Elezioni europee 2019: perché in Italia la partita si giocherà nel Sud

20 aprile 2019

Nel Centro Nord – grazie alle politiche sui migranti, speculative e sbagliate, e grazie al fallimento di PD e Forza Italia – la Lega di Salvini prenderà una barca di voti. Come i ‘lanzichenecchi’, i leghisti stanno calando anche nel Sud. Dove, però, tenendo contestualmente lontana la vecchia politica, si può provare a non farli andare troppo avanti. Come? Tanto per cominciare andando a votare 

C’è molta confusione, oggi, nel mondo della politica italiana. Una confusione voluta, ‘pilotata’ da quelle forze politiche – e da chi, per anni, è stato foraggiato dalla vecchia politica – che stanno disperatamente cercando di risalire la china. E’ una partita che, come proveremo a illustrare, si giocherà tutta nel Sud, prima con le elezioni europee di maggio e poi, chissà, anche con un’eventuale crisi del Governo Giallo-Verde dagli esiti incerti.

Il principale attore di questa partita politica è il leader della Lega e Ministro degli Interni, Matteo Salvini. Questo sta avvenendo non perché Salvini è il più bravo, ma perché le condizioni politiche lo agevolano e perché i suoi possibili avversari o non ci sono, o sono in crisi, o non ci sono più.

Mettiamo da parte le condizioni politiche che lo agevolano: questo punto lo tratteremo alla fine. E cominciamo, invece, dai suoi possibili avversari.

La Lega è fortissima al Nord e forte al Centro. E sta cominciando una marcia a tappe forzate nel Sud.

La Lega, nel Mezzogiorno, è una contraddizione in termini. Per un meridionale, votare i leghisti, è come darsi la zappa sui piedi. Ma se agli elettori del Sud non si dà un’alternativa al fallimento del PD, al fallimento di Forza Italia e alla delusione diffusa verso i grillini, ebbene, è inevitabile che ci saranno elettori meridionali – non sappiamo ancora se pochi o tanti – che proveranno a votare per la Lega.

Questo è un epilogo inevitabile. La responsabilità di quanto sta avvenendo – la responsabilità del fatto che la Lega ‘rischi’ di prendere due europarlamentari nel collegio Sicilia-Sardegna alle elezioni europee di maggio – non è degli elettori siciliani e sardi: la responsabilità è del Sud Italia nel suo complesso che non riesce a proporre un’offerta politica alternativa ai partiti politici nazionali. 

Diciamolo con chiarezza: a partire dalla cosiddetta Seconda Repubblica il Sud è stato via via abbandonato. Chi, ogni anno, legge e studia la relazione della SVIMEZ non potrà non aver notato il lento e inesorabile abbandono del Sud da parte dello Stato.

Un fenomeno, l’abbandono del Sud Italia, che ha toccato punte spaventose con il Governo Renzi e con il Governo Gentiloni.

Quando un sottosegretario alla Presidenza del Consiglio – è il caso di Graziano Delrio del PD – toglie al Sud i fondi per le ferrovie per dirottarli al Centro Nord, motivando tale scelta con il fatto che bisogna fare così perché nel “Sud ci sono le rocce”, ebbene, siamo all’apoteosi dell’antimeridionalismo.

Sempre ai tempi del Governo Renzi, per finanziare gli sgravi alle imprese – che per il 90% erano nel Centro Nord Italia – sono stati utilizzati i fondi PAC (risorse finanziarie del Sud non utilizzate, spesso per responsabilità dello Stato, che erano già state programmate per i Distretti sociosanitari della Sicilia). Ancora una volta, antimeridionalismo viscerale.

Ma prima del Governo Renzi anche i precedenti Governi nazionali non erano stati certo favorevoli al Sud.

Per coloro i quali non lo ricordano, va detto che il Governo Berlusconi 2008-2011 ha scientificamente penalizzato il Sud: nessun intervento e il vergognoso scippo dei fondi FAS (che erano del Sud) dirottati nel Centro Nord.

