I conti della Regione/ L’eredità del PD (Renzi e Crocetta) è pesante. Ma la soluzione c’è

23 gennaio 2019

Ok: Musumeci e Armao hanno sbagliato a ignorare le prescrizioni della Corte dei Conti. Ma adesso bisogna ‘spalmare’ in 30 anni il ‘buco’ di quasi 550 milioni di euro. La soluzione c’è: ‘aggiustare’ la normativa nazionale che oggi non lