Da non crederci: alla tavola dei genitori si consuma il futuro della salute dei figli!

1 maggio 2019

La rivista scientifica “Translational psiychiatrivolume 8” affronta un tema molto particolare: ovvero come come i gusti alimentari e l’habitus corporeo possano essere legati ai comportamenti dei genitori. Siamo davanti a possibili casi di eredità epigenetica. Il ruolo del patrimonio genetico del nostro microbioma intestinale

di Maddalena Albanese

Stiamo leggendo sempre più notizie relative alla possibilità di condizionare il futuro della salute dei figli con i comportamenti alimentari dei genitori. Non parliamo soltanto del benessere del pianeta, dell’ambiente, della necessità di comprare per i figli cibi a Km zero, biologici, a basso impatto ambientale, solo vegetali, ricchi di proteine e poveri di grassi e… chi più ne ha più ne metta. Parliamo della responsabilità che ha la madre, ed anche il padre, di nutrirsi bene per trasmettere un buon patrimonio genetico ai figli.

Abbiamo già parlato dello studio che ha descritto i danni del glifosato, ingerito dai topi-genitori, sulla salute dei topi-figli, e dei topi-nipoti, in termini di incremento dell’incidenza di tumori (COME POTETE LEGGERE QUI). Ma ci sono anche altri costituenti della nostra alimentazione che possono incidere sul destino della salute dei figli.

Nella rivista scientifica Translational psiychiatrivolume 8 un articolo, intitolato “Transgenrational trasmission of hedonic behavior and metabolic phenotypes induced by maternal overnutrition” ha analizzato i comportamenti alimentari dei figli di topi che si sono nutriti di grandi quantità di acidi grassi saturi, rispetto ai figli di quelli che hanno prediletto una dieta ricca di acidi grassi omega tre (gli omega tre sono gli acidi grassi polinsaturi derivati soprattutto dai pesci che tanto beneficio hanno sulla salute).

Ebbene, i pargoli di entrambe i tipi di coppie – era interessata la dieta sia del padre che della madre – hanno mostrato predilezione nel tempo per la stessa tipologia di cibo apprezzata dai genitori. Inoltre i figli dei topi che abbondavano in contenuto di acidi grassi saturi tendevano all’obesità, sia che i genitori fossero stati obesi o meno.

Questo studio mostra come i gusti alimentari e l’habitus corporeo possano essere legati ai comportamenti genitoriali; tali caratteristiche verrebbero trasmesse con il codice genetico, verosimilmente anche in questo caso come patrimonio epigenetico, non quindi legato al bagaglio di geni trasmesso alla prole, ma alla attivazione o disattivazione di qualche gene rispetto a qualche altro.

Inoltre è uno studio che si inanella molto bene con quelli portati avanti sul microbioma intestinale: studi nei quali venivano individuati topini di madri obese che avevano la tendenza a diventare obesi anch’essi, salvo ad esser poi sottoposti ad un “trapianto fecale di microbioma intestinale” da parte di donatore normopeso. In questo caso i topini dimagrivano in poco tempo.

Peraltro il patrimonio genetico del nostro microbioma intestinale è una parte non indifferente del bagaglio genetico che contribuisce al nostro stato di salute.

Certo, ora non dovremo dare la colpa dei nostri fallimenti dietetici al microbioma intestinale (come prima si faceva con la tiroide: classica la frase “se non dimagrisco è tutto un fattore ormonale”, anche se a dirla era sempre chi si era mangiato pure “la legittima”).

Ognuno di noi è l’artefice del proprio grasso addominale (un po’ come del destino) e , se per questo, anche del proprio microbioma intestinale, visto che questo dipende dai farmaci che assumiamo e da ciò che mangiamo. Ma questa è un’altra storia e ne parleremo in seguito.

Foto tratta da busunesspeople.it

 

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