Crisi del Governo Giallo-Verde: per caso c’è aria di accordo grillini-PD?

21 aprile 2019

Si sa: a pensare male  si fa peccato, però qualche volta s’indovina. E noi in questa strana accelerazione della crisi del Governo Giallo-Verde voluta dai grillini per la vicenda del sottosegretario Siri non ci vediamo chiaro. A nostro modesto avviso, lo snodo dell’attuale crisi politica non è l’inchiesta sull’eolico, ma la probabile vittoria dei leghisti alle elezioni europee. E poi c’è la vicenda IVA che…

Sarà che siamo abituati a ‘peccare’, e quindi a pensare male, ma a noi questa storia che per i grillini il sottosegretario leghista Armando Siri si deve dimettere ad ogni costo comincia a non convincerci. Volendo, la vicenda della nave ‘Diciotti’ – che coinvolgeva direttamente il leader della Lega e Ministro degli Interni, Matteo Salvini, è molto più grave. Eppure i grillini hanno fatto quadrato in difesa del Governo.

Ora è esplosa la vicenda del sottosegretario Siri. Dove – almeno fino a questo momento – non ci sembra che ci siano fatti precisi, già acclarati. Eppure i vertici del Movimento 5 Stelle hanno assunto un atteggiamento rigido, facendone una questione di principio.

La cosa è strana perché, fino ad oggi, i principi e gli impegni assunti con gli elettori i grillini li hanno rispettato fino a un certo punto: con il Sud, ad esempio, di impegni i grillini non ne hanno rispettato nemmeno uno. 

Sarà perché a noi le vicende dell’ILVA e della TAP non ci sono piaciute proprio, sarà perché ci è piaciuto ancora meno il sostanziale abbandono dell’agricoltura del Sud Italia (e, in generale, l’abbandono di tutto il Sud), ma oggi non riusciamo a vedere, nell’attuale Governo nazionale, molte cose positive.

La battaglia contro l’Europa dell’euro è andata a farsi benedire.

Come già detto, la chiusura dell’acciaieria dell’ILVA, a Taranto, è stata archiviata, in barba ai tarantini che il 4 marzo dello scorso anno, alle elezioni politiche, hanno votato Movimento 5 Stelle.

Così com’è stato archiviato il “No” alla TAP, il gasdotto che sta sventrando la costa del Salento.

Sarà un caso, ma tutti questi impegni assunti in campagna elettorale e non rispettati coincidono, guarda caso, con la linea politica del PD.

Il Partito Democratico non voleva chiudere l’ILVA: e l’acciaieria è ancora in piedi.

Il Partito Democratico voleva la TAP: e la TAP si sta realizzando.

Il Partito Democratico ha affossato l’agricoltura del Mezzogiorno: e l’agricoltura del Mezzogiorno è più affossata che mai.

Il Partito Democratico ha affossato il Mezzogiorno: e il Mezzogiorno, dopo un anno di Governo Giallo-Verde, continua ad essere affossato.

Nell’aria – l’abbiamo scritto ieri (COME POTETE LEGGERE QUI) – c’è aria di grande vittoria elettorale della Lega nel Centro Nord e di un’avanzata della stessa Lega anche nel Sud.

I grillini – che sicuramente hanno dovuto fronteggiare mille ostacoli dall’Unione europea dell’euro – non stanno brillando al Governo, anche se alcune cose le hanno fatte (e lo illustreremo in successivi articoli).

Però, a nostro modesto avviso, lo snodo di questa vicenda non è l’inchiesta sulle pale eoliche: lo snodo potrebbe essere rappresentato dal risultato elettorale che potrebbe consegnare alla Lega una vittoria oltre le aspettative. 

Noi ci auguriamo di sbagliarci, ma siccome abbiamo visto all’opera il cinismo dei grillini nel tradire il proprio elettorato, allontanando chi faceva notare il non rispetto del programma, non ci mettiamo molto a immaginare una crisi di governo, una fase di ‘riflessione’ e poi un mezzo Governo di unità nazionale con grillini e PD insieme e, magari, con altri deputati raccattati qua e là e con i leghisti all’opposizione.

Fantapolitica? Eppure qualcuno dovrebbe ricordare che, prima delle elezioni primarie del PD, girava voce che una vittoria di Nicola Zingaretti avrebbe aperto le porte a un’alleanza tra partito Democratico e i grillini.

Ebbene, è proprio il “No” a un’alleanza con i grillini pronunciato dallo stesso Zingaretti che, a noi, fa pensare all’esatto contrario. Così come la chiusura della CGIL di Maurizio Landini all’attuale Governo nazionale a noi fa pensare a un possibile cambio di posizione della CGIL davanti a un accordo grillini-PD.

Quando, un anno prima del referendum sulle riforme costituzionali, il Governo Renzi era già in difficoltà, lo stesso Governo aveva tre anni davanti e Renzi e compagni sono andati avanti perché i protagonisti di quell’avventura pensavano che, strada facendo, la soluzione si sarebbe trovata. Poi la soluzione non è arrivata.

Ora ci sono le elezioni europee alle porte. A nostro modesto avviso i grillini verranno penalizzati (soprattutto da chi non andrà a votare).

In Italia si profila la vicenda IVA, che è assai pesante. Chi comanda veramente nella UE – che non è e non sarà espressione del futuro Parlamento europeo – tiene la ‘cassa’. E con la ‘cassa’ in mano, con un’Italia che la UE ha massacrato finanziariamente, il pallino sarà comunque nelle mani della stessa UE.

Non sappiamo che scenari si apriranno dopo le elezioni europee. Ma sappiamo che un eventuale crisi di governo con successive elezioni anticipate non converrebbe ai grillini e al PD, che invece avrebbero i numeri nell’attuale Parlamento per governare e 4 anni di tempo per tentare di ‘recuperare’: così come hanno ‘recuperato’ Renzi, Alfano e compagnia bella…

Foto tratta da nextquotidiano.it

P.s.

Ah, dimenticavamo: da un eventuale Governo nazionale grillini-PD il Sud e la Sicilia ne uscirebbero stritolati.

 

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