Autonomia differenziata e regionalizzazione della scuola? Da Aosta “No” dell’ANIEF/ MATTINALE 271

4 febbraio 2019

L’ANIEF, il giovane sindacato della scuola in ascesa, ha riunito il proprio consiglio nazionale per celebrare i dieci anni di vita. L’ha fatto ad Aosta. Da dove ha preso una netta posizione contro l’Autonomia differenziata chiesta dalla Lega e, di conseguenza, un ‘No’ al progetto di regionalizzazione della scuola, che è una delle dirette conseguenza della ‘Secessione dei ricchi’  

Per ora le ‘carte’ girano veramente male per il leader della Lega, Matteo Salvini. Il ‘caso’ della nave Diciotti rischia di farlo finire sotto processo, h garantito ai poteri forti il sì del Governo giallo-verde alla TAV tra Torino e Lione, ma c’è il ‘No’ grande quanto una casa dei grillini. E, adesso, un sindacato della scuola in ascesa – l’ANIEF (Associazione Nazionale Insegnanti e Formatori) – da Aosta, esprime un secco ‘No’ al progetto della regionalizzazione della scuola.

La ‘botta’ non è di poco conto, perché la regionalizzazione della scuola è uno dei primi effetti della cosiddetta ‘Autonomia differenziata’, l’ultima invenzione dei leghisti per tutelare gli interessi del Centro Nord a scapito del Mezzogiorno d’Italia.

“Il giovane sindacato – si legge in un comunicato ufficiale dell’ANIEF – respinge in modo drastico il progetto di legge con cui il governo Conte intende regionalizzare la scuola, assieme ad altri servizi pubblici essenziali: l’opposizione totale al disegno di legge sulla cosiddetta Autonomia differenziata, che prenderebbe il via con la concessione dell’autonomia scolastica ad alcune regioni del Nord, è giunta oggi dal capoluogo valdostano, nel giorno di chiusura del primo Consiglio nazionale svolto nel decennale di ANIEF”.

Insomma, l’ANIEF compie dieci anni di vita e ne approfitta per esprimere un ‘No’ a uno dei progetti-cardine della Lega di Salvini. Nel comunicato c’è il riferimento al “governo Conte”: in realtà, il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, non dovrebbe essere lo sponsor dell’Autonomia differenziata, che, come già accennato, è farina del sacco della Lega e, in particolare, delle Regioni Lombardia e Veneto che hanno anche celebrato i referendum (a queste Regioni si affiancherebbero Piemonte, Liguria e anche l’Emilia Romagna, dove il centrosinistra, per frenare l’avanzata elettorale della Lega ormai ne cavalca le istanze).

Quando si parla di “regionalizzazione della scuola” si parla di soldi. Perché l’Autonomia differenziata chiesta dalla Lega non è altro che il tentativo di mettere le Regioni del Nord nelle condizioni di contribuire in ragione nettamente minore alle spese generali dello Stato. Come? trattenendosi il cosiddetto “residuo fiscale”.

Insomma, dopo avere ‘spolpato’ il Sud per oltre 150 anni, le Regioni del Nord si vogliono tenere tutte o quasi le imposte e le tasse che pagano nelle rispettive Regioni! Una furbata: siccome godono di un reddito pro capite molto più elevato rispetto alle Regioni del Sud, con questa mossa nelle ‘casse’ di queste Regioni resterebbero un sacco di soldi, che non andrebbero più allo Stato, a sostegno della cosiddetta fiscalità generale.

I primi due settori che ne pagherebbero le conseguenze sarebbero la sanità e la scuola: servizi scolastici e servizi sanitari che, nel Sud, subirebbero una drastica riduzione (QUI UN NOSTRO ARTICOLO NEL QUALE SI PARLA DELLA PETIZIONE DELL’ECONOMISTA GIANFRANCO VIESTI PER BLOCCARE LA FURBATA LEGHISTA).

Il presidente nazionale dell’ANIEF, Marcello Pacifico, nel prendere atto della volontà del Consiglio nazionale del sindacato ha detto:

“Il piano di regionalizzazione di un servizio pubblico così come annunciato è irrealizzabile per l’assenza di risorse che, se trovate, minerebbero l’unità nazionale e il principio solidaristico sotteso nella nostra Costituzione. Ci opporremo, in tutte le sedi, ad iniziare da quelle giudiziarie, contro il trasferimento del personale o i blocchi alla mobilità. E i precedenti ci danno ragione piena, persino in quella Provincia autonoma che delibera in maniera esclusiva sulla scuola, ma sempre tenendo presente alcuni principi costituzionali inviolabili”.

Dopo di che non possiamo non segnalare il paradosso di un Sud nel quale non mancano meridionali che vanno dietro alla Lega di Salvini. Stanchi della vecchia politica di centrodestra e centrosinistra – e forse poco convinti di alcune scelte scellerate adottare dai grillini nel Sud, dal sì all’ILVA di Taranto e alla TAP nel Salento, per non parlare del sostanziala abbandono dell’agricoltura meridionale – questi abitanti della Regioni del Mezzogiorno pensano di dare una svolta alla politica della propria terra votando Lega.

Senza capire che, oggi, Salvini è stato scelto da quei poteri forti che hanno interessi nel Centro Nord Italia e che continuano a considerare il Sud come una ‘Colonia’ da sfruttare. Il tutto in un progetto politico complessivo, di stampo liberista, che punta a comprimere le istanze popolari, proprio come ha fatto il PD di Renzi.

Non è un caso, infatti, che questi poteri forti stiano provando  sostituire Renzi – ormai fuori gioco – proprio con Salvini.

Quello che succede, anche nel mondo della scuola, bene interpretato da ANIEF, segnala l’urgenza di una nuova esperienza politica all’insegna del ritorno al popolarismo genuino.

Foto tratta da it.blastingnews.com 

 

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