Gli attacchi di Xilella agli olivi pugliesi: c’entrano gli impianti di energia fotovoltaica?

26 marzo 2019

A lanciare questa ipotesi è il professore Marco Trapanese, coordinatore del corso di laurea in Ingegneria della e-mobility presso dell’Università di Palermo. Esperto in tematiche legate all’energia, il professore Trapanese ha illustrato oggi la sua riflessione. L’esplosione della Xilella potrebbe essere stata agevolata dalla presenza, nelle aree agricole, degli impianti per la produzione di energia solare

Sulla Xilella fastidiosa – il batterio che sta mettendo in crisi l’agricoltura di tante aree del mondo, e che in Italia sta creando gravissimi problemi all’olivicoltura del Salento, in Puglia – le interpretazioni sono tante. Non a caso il senatore Saverio De Bonis – eletto nel Movimento 5 Stelle, oggi nel gruppo misto – sta provando a far nascere una commissione parlamentare d’inchiesta. Detto questo, registriamo una novità che arriva da Palermo. Nel corso di un’audizione presso la terza commissione legislativa dell’Assemblea regionale siciliana, il professore Marco Trapanese (nella foto sotto a destra), coordinatore del corso di laurea in Ingegneria della e-mobility presso dell’Università di Palermo, ha lanciato un’ipotesi circa lo sviluppo dei problemi creati dalla Xilella: a suo dire, tali problemi potrebbero essere legati agli impianti per la produzione di energia solare nelle aree agricole.

Le notizie in nostro possesso sono frammentarie. E contiamo di tornare sull’argomento non appena saremo in possesso della relazione del professore Trapanese. Vediamo, per grandi linee, di illustrare la possibile spiegazione proposta dal docente universitario di Palermo.

La Xilella ha fatto la sua comparsa in Puglia, in provincia di Lecce, tra il 2007 e il 2008. Grosso modo, sono gli anni in cui, nella stessa area, a ridosso di grandi appezzamenti olivicoli – e in alcuni casi, nel cuore di alcune aziende agricole – è stata registrato l’aumento della presenza di impianti per la produzione di energia solare.

Ci potrebbe essere un legame tra lo sviluppo degli impianti per la produzione di energia solare e l’esplosione del batterio della Xilella tra gli oliveti di Lecce?

Dovrebbe essere questa, sempre per grandi linee, l’ipotesi lanciata dal professore Trapanese.

Il tema potrebbe essere il seguente: gli impianti per la produzione di energia solare alterano le condizioni climatiche delle aree dove vengono posizionati. Se questi impianti vengono realizzati nelle aree agricole – cosa che sarebbe avvenuta a Lecce e dintorni a ridosso o dentro le aree dove sono presenti gli ulivi – potrebbero influenzare la stessa vita delle piante.

Il cambiamento del clima – in questo caso un innalzamento della temperatura – potrebbe avere avuto effetti sulle piante di olivo, sulla stesso batterio della Xilella e sull’interazione tra piante di olivo e questo batterio (non escludendo altri fattori).

Da quello che abbiamo dedotto – ma contiamo di essere più precisi in un prossimo articolo, come già accennato, con la relazione del professore Trapanese sotto i nostri occhi – ci sarebbe stata una coincidenza tra l’aumento del numero degli impianti per la produzione di energia solare e l’esplosione dell’infezione provocata dal batterio della Xilella. E tale infezione potrebbe essere stata agevolata dal cambiamento climatico provocato dalla presenza dei pannelli solari.

Se le cose dovessero stare così, ebbene, la ‘convivenza’, mettiamola così, tra impianti per la produzione di energia solare e agricoltura dovrebbe essere rivista, se non messa direttamente in discussione.

Foto tratta da articolo 21.org  

PER SAPERNE DI PIU’ SULLA XILELLA

 

 

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