Che fine hanno fatto i risultati dei controlli sulla nave di grano arrivata a Pozzallo?/ MATTINALE 300

5 marzo 2019

Lo chiediamo al presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, e all’assessore all’Agricoltura, Edy Bandiera. I risultati delle analisi si ottengono dopo un giorno, due giorni al massimo. Non ci convincono le giustificazioni del Governo regionale. E non convincono nemmeno Cosimo Gioia. Che racconta che…  

Siamo costretti a intervenire su una delle solite sceneggiate del Governo regionale di Nello Musumeci in materia di mancati controlli sul grano duro che arriva in Sicilia con le navi. In particolare, sul carico di 8 mila tonnellate circa di grano canadese che il 21 febbraio scorso il Governo regionale ha annunciato di aver bloccato per avviare i controlli sanitari (qui un nostro articolo).

Noi abbiamo accolto con favore tale notizia. Anche se ci hanno convinto poco i toni trionfalistici del comunicato diramato da Palazzo d’Orléans, sede della presidenza della Regione siciliana.

Tanto che, già l’indomani, pronto accomodo, abbiamo sfatato la ‘leggenda’ del grano duro canadese in diminuzione. Perché se è arrivata questa, ebbene, ne saranno arrivate altre: la dimostrazione che in Sicilia continua ad arrivare grano duro estero, compreso quello canadese (qui il nostro articolo).

(E, secondo noi, siamo anche ‘invasi’ dal grano tenero canadese, COME POTETE LEGGERE QUI).

Il 27 febbraio, quasi una settimana dopo, abbiamo preso atto che le 8 mila tonnellate di grano duro canadese erano già state scaricate in un molino della Sicilia orientale:

“La nave carica di grano duro canadese ‘bloccata’ la scorsa settimana a Pozzallo, in realtà, non è stata mai bloccata. Le ‘autorità’ regionali si sono limitati ad effettuare qualche prelievo, poi il grano è stato scaricato e portato in un molino della Sicilia orientale. E, con molta probabilità, in parte è già nelle nostre pance” (qui il nostro articolo del 27 febbraio per esteso).

Da allora ad oggi sono passate due settimane, non abbiamo notizia di altre navi cariche di grano duro bloccate nei porti siciliani. E su Sicilia rurale.eu leggiamo che il carico di grano duro arrivato circa due settimana fa a Pozzallo non presentava “nessuna grave contaminazione visibile, né presenza di pericolosi parassiti che non fossero già presenti in Italia”. In base alle norme del commercio internazionale, trattenere il grano sarebbe stato impossibile, perché questo avrebbe creato un danno economico del quale avrebbe risposto l’amministrazione regionale.

Sempre su Siciliarurale.eu leggiamo una dichiarazione dell’assessore regionale all’Agricoltura, Edy Bandiera:

“Ma sia chiaro che l’attenzione rimane al massimo livello. Restiamo vigili, affinché il grano extra europeo non venga avviato al commercio, qualora non dovesse essere conforme ai parametri chimico-fisici e batteriologici previsti dalle nostre normative e affinché non cambi casacca, trasformandosi in grano siciliano”.

A noi la giustificazione del Governo regionale non ci ha convinto. Così abbiamo chiesto ‘lumi’ a Cosimo Gioia, agricoltore, produttore di grano con azienda nell’entroterra della Sicilia, che in materia di controlli sulla navi cariche di grano duro che arrivano in Sicilia ne sa qualcosa, se è vero c che, da dirigente generale del dipartimento Agricoltura della Regione siciliana, nel 2009, ha avviato – finora caso unico – i controlli sulle navi di grano che arrivavano nella nostra Isola, prima di essere stato precipitosamente licenziato dal Governo regionale dell’epoca retto da Raffaele Lombardo.

“Le giustificazioni del Governo regionale non reggono alla prova dei fatti di dice Gioia -. Lo hanno stabilito visivamente che le ottomila tonnellate di grano duro canadese arrivate a Pozzallo andavano bene? Forse le micotossine e il glifosato sono ‘fosforescenti’? Ebbene, se il sistema è questo, nessuna nave può essere controllata. Invece di trovare giustificazioni che non convincono affatto, il Governo regionale perché non crea dei laboratori di analisi nei porti siciliani?”.

“Ci vuole un po’ di buona volontà per organizzare controlli sanitari veri e seri – aggiunge Gioia -. Ricordo che in ventiquatr’ore è possibile controllare i campioni di grano prelevati e stabilire l’eventuale presenza di sostanze contaminanti. Non credo che un carico che è rimasto in mezzo al mare per settimane intere deperisca se rimane bloccato un giorno o, al massimo, due giorni in un porto. In ogni caso, a tutela dei consumatori, i controlli da effettuare in uno o due giorni possono essere previsti dal contratto di acquisto. Si chiamano clausole contrattuali”.

“Detto questo – conclude Gioia – visto che sono passate quasi due settimane dall’arrivo della nave nel porto di Pozzallo, e visto che le autorità regionali hanno effettuato i prelievi, a chi aspetta il Governo regionale a rendere noti i risultati delle analisi? Non credo che i risultati delle analisi sul grano arrivato nel porto di Pozzallo siano un segreto di Stato”.

P.s.

Alla fine sapete come finirà? Finirà che qualche associazione di consumatori effettuerà le analisi, così come hanno fatto per la pasta GranoSalus e I Nuovi Vespri. Ammesso che qualcuno non l’abbia già fatto…

Foto tratta da ilgazzettinodisicilia.it

QUI L’ARTICOLO DI SICILIA RURALE.EU

 

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