Prima del Governo Berlusconi 2008-2011 c’è stato il Governo Prodi: un disastro totale per il Sud e, soprattutto, per la Sicilia e, in particolare, per la sanità siciliana e per i fondi europei destinati alla Sicilia.

Molti oggi – soprattutto nel centrosinistra – lo nascondono, ma i fatti parlano da soli: un vergognoso Parlamento nazionale, ai tempi del Governo Prodi, ha portato la quota della Regione siciliana alla compartecipazione alle spese sanitarie dal 42% circa all’attuale 50%!

Una scelta assurda, senza senso: assurda e senza senso, ovviamente, per i politici siciliani che l’hanno avallata senza fiatare e, in particolare, ‘per i parlamentari nazionali eletti in Sicilia di quella legislatura! La legge Finanziaria nazionale 2007, voluta dal Governo Prodi, ha stabilito che, in tre anni, la quota di compartecipazione della Regione siciliana alle spese sanitarie, come già ricordato, passasse dal 42% circa al 50% circa.

A partire dal 2009 la Regione siciliana – la sanità siciliana – avrebbe avuto, ogni anno, quasi 600 milioni di euro in meno.

La Finanziaria nazionale approvata a fine 2006 è quella del 2007.

Nel 2008, come già ricordato, si è insediato il Governo Berlusconi. Forza Italia – i parlamentari nazionali di Forza Italia eletti n Sicilia – hanno bloccato questa vergogna? Ma quando mai!

Se oggi la sanità pubblica siciliana è un disastro è anche a causa di questo ignobile scippo finanziario. La responsabilità politica è del PD e di Forza Italia.

Per quale motivo oggi i siciliani dovrebbero votare per questi due partiti? Perché il nostro è un piccolo blog e non riusciamo ad informare i siciliani su questa bravata antisiciliana del PD e di Forza Italia?

Torniamo al punto di partenza: per chi dovrebbero votare i siciliani? per chi dovrebbero votare i meridionali?

L’8 marzo del 2018 il Sud e la Sicilia hanno scelto il Movimento 5 Stelle. E quali sono stati fino ad oggi i risultati? Tanta delusione! Basti pensare ai danni fatti dall’attuale Governo in Puglia. C’era l’impegno per chiudere l’ILVA di Taranto e il vice premier, Luigi Di Maio, con il sorriso sulle labbra, si è rimangiato l’impegno assunto con i tarantini e ha sposato il progetto dell’ex Ministro ultraliberista del PD, Carlo Calenda, lasciando aperta l’acciaieria di Taranto che continua a inquinare.

La stessa cosa, i grillini, l’hanno fatta con la TAP, l’assurdo gasdotto che sventra la costa del Salento.

E che dire dell’agricoltura del Sud? Nel dicembre dello scorso anno, in sede di discussione della Finanziaria 2019, il senatore grillino della Basilicata Saverio De Bonis – animatore di GranoSalus – aveva presentato un pacchetto di proposte per tutelare e rilanciare l’agricoltura del Sud.

Ma i vertici del Movimento 5 Stelle hanno bloccato tutto! C’erano altre priorità.

La verità è che il Sud – soprattutto nella Seconda Repubblica – va sempre in coda. E’ stato così con i Governi nazionali di centrodestra e di centrosinistra, e continua ad essere così anche con i grillini supervotati nel Mezzogiorno.

La cosa incredibile è che di questo disinteresse verso il Sud ora ne approfitterà la Lega di Salvini. Perché, come già detto, in assenza di una forza politica in grado di rappresentare il Sud – in assenza di un partito del Sud – gli elettori, per protesta, o non andranno a votare, o esprimeranno un doto ‘di pania’: ed è probabile che, in parte, votino Lega. Purtroppo!

Ma la responsabilità è nostra: è del Sud che non riesce ad organizzarsi.

Con chi prendersela? Non ce la possiamo prendere con lo scrittore e giornalista Pino Aprile, che già sta facendo tanto. Non gli possiamo rimproverare di non aver fondato un partito del Sud.

Dovremmo essere noi meridionali ad organizzare un partito del Sud.

