Cari lavoratori di Almaviva, l’unico politico che ha fatto qualcosa contro le delocalizzazioni è Luigi Di Maio

27 giugno 2019

E l’ha fatto mettendo la faccia nel ‘Decreto Dignità’, tanto criticato da chi oggi dice di appoggiarvi. Sappiate anche – egregi lavoratori di Almaviva in Sicilia – che la finta sinistra che oggi vi difende è la stessa che avalla le politiche liberiste in Italia e in Europa. E guardatevi anche dai sindacalisti riconducibili alla finta sinistra 

Negli ultimi tempi non abbiamo lesinato critiche al Movimento 5 Stelle. Ma leggere certi comunicati stampa di critica all’attuale vice premier, Luigi Di Maio, da parte degli esponenti di quel poco che resta della sinistra è veramente incredibile!

Tema: le delocalizzazioni che, a nostro avviso, porteranno inevitabili guai ai 20 mila dipendenti di Almaviva in Sicilia (NE ABBIAMO PARLATO IN QUESTO ARTICOLO).

Leggiamo questo comunicato del gruppo consiliare di Sinistra Comune di Palermo. Sono gli esponenti della sinistra che fanno parte dell’amministrazione comunale del PD del capoluogo siciliano, sindaco Leoluca Orlando.

“Su ventimila occupati in Sicilia – si legge nel comunicato di Sinistra Comune – circa tremiladuecento a Palermo rischiano il posto di lavoro. L’intero settore è al collasso in assenza di regole certe, con le multinazionali che girano traffico e lavoro all’estero penalizzando i lavoratori italiani ed attuando dumping salariale con gli operatori di altri paesi. L’incontro che si è tenuto ieri al Ministero dello Sviluppo economico con le parti aziendali e sindacali, che insieme al sindaco Leoluca Orlando hanno chiesto certezza per il futuro dei lavoratori e l’applicazione delle norme esistenti che regolano il settore, si è concluso con un ulteriore rinvio”.

“Grave l’assenza del ministro Di Maio – prosegue il comunicato – i cui collaboratori non hanno prospettato alcun tipo d’intervento rimandando ad un tavolo che dovrebbe coinvolgere anche i committenti prima della pausa estiva. La crescente preoccupazione dei lavoratori Almaviva, che da anni lottano per difendere i livelli occupazionali della più grande azienda privata di Palermo, sono più che legittimi. In assenza di un intervento del governo, richiesto ieri con forza dal Sindaco e dalle organizzazioni sindacali, già da settembre potrebbero scattare i primi licenziamenti con conseguenze gravissime per l’intera economia cittadina, oltre che per le lavoratrici ed i lavoratori di Almaviva e le loro famiglie. Non è sufficiente declamare ‘prima gli italiani’ ma occorre mettere in campo soluzioni certe in tempi certi per tutelare coi fatti i nostri lavoratori e magari per condividere regole che sul livello europeo tutelino dallo sfruttamento anche i lavoratori dei paesi vicini”.

Ora se c’è un uomo politico italiano che, negli ultimi anni, ha provato a frenare la corsa alla delocalizzazioni, ebbene, questo è proprio Luigi Di Maio. E’ stato Di Maio a volere – mettendoci la faccia e non i viaggi di piacere a Roma – il cosiddetto ‘Decreto Dignità’ che, tra le altre cose, proprio sulle delocalizzazioni, prevede la restituzione dei fondi pubblici da parte dei gruppi imprenditoriali che, dopo averli incassati, scappano dall’Italia verso Paesi dove il costo del lavoro è più basso.

Ebbene, sapete cosa hanno detto gli esponenti del PD – partito alleato di Sinistra Comune – a proposito del ‘Decreto Dignità’? Che è un’arma di distrazione e farà diminuire i posti di lavoro (COME POTETE LEGGERE QUI); che è “tanta propaganda e poca dignità” (COME POTETE LEGGERE QUI); che “il Decreto Dignità è un disastro” e che “aumenteranno i disoccupati” (COME POTETE LEGGERE QUI).

Tutte previsioni smentite dai fatti. Quello che, invece, non si può smentire – e che secondo noi non si può evitare – è la presenza di Paesi, anche all’interno dell’Eurozona, dove il costo del lavoro è molto più basso che in Italia: ed è in questi Paesi che andranno i titolari dei call center, in perfetto accordo con le regole del liberismo economico dell’Unione Europea dell’euro: di quell’Unione Europea delle quale il PD è strenuo sostenitore. 

Forse i ‘compagni’ di Sinistra Comune non lo sanno: ma è la stessa logica che sta distruggendo l’agricoltura italiana e, in particolare, l’agricoltura del Sud Italia.

Ora sta arrivando il turno dei call center. I sindacati chiedono al Ministro Di Maio “interventi”: ma non specificano quali. In questo caso l’intervento è solo uno: mettere mano ai soldi, direttamente o indirettamente.

Quanti soldi perde un’azienda di call center non delocalizzando, per esempio non trasferendo tutto in Romania, dove il costo del lavoro è molto più basso rispetto all’Italia? Ebbene, l’unico modo per fare rimanere tale azienda in Italia è erogargli – direttamente o indirettamente – la somma equivalente. Il resto sono chiacchiere.

E’ per questo che, correttamente, Di Maio ha affrontato il problema nel tanto criticato ‘Decreto Dignità’ chiedendo indietro, alle aziende che delocalizzano, le somme eventualmente erogate: stabilendo questo principio prima di erogare i fondi.

E a chi si appoggiano, invece, i lavoratori siciliani di Almaviva? A quel partito che ha criticato il ‘Decreto Dignità’!

A questo punto una cosa ai lavoratori di Almaviva la dobbiamo dire: sappiate che se la vostra azienda deciderà di delocalizzare la responsabilità non sarà di Di Maio, che anzi è l’unico – l’unico! – uomo politico che ha cercato di frenare questa follia liberista.

Noi ci auguriamo che ciò non succeda: ma se succederà, ebbene , prendetevela con chi, oggi, rappresenta la vera destra economica e finanziaria europea: ovvero con la finta sinistra italiana…

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