All’AMAT di Palermo si profilano tagli delle retribuzioni e licenziamenti?

2 maggio 2019

I problemi finanziari non riguardano solo la Regione siciliana, ma tutto il sistema delle Pubbliche amministrazioni della nostra Isola. E’ il caso del Comune di Palermo, dove i ‘buchi’ cominciano a ‘mordere’ le società partecipate dallo stesso Comune. A cominciare dall’AMAT, dove, come racconta Sabrina Figuccia, potrebbe succedere di tutto…

Sicilia senza soldi: quando la crisi arriva, arriva per tutti. Eh sì, non c’è solo la Regione siciliana che vorrebbe ‘spalmare’ i dieci anni quasi 400 milioni di euro (ma non erano circa 500? boh…). E’ tutto il sistema della pubblica amministrazione della nostra Isola che scricchiola.

Fino ad oggi i punti visibili di una crisi finanziaria frutto, in buona parte, di scelte dissennate adottate dal Governo regionale di centrosinistra della passata legislatura, sono state le nove ex Province, che ormai sembrano ‘arrivate’, e il Comune di Catania con un ‘bel buco’ finanziario di 1,6 miliardi di euro.

Ma, adesso, a giudicare da un comunicato stampa della consigliera comunale Sabrina Figuccia, anche al Comune di Palermo cominciano a venire fuori i primi ‘pirtusi’ (buchi per chi non è siciliano). I problemi segnalati da Sabrina Figuccia riguardano l’AMAT, l’Azienda per il trasporto pubblico delle persone:

“Un primo maggio amaro per i dipendenti della partecipata di via Roccazzo – scrive Sabrina Figuccia – che invece di onorare la Festa dei Lavoratori hanno dovuto stringere la cinghia, rimanendo con i conti in rosso, non si sa ancora fino a quando”.

Per la cronaca, via Roccazzo è la via di Palermo dove ha sede il parcheggio dei bus dell’AMAT.

“La mancata erogazione degli stipendi, mai accaduta con il nuovo management – aggiunge la consigliera comunale – torna tristemente alla ribalta, e se a questo si aggiunge il nuovo piano triennale, le preoccupazioni crescono. In questi giorni è infatti stato ufficialmente trasmesso il piano di risanamento 2019/21. Un piano molto dettagliato, che riporta al suo interno dati allarmanti che potrebbero addirittura minare la continuità aziendale mettendo a rischio i livelli occupazionali, come messo nero su bianco sul piano in questione”.

“L’azienda – sottolinea sempre Sabrina Figuccia a proposito dell’AMAT – lo dichiara espressamente, occorrono nuovi capitali, altrimenti…. Altrimenti, a farne le spese saranno come sempre i lavoratori, con quelli che vengono definiti dalla stessa azienda ‘provvedimenti difficili e impopolari’. Si andrebbe dalla riduzione del costo del lavoro, alla seria difficoltà di ‘mantenimento dell’attuale organico aziendale’. In parole semplici, si passerebbe dal taglio dei salari ai licenziamenti. È questo ciò che AMAT dichiara di rischiare nel suo documento di programmazione triennale, se il Comune di Palermo non apre le casse. Casse al momento decisamente asfittiche, forse a causa dei troppi sprechi e delle eccessive scelte sbagliate compiute finora dall’eterno sindaco Orlando”.

Gli sprechi, all’AMAT, nel passato, hanno dato luogo a roventi polemiche (COME POTETE LEGGERE QUI).

Ma oggi, a nostro avviso, più che di sprechi, si dovrebbe parlare di scelte sbagliate. Scelte amministrativa sbagliate, per la precisione: come quella del Tram di Palermo, quello che oggi è in esercizio, che costa poco più di 10 milioni di euro all’anno, con introiti irrisori!

Scelte sbagliate che hanno ridotto, se non eliminato, il servizio di trasporto pubblico delle persone in molte periferie della città proprio per far funzionare il Tram (che è gestito dall’AMAT che, per l’appunto, per far funzionare il Tram, ha ridotto i servizi bus).

Scelte sbagliate che vengono reiterate: come quella di spendere 450 milioni di euro per altre sette tratte di Tram, quando con i due terzi di tale somma si potrebbero acquistare 500 bus elettrici per servire tutta la città, comprese le periferie (COME POTETE LEGGERE QUI).

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