Elezioni europee in Sicilia: la strana ‘corsa’ dei siciliani di Forza Italia e Lega per non prendere voti…

10 maggio 2019

E’ la prima volta, a nostra memoria, che sotto i nostri occhi si presenta una competizione elettorale dove i ‘capi’ dei partiti mettono fuori i candidati forti. Restano a casa soggetti che avrebbero moltiplicato i voti di lista. Il tutto per garantire l’elezione ai propri sodali. I ‘casi’ eclatanti di Forza Italia e Lega. Dafne Musolino, ovvero la probabile sorpresa. La superlativa recita catanese di Stancanelli, Musumeci e La Russa. Berlusconi e Miccichè, futuri guardiani del ‘bidone azzurro’ in Sicilia… 

L’ultimo caso eclatante riguarda la Lega di Salvini in versione siciliana. Dove alcuni candidati non vogliono i voti della famiglia Genovese di Messina non – come cercano di fare credere – per una questione morale, ma perché finirebbe con il favorire un candidato della stessa Lega che rischierebbe di prendere più voti di loro!

Sì, avete letto benissimo: ormai le liste, per le elezioni europee, non si fanno per prendere voti e fare crescere i consensi per una forza politica, ma per consentire a questo o quel candidato di essere eletto.

Ieri un articolo di Carmelo Raffa è stato illuminante. Raffa, proprio alla luce del fatto che i candidati della lista di Forza Italia nella circoscrizione Sicilia-Sardegna sono impegnati a raccogliere voti ognuno per sé, si chiede: Berlusconi verrà eletto? 

Domanda più che legittima. La legge elettorale, per le elezioni europee, dà agli elettori la possibilità di esprimere tre voti di preferenza. Con la prescrizione dell’alternanza di genere. Ciò significa che se la prima preferenza va a un candidato maschio, la seconda preferenza va a una candidata donna e la terza preferenza a un candidato maschio. O viceversa: primo voto a una candidata donna, secondo voto a un candidato maschio e terzo voto a una candidata donna.

Se non si rispetta l’alternanza uomo-donna vale solo il primo voto di preferenza. 

Che significa questo? Che un candidato i voti li cerca per sé. In teoria, i candidati di Forza Italia dovrebbero far votare tutti per Berlusconi, poi per una donna e poi per sé. Ma dando queste indicazioni di voto ‘rischiano’ di far prendere una barca di voti alle candidate. Se ne deduce, sul piano logico, che i candidati maschi, come si usa dire dalle nostre parti, “senza sapere né leggere, né scrivere”, daranno ai propri elettori l’indicazione di votare per se stessi, altro che Berlusconi e una candidata!

Con le candidate il discorso potrebbe essere diverso: due candidate si potrebbero dare una mano l’una con l’altra e far votare Berlusconi. Il problema è che le candidate di Forza Italia in Sicilia e Sardegna, sotto il profilo elettorale, con rispetto parlando, non sembrano irresistibili, a parte l’assessore comunale di Messina, Dafne Musolino

Segnatevi questo nome: questa candidata di Forza Italia è destinata a diventare il ‘caso’ delle elezioni europee in Sicilia. Perché? perché è sostenuta da due politici che con Forza Italia hanno poco o nulla a che vedere. Si tratta del sindaco di Messina, Cateno De Luca, che non nasconde l’ambizione di una sua prossima candidatura alla presidenza della Regione siciliana; e del parlamentare regionale Vincenzo Figuccia, in eterna polemica con il ‘capo’ di Forza Italia in Sicilia, Gianfranco Miccichè.

Da anni Cateno De Luca pensa a un soggetto politico fortemente ancorato agli interessi della Sicilia: una sorta di partito autonomista e, forse, più che autonomista. E in questo è in sintonia con Vincenzo Figuccia, ufficialmente nell’UDC di Lorenzo Cesa, ma da qualche anno protagonista di un movimento – CambiAmo la Sicilia – che già da qualche tempo prova a dialogare con il complicato e variegato mondo degli autonomisti e degli indipendentisti siciliani.

