Le società del Comune di Palermo mangia & bevi: 400 mila Euro di consulenze esterne alla RESET senza controlli!

27 gennaio 2016

Dopo le clientele dell’AMAT e la volta delle clientele della RESET, società del Comune di Palermo creata sulle ceneri della GESAP. Quasi mille e 700 persone, pagate con i soldi dei contribuenti palermitani, che a giudicare da quello che racconta la vice presidente del Consiglio comunale, Nadia Spallitta, effettuano un servizio di pulizia che lascia molto a desiderare. Le precisazioni di Angelo Figuccia. Le contraddizioni di Rifondazione comunista

Il Comune di Palermo non finisce di stupire per la ‘leggerezza’ (non quella illuministica di Voltaire, cara a Leonardo Sciascia, ma quella molto più prosaica legata agli sprechi di denaro pubblico) con la quale gestisce le proprie società. Dopo gli incredibili sperperi dell’AMAT – l’Azienda che gestisce il trasporto pubblico dei passeggeri e, da circa un mese, anche le tre linee di Tram – è la volta della RESET, società legata al Comune che, ogni anno, spende 400 mila Euro per consulenze esterne!

Ormai le notizie che arrivano da Palazzo delle Aquile sono incredibili. In tre anni – cioè da quando è tornato alla guida della città di Palermo – Orlando e la sua Giunta hanno aumentato di ben 150 milioni di Euro all’anno la pressione fiscale. All’aumento della tassazione a carico dei cittadini palermitani non ha fatto seguito un miglioramento dei servizi che, al contrario, sono peggiorati. Due i casi eclatanti: la scomparsa della raccolta differenziata dei rifiuti che era stata avviata dal Ministero dell’Ambiente nel 2009, in fase sperimentale, per circa 120 mila abitanti, il contestuale peggioramento della raccolta dei rifiuti e, da qualche settimana, il taglio di alcune linee operato dall’AMAT, che ha lasciato a piedi migliaia di palermitani che abitano in alcune periferie. Per non parlare dello scandalo degli sprechi senza fine registrati per lo smaltimento del percolato della discarica di Bellolampo. Sprechi e clientele senza fine. 

A queste notizie si aggiungono, adesso, le nuove denunce della vice presidente del Consiglio comunale, Nadia Spallitta, sulla RESET, altra società controllata dal Comune di Palermo.

“L’imperativo – scrive Nadia Spallitta in un comunicato – dovrebbe essere contenere e ottimizzare le spese per offrire servizi efficienti alla città. Oggi (ieri per chi legge ndr) la Terza commissione ha incontrato il presidente della RESET, la società che sostanzialmente è subentrata alla GESIP nei servizi di pulizia degli immobili comunali e non solo. Dall’analisi di alcuni documenti contabili, che tuttavia non sono stati trasmessi dall’Amministrazione in modo tale da garantire al Consiglio lo svolgimento del controllo analogo, emergono alcune criticità che sostanzialmente caratterizzano un po’ la gestione delle partecipate comunali”.

Insomma, i dati di cui dispone la vice presidente del Consiglio comunale sono parziali. Questo perché se i vertici delle società trasmettono i propri bilanci all’Amministrazione comunale, sindaco e assessori comunali, da parte loro, si guardano bene dal trasmettere – come invece dovrebbero – tali atti al Consiglio comunale, che così non è messo nelle condizioni di esercitare il controllo analogo previsto dalla legge. Un gioco che, molto probabilmente, coinvolge le opposizioni di centrodestra – la maggioranza dei consiglieri comunali di Forza Italia in testa – se è vero che a denunciare queste e altre magagne sono solo tre consiglieri comunali: la già citata Nadia Spallitta e Luisa La Colla, entrambe del PD, e il consigliere comunale di Forza Italia, Angelo Figuccia. Mentre di quasi tutti gli altri consiglieri comunali si sono perse le tracce…

L’Amministrazione comunale non ‘largheggia’ in materia di informazioni sulle società partecipate. In compenso, i consiglieri comunali di buona volontà come Nadia Spallitta, Luisa La Colla e Angelo Figuccia raccolgono informazioni qua e là, per esempio convocando nelle commissioni consiliari di merito gli amministratori delle società comunali (ovviamente nominati dalla Giunta), che non possono sottrarsi alle audizioni, né possono nascondere i dati.

Dalle audizioni, piaccia o no al sindaco e agli assessori ‘trasparenti’ dell’attuale Amministrazione comunale, qualche notizia viene fuori:  “In primo luogo – scrive Nadia Spallitta – la RESET, che ha un contratto di servizio da 29 milioni di euro e una dotazione di 1.690 dipendenti affida ogni anno consulenze esterne per circa 400 mila euro, a mio avviso in contrasto con i divieti sanciti dal Consiglio in materia e con i parametri cui gli enti e le società partecipate devono sottostare. Le consulenze, tra l’altro, sono affidate senza gare di evidenza pubblica e in assenza dell’obbligatorio regolamento. Motivi per i quali mi riservo di acquisire la relativa documentazione da trasmettere alla Corte dei Conti che, tra l’altro, in una nota dell’ottobre 2015 ha censurato i rendiconti per gli anni 2012, 2013 e 2014 del Comune proprio in relazione ai bilanci delle partecipate”.

