basi e nei presidi militari in quei Paesi, gestiti interamente dai francesi.

#7. Obbligo di dichiarare il francese lingua ufficiale del paese e lingua del sistema educativo. Oui, Monsieur. Vous devez parlez français, la langue de Molière! [Sì, signore. Dovete parlare francese, la lingua di Molière! Se il francese è l’unica lingua che parli, hai accesso al solo 4% dell’umanità, del sapere e delle idee. Molto limitante.

#8. Obbligo di usare la moneta coloniale francese FCFA. Questa è la vera mucca d’oro della Francia, tuttavia è un sistema talmente malefico che finanche l’Unione Europea lo ha denunciato. La Francia però non è pronta a lasciar perdere il sistema coloniale che inietta all’incirca 500 miliardi di dollari africani nelle sue ‘casse’.

#9. Obbligo di inviare in Francia il budget annuale e il report sulle riserve. Senza report, niente soldi.

#10. Rinuncia a siglare alleanze militari con qualsiasi paese se non autorizzati dalla Francia. I Paesi africani in genere sono quelli che hanno il minor numero di alleanze militari regionali. La maggior parte dei Paesi ha solo alleanze militari con gli ex colonizzatori! (divertente, ma si può fare di meglio!).

#11. Obbligo di allearsi con la Francia in caso di guerre o crisi globali. Più di un milione di soldati africani hanno combattuto per sconfiggere il nazismo e il fascismo durante la seconda guerra mondiale.
Ovviamente, il venir meno ad uno soltanto di questi patti comporta reazioni militari sanguinosissime.

C’è qualcosa di psicopatico nel rapporto che la Francia ha con l’Africa.

Foto tratta da altritempi.info

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