Paradossalmente – e questo è veramente incredibile – i grandi elettori di Dafne Musolino potrebbero essere gli unici a far votare Berlusconi, perché per loro non cambierebbe niente. Solo che De Luca ha già fatto sapere che la sua candidata corre per prendere un voto in più di Berlusconi…

Per concludere la disamina sulla lista di Forza Italia, non possiamo non ricordare che Miccichè è riuscito a tenere fuori dalla lista degli azzurri alle europee Basilio Catanoso, molto vicino al sindaco di Catania, Salvo Pogliese. Perché Miccichè ha fatto questo? Perché temeva – a ragione – che Catanoso potesse prendere più voti di Giuseppe Milazzo, che è il suo candidato.

In effetti, se Catanoso fosse andato in lista, tutta la destra catanese di derivazione Msi-Alleanza nazionale – che a Catania e dintorni ha una grande tradizione – si sarebbe concentrata su di lui: e Milazzo, con molta probabilità, sarebbe stato battuto.

Così Miccichè, di fatto, ha messo fuori dalla porta un ‘pezzo’ importante di Forza Italia: pur di garantire il posto di eurodeputato a Milazzo (che, peraltro, una volta eletto a Strasburgo, dovrebbe dimettersi dall’Ars lasciando il posto a un altro soggetto molto vicino a Miccichè) ha indebolito il proprio partito…

Chi ha capito con almeno un paio di mesi di anticipo quello che sarebbe successo dentro Forza Italia a Catania è stato quel furbacchione di Raffaele Stancanelli. Fondatore di #DiventeràBellissima insieme con l’attuale presidente della Regione, Nello Musumeci, Stancanelli – ma guarda un po’ che combinazione! – ha ‘spattato’ da Musumeci proprio alla vigilia delle elezioni europee.

Sempre ‘casualmente’ Musumeci, in tempi non sospetti, ha detto che #DiventeràBellissima non avrebbe partecipato alle elezioni europee con propri candidati. E, ancora ‘casualmente’, Stancanelli si ritrova ad essere l’unico candidato di Catania e dintorni. E in che partito è candidato Stancanelli? Con Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni e di Ignazio la Russa che, altrettanto ‘casualmente’, è la forza politica che lavora per far rinascere in Italia una forza politica ancorata alla tradizione della destra.

Giunti a questo punto dovremmo scrivere che solo un deficiente patentato non capirebbe quello che sta succedendo. Ma noi non lo scriviamo: ci limitiamo solo a precisare che i vari Stancanelli, Musumeci, Ignazio la Russa sono la dimostrazione che Catania vanta una grande tradizione teatrale…

Sapete cosa pensiamo noi? Che alle fine di queste elezioni europee Berlusconi e Miccichè si ritroveranno, almeno in Sicilia, a fare la guardia al bidone… E non potranno nemmeno recriminare quando si accorgeranno che i vari Pino Firrarello e Giuseppe Castiglione – riportati per l’occasione in auge – non avranno portato molto. Né potranno prendersela con il sindaco di Catania che potrà sempre rispondere:

“Ma se è stato Miccichè a non volere Catanoso in lista?”.

Musica uguale, con qualche variazione sul tema, dalle parti della Lega. Dove il candidato Angelo Attaguile, ex democristiano, si sta cercando i voti tra gli ex democristiani. Siccome tra i leghisti siculi non si sa come finisce e i candidati sono tutti deboli (gli eventuali eletti della Lega nella circoscrizione Sicilia-Sardegna saranno ‘trascinati’ dal probabile successo della stessa Lega).

Morale: se – ad esempio – a Messina la famiglia di Francantonio Genovese dovesse decidere di ‘scaricare’ un po’ di voti di Attaguile, quest’ultimi surclasserebbe i candidati leghisti di Palermo.

Il problema è che i desideri dei candidati della Lega di Palermo sono in totale antitesi con i desideri di Salvini, che invece i voti li vuole anche in Sicilia. Ciò significa che se la Lega eleggerà un eurodeputato in Sicilia e Sardegna (ma secondo noi potrebbero anche scattarne due), sarà eletto Attaguile…

Una cosa simile – con passaggi ancora più eclatanti – è avvenuta nella lista del Movimento 5 Stelle. Ma di questo parleremo in un prossimo articolo.

Foto tratta da ilsole24ore.com

 

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