La ‘salvezza’ del Palermo calcio: alla fine pagheranno i palermitani?/ MATTINALE 290

23 febbraio 2019

Ci avevano detto – o, quanto meno, così ci era sembrato di capire – che la squadra di calcio del Palermo sarebbe stata ‘salvata’ dagli imprenditori. Ora invece scopriamo che, a salvarla, dovrebbero essere i cittadini. Sì proprio loro, quelli che già pagano tasse e imposte comunali più ‘salate’ d’Italia per avere in cambio servizi disastrosi, dall’immondizia per le strade alle stesse strade tutte buche!  

Non seguiamo il calcio minuto per minuto. Non siamo in grado di reggere il confronto con i ghirigori di Maurizio Zamparini, né di andare dietro ai colpi di scena che si susseguono tra Palermo e Londra. Ma una cosa, però, crediamo di averla capita: e cioè che a mettere le mani in tasca per salvare la squadra di calcio del Palermo dovrebbero essere i cittadini-tifosi. 

Ci chiediamo e chiediamo: ma quanto debbono essere ricchi ‘sti palermitani? In quanto vittime – come tutti gli abitanti del Sud Italia – di quel grande imbroglio storico chiamato Risorgimento, si ritrovano a vivere in un Paese con una pressione fiscale tra le più elevate del mondo.

Vivono in una Regione nella quale l’amministrazione regionale, sotto il profilo finanziario, è ormai muru cu ‘u muru cu ‘u spitali: una Regione siciliana che, quest’anno, rischia seriamente di attumbuliare, trascinando nel baratro intere categorie sociali.

Vivono in una città circondata da strade provinciali che cadono a pezzi, con gli edifici scolastici dove la manutenzione è ormai un optional e dove, spesso, non ci sono nemmeno i riscaldamenti.

Vivono in una città nella quale finire in un Pronto Soccorso significa, spesso, precipitare in un girone dantesco, dove una visita si trasforma nell’attesa di una vita, come ne Il Deserto dei Tartari

Vivono in un Comune amministrato da chi ha fatto e fa degli sprechi economici e finanziari una bandiera (ALLEGATI TROVATE ARTICOLI CHE RACCONTANO COME A PALERMO VENGONO SPESI I SOLDI PUBBLICI).

Già, il Comune di Palermo. Dove si paga già una TARI salatissima per avere l’immondizia non raccolta per le strade per giorni e giorni: una città con le strade tutte scassate: una città dove si chiudono al traffico le strade, ma non ci sono in mezzi pubblici come alternativa: una città nella quale 15 Km di Tram costano 10 milioni di euro all’anno e dove…

… e dove ne succedono di tutti i colori.

L’ultimo provvedimento tragicomico l’ha ‘pennellato’ la battagliera consigliera comunale Sabrina Figuccia. Tema: i ‘portoghesi’ del Tram di Palermo, ovvero i cittadini che vogliono usufruire sì di questo servizio, ma non vogliono pagarlo.

Nelle ultime settimane – i mezzi d’informazione ne hanno parlato in tutte le salse – questi ‘gentlemen’ panormiti, che prendono il Tram ma non ne vogliono sapere manco a brodo di pagare il biglietto, sono stati più volte ‘beccati’ dai controllori. Ma, per tutta risposta, invece di pagare la multa, hanno picchiato gli stessi controllori!

Storie incredibili e incivili, certo: ma altrettanto incredibile – come giustamente ha fatto notare Sabrina Figuccia – è il rimedio adottato dall’AMAT, l’Azienda controllata dal Comune di Palermo per combattere i portoghesi violenti: assoldare un gruppo di vigilantes che costeranno alle ‘casse’ dell’AMAT 160 mila euro all’anno!

Una domanda al presidente dell’AMAT, Michele Cimino: ma tra controllori e vigilantes quanto spenderà l’Azienda comunale per il trasporto delle persone che gestisce il Tram?

Gli introiti dei biglietti saranno maggiori dei costi sostenuti dall’Azienda per controllori e vigilantes? Non sarebbe più logico – anche per aumentare la presenza dei cittadini nei Tram – rendere gratuito il servizio, come sosteniamo nella nostra Intervista-espressionista? (QUI LA NOSTRA INTERVISTA-ESPRESSIONISTA AL TRAM DI PALERMO).

Ma il tema, oggi, non è il Tram, ma la piega che sta prendendo il ‘serial a puntate’ della squadra di calcio del Palermo. Ci avevano detto – o, quanto meno, così a noi era sembrato di capire – che a salvare il calcio in città sarebbero arrivati gli ‘imprenditori’ del capoluogo siciliano.

E cosa scopriamo, adesso? Che gli ‘imprenditori’ non mancano: mancano, a quanto pare, i soldi. Che – sempre a quanto pare – dovrebbero essere tirati fuori dai cittadini palermitani utilizzando quell’impronunciabile parola in ‘inglisi struttu’: crowfunding. Della serie: voi, cittadini di Palermo, ci mittiti a munita che al resto pensiamo noi imprenditori-prenditori…

Più che l’uovo di Colombo a noi la trovata sembra somigli a un uovo di Pasqua: a Carnevale è stata lanciata la proposta di crowfunding, nella speranza che i palermitani, prima dell’arrustuta della Pasquetta – giornata in cui i panormiti mettono sotto i denti kilometri di cotolette alla palermitana dilapidando fortune sulle brace – ‘caccino’ un po’ di moneta per la gloria del calcio cittadino.

In queste ore, a Palermo, ci si interroga: chi è che metterà mano al portafoglio per sostenere lo ‘sforzo’ degli imprenditori cittadini? I commercianti del Centro storico – e soprattutto vi via Roma – deliziati dalla ZTL? O i commercianti e gli abitanti che hanno goduto di tutte le ‘agevolazioni’ degli eterni appalti dell’Anello ferroviario?

No, forse contribuiranno in modo più sostanzioso i titolari delle attività commerciali multati perché, in estate, mettono in strada un paio di sedie in più. O forse i giovani laureati che lasciano la città in cerca di fortuna, visto che il lavoro, a Palermo, è solo per i precari che sanno come e chi votare: lasceranno un obolo prima di salire sull’aereo?

 

 

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