Consulenze fuori legge, denuncia la vice presidente vicaria del Consiglio comunale, che nella vita fa l’avvocato. E non è finita:

“Anche la RESET – aggiunge la battagliera consigliere comunale del PD (che non Nadia Spallitta e Luisa La Colla sembra un partito di opposizione…) – procede con il nolo dei mezzi e l’esternalizzazione dei servizi informatici (pur avendo tra le consociate la SISPI), oltre ad appaltare la gestione delle buste paga e avvalersi per lo più di ditte esterne per le manutenzioni e le riparazioni. Per cui ancora una volta, a mio avviso, sarebbe opportuna una politica di maggiore contenimento dei costi, anche a vantaggio degli stessi lavoratori che al momento svolgono 29 ore settimanali (prestazione inferiore rispetto agli standard minimi di 32 ore)”.

Siamo all’apoteosi degli sprechi: il Comune può contare su una società comunale – la SISPI – che si occupa di servizi informatici e che fa la RESET? Quello che fa l’AMAT: appalta a ditte esterne i servizi informatici. Tanto che problemi ci sono? Non è che a pagare sono il sindaco, gli assessori e i consiglieri comunali: a pagare sono i cittadini di Palermo con un aumento delle tasse!

“Se è vero l’impegno di questa società rivolto a garantire i servizi di pulizia dei beni e nonostante il numero di dipendenti – conclude Nadia Spallitta – ci sono parti della città, soprattutto nelle zone periferiche, che mantengono la loro condizione di degrado e necessiterebbero di interventi più efficienti. Sarebbero auspicabili in tal senso una maggiore sinergia e azioni coordinate con le altre partecipate e con la stessa Amministrazione”.

RESET ha quasi mille e 700 dipendenti che si dovrebbero occupare della pulizia della città. Ma le periferie – che in parte sono già state abbandonate dall’AMAT – rimangono sporche.

Sulla RESET interviene anche il già citato consigliere comunale Angelo Figuccia:

“Adesso c’è pure l’imprimatur della Corte dei Conti: la RESET, la società creata da Orlando sulle ceneri della GESIP, è un obbrobrio giuridico e su cui il Comune ha fornito notizie lacunose. Stamattina (ieri per chi legge ndr) con i colleghi della Terza Commissione Consiliare, abbiamo ricevuto il presidente dalla Reset, Antonio Perniciaro. Nel corso dell’audizione, è venuto fuori che la Sezione di Controllo per la Regione Siciliana della Corte, nella seduta dello scorso 27 ottobre, presieduta da Maurizio Graffeo coadiuvato da Licia Centro e Francesco Albo, ha chiesto maggiori e più approfondite informazioni sulla costituzione della società consortile RESET, dopo che il Comune è stato accusato di essere stato alquanto laconico, come io stesso sostengo da quando è stata creata”.

“Inoltre – prosegue Angelo Figuccia – la Corte dei Conti vuole vederci chiaro soprattutto sul sistema di controllo del Comune nei confronti delle società partecipate, un ufficio che accusa carenze d’organico e senza adeguate risorse finanziarie e strumentali. Insomma, ancora una volta la Corte punta l’indice sulle tante partecipate del Comune, che purtroppo continuano ad essere una pesantissima palla al piede nel bilancio di Palazzo delle Aquile, soprattutto perché spesso la loro gestione è stata messa sotto la lente d’ingrandimento dei giudici contabili, che sollevano rilievi soprattutto sulle carenze di un’attenta analisi economico-finanziaria dei costi di gestione e sul troppo dilungarsi delle procedure di liquidazione di alcune, come ad esempio la Palermo Ambiente, in liquidazione dal 2010”.

“Mi auguro che i rilievi mossi dalla Corte dei Conti spingano il sindaco e i suoi assessori ad adottare i necessari correttivi per evitare che le partecipate possano portare al collasso del bilancio comunale”.

P.S.

Signor sindaco Orlando, signor assessore alla ‘Mobilità’, Giusto Catania, esponente di Rifondazione comunista, signori consiglieri comunali che appoggiate l’attuale Amministrazione comunale: servono a questo le nuove ZTL ‘pirandelliane’? A pagare le vostre clientele? Quando finirà questa vergogna?

A Palermo succede quello che va in scena in tanti altri Comuni dell’Isola: nel silenzio generale, per pagare i precari, sindaci, assessori e consigli comunali aumentano la pressione fiscale. Di fatto, in tantissimi Comuni siciliani, a pagare il personale precario sono i cittadini che ovviamente rimangono all’oscuro di tutto. Li pagano direttamente, come avviene a Palermo, dove l’Amministrazione comunale – come questo blog ricorda spesso – ha aumentato in tre anni di 150 milioni di Euro all’anno la pressione fiscale. O li pagano indirettamente, facendo ricorso a esposizioni con le banche che tra qualche anno pagheranno sempre i cittadini con l’aumento della pressione fiscale che i sindaci aumenteranno qualche mese prima di andare via, lasciando la patata bollente nelle mani dei successori.

Questi sono gli effetti del renzismo: una finta riduzione della pressione fiscale a livello nazionale, lasciando ai sindaci l’onere di aumentare le tasse e le imposte locali. A questo scenario Palermo aggiunge la ‘briscola a denari’: un ulteriore aumento del carico fiscale per pagare le clientele! 

Ultima domanda: ma i ‘compagni’ di Rifondazione comunista, che sono al governo della città, non hanno nulla da dire? 

 

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