Invece che facciamo? Alcuni sicilianisti propongono di non andare a votare per le elezioni europee, non capendo che, così facendo, agevoleranno o la vita alla vecchia politica (PD, Forza Italia e ‘frattaglie’ varie che sperano in un aumento dell’astensione che ridurrebbe i consensi ai grillini), o la Lega di Salvini.

In altre aree del Sud c’è chi pensa di risolvere i problemi con i soli schemi dei partiti nazionali di sinistra e di destra. O chi pensa di giocarsi le proprie carte alle prossime elezioni regionali (vedi il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris).

In questa fase politica tutto sembra ‘congiurare’ per favorire la Lega. Anche l’inchiesta giudiziaria che coinvolge un sottosegretario leghista non indebolirà la Lega: anzi gli darà una spinta in più perché – senza nulla togliere al grande e lodevole lavoro svolto dai magistrati – gli elettori stanchi della vecchia politica si concentreranno con maggiore determinazione non in favore della Lega, ma contro gli altri partiti.

Cosa bisogna fare, allora, nel Sud? Cosa bisogna fare in Sicilia?

Noi la pensiamo come i tanti cittadini che vedono come fumo negli occhi la sinistra italiana e, in particolare, il PD, che non ha nulla di sinistra, ma che oggi rappresenta la destra economica e finanziaria europea; la pensiamo come i tanti cittadini che considerano incredibile che ancora oggi Berlusconi, dopo tutto quello che ha combinato, sia ancora candidato; la pensiamo come i tanti elettori che hanno votato Movimento 5 Stelle e che oggi, soprattutto al Sud, sono molto delusi.

Detto questo, bisogna andare a votare per almeno quattro motivi.

Il primo motivo l’abbiamo già sottolineato: non andando a votare si finirebbe con l’agevolare proprio quelle forze politiche che vogliamo penalizzare.

Il secondo motivo è che, in democrazia, il voto non è un dovere: è un diritto che nemmeno la peggiore politica ci può conculcare: e più forte è la nausea che si prova per la politica, maggiore deve essere il nostro impegno per non mancare all’appuntamento con le urne.

Il terzo motivo è che il nuovo Parlamento europeo – non sappiamo in che misura, con quali mezzi e con che risultati – proverà a cambiare le regole truffaldine e cervellotiche dell’Unione europea. E questo è un motivo forte per andare a votare.

Il quarto motivo è molto importante e merita una digressione.

Nel Centro Nord Italia la Lega di Salvini farà il pieno di voti. Aiutata anche dal fatto che il sistema che specula sui migranti freme per far ripartire le navi cariche di migranti verso l’Italia. I dirigenti della ‘presunta’ sinistra italiana e le alte gerarchie cattoliche ancora non l’hanno capito: non hanno capito che più loro parlano di migranti da accogliere, più gli italiani si catapultano verso la Lega.

Il fenomeno è presente anche nel Sud e, soprattutto, in Sicilia dove, in genere, va in scena la stragrande maggioranza degli sbarchi.

La marea leghista non si potrà fermare nel Centro Nord Italia, ma si potrà provare a non farla crescere troppo anche nel Sud. Per questo è importante andare al votare qui al Sud e in Sicilia: per non far crescere troppo la Lega di Salvini.

Chi votare? Come abbiamo detto, non c’è un partito del Sud e non ci sono realtà locali (leggere partiti politici regionali). Però sappiamo chi non dobbiamo votare: PD, Forza Italia e Lega di Salvini: e già questo è un fatto importante.

Ci sono le altre forze politiche. E ci sono, soprattutto, le persone. Che non sono tutte uguali. Votiamo le persone: in questo caso siciliani o siciliane che si sono distinte per il lavoro fatto per la nostra Isola: possibilmente persone che vogliono cambiare l’attuale Unione europea delle banche, della finanza ladra, del liberismo economico sfrenato, delle multinazionali, della globalizzazione economica che sta distruggendo la nostra agricoltura.

Non è molto, lo sappiamo. Ma, per ora, non vediamo altro da fare.

Foto tratta da comune.corciano.pg.it

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