La truffa dei giovani agricoltori sui fondi europei. Ma tutto a Castelvetrano succede? La Regione ne sa qualcosa?

9 maggio 2019

Guarda un po’ chi si rivedono: i ‘giovani agricoltori siciliani’ in coppia con i fondi europei destinati all’agricoltura… E cosa ti scopre la Guardia di Finanza, partendo da una stranezza segnalata da un cittadino?  “Atti e attestazioni falsi sulla titolarità del diritto di proprietà o altri diritti reali su terreni agricoli”. E i controlli sulla documentazione sollecitati dalla Corte dei Conti tre anni fa che fine hanno fatto?

La notizia è su tutti i giornali siciliani: a Castelvetrano, provincia di Trapani, sono state denunciate 36 persone. Ipotesi degli inquirenti: falso e truffa aggravata per frodi su fondi destinati all’agricoltura per un valore di circa 1,7 milioni di euro. In molti casi – ed è questa la vera notizia come sottolineano gli uomini ella Guardia di Finanza in un articolo del quotidiano La Sicilia – la truffa è stata effettuata “da finti ‘giovani agricoltori’ ed è stata finalizzata, non solo alla percezione diretta dei contributi, ma anche all’ottenimento illegittimo dei cosiddetti ‘titoli’, riconosciuti agli agricoltori in misura proporzionale all’estensione dei terreni dichiarati come coltivati. Tali titoli, una volta ottenuti fraudolentemente dai truffatori, potevano essere piazzati sul mercato grazie anche ad apposite piattaforme on line alla stregua di ciò che avviene per gli strumenti finanziari nel mercato borsistico. Ad acquistarli erano solitamente agricoltori operanti in altre regioni d’Italia”.

“Le indagini – leggiamo sempre su La Sicilia – sono cominciate dopo la denuncia di un cittadino della Valle del Belìce che aveva deciso di riavviare la sua impresa agricola. Quando ha presentato le istanze per l’ottenimento degli aiuti comunitari ha scoperto che alcuni suoi terreni erano già condotti da un’altra ditta a lui sconosciuta. La Gdf ha scoperto che altre persone, per ottenere indebitamente le contribuzioni, hanno trasmesso all’Agenzia per le erogazioni in agricoltura atti e attestazioni falsi sulla titolarità del diritto di proprietà o altri diritti reali su terreni agricoli. I finanzieri hanno infatti individuato migliaia di particelle catastali, alcune corrispondenti ad aree demaniali, parcheggi di ospedali, strade e appezzamenti incolti, sulle quali sono stati fatti risultare impiantati fantomatici vigneti o altre surrettizie coltivazioni.

Fondi europei, giovani agricoltori e fondi facili: un trinomio che I Nuovi Vespri hanno più volte posto all’attenzione dei lettori, come potete leggere negli articoli allegati.

Rileggiamo insieme che cosa diceva nel 2016 – nel 2016! – la dottoressa Luciana Savagnone della Corte dei Conti per la Sicilia:

“Si verificano casi di fondi comunitari assegnati in maniera strana. Qualcosa che non funziona nel sistema c’è. Questi contributi sono stati assegnati e riscossi senza controllo da parte di tanti soggetti che si occupano dell’erogazione dei soldi. Siamo davanti ad un fenomeno vasto: proprietari che dichiarano terreni di persone che invece risultano defunte. Non c’è un monitoraggio, un controllo, occorre coinvolgere nei giudizi di responsabilità non solo gli enti concessori, ma i soggetti intermedi che sono quelli che sbrigano le pratiche. Questo vale sia per i contributi agricoli che per i Por, dove le banche fanno da intermediari. Le banche dovrebbero ad ogni tranche di contributo erogato controllare su quello che si è fatto con la prima rata. È indispensabile agire su questo fronte, ma l’amministrazione è inerte”.

Il vero punto di questa storia l’aveva individuato, nel 2016, la magistrata della Corte dei Conti per la Sicilia Luciana Savagnone:

“Questi contributi sono stati assegnati e riscossi senza controllo da parte di tanti soggetti che si occupano dell’erogazione dei soldi”.

Proviamo a illustrare come funziona il ‘gioco’, partendo proprio da questa storia ‘sgamata’ a Castelvetrano?

Gli agricoltori – in questo caso anche i ‘giovani agricoltori’ – presentano la pratica per la richiesta dei fondi agli uffici periferici della Regione siciliana. E qui che si prende atto della documentazione presentata.

Completate le pratiche, gli uffici periferici inviano la documentazione all’assessorato regionale all’Agricoltura. 

Alla luce delle considerazioni di tre anni fa dei giudici della Corte dei Conti per la Sicilia a proposito dei fondi europei destinati all’agricoltura, una volta che gli uffici dell’assessorato all’Agricoltura ricevono le pratiche dagli uffici periferici, i controlli – per esempio sulla titolarità dei terreni agricoli – vengono effettuati, oppure l’amministrazione regionale è “inerte”?

A questa domanda dovrebbero rispondere l’assessore regionale all’Agricoltura e il dirigente generale del dipartimento Agricoltura della Regione siciliana. Così, giusto per fare chiarezza…

P.s.

Ah dimenticavamo: ma tutto a Castelvetrano succede? Massoneria, fondi europei in agricoltura, giovani agricoltori…

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AGGIORNAMENTO/ Dichiarazione del parlamentare europeo del Movimento 5 Stelle, Ignazio Corrao:

“La battaglia contro le frodi sui fondi UE in agricoltura è ancora in atto. E il caso di Castelvetrano con una frode di quasi 2 milioni di euro ne è la dimostrazione. L’ho denunciato più volte al Parlamento europeo. I fondi per l’agricoltura destinati alla Sicilia sono andati per anni in mano alla mafia e alle organizzazioni criminali”.

A dichiararlo è l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Ignazio Corrao nel corso del suo intervento con la cittadinanza al Mercato del Capo di Palermo.

“Se dovesse essere confermato il quadro delle indagini della GdF – spiega Corrao – ci troveremmo davanti all’ennesimo caso di frode sui fondi UE con il classico metodo del furto dei terreni. Le attività ispettive condotte, infatti, sono partite da una segnalazione fatta da un cittadino della Valle del Belìce il quale, all’atto della richiesta di contributi comunitari, ha scoperto che alcuni suoi terreni erano già condotti da un’altra ditta sconosciuta. Le indagini hanno fatto emergere una rete di 36 persone che avrebbe “rubato” migliaia di particelle catastali utilizzate per richiedere fondi UE. Alcune erano addirittura aree demaniali, parcheggi di ospedali, strade e appezzamenti incolti, sulle quali sono stati fatti risultare impiantati finti vigneti o altre coltivazioni”.

“Un plauso dunque alla Guardia di Finanza per il suo ruolo fondamentale di contrasto delle frodi e la protezione delle imprese che rispettano le regole. Occorre rafforzare i controlli e adottare norme e procedure più stringenti – conclude Corrao – per prevenire casi del genere”.

 

 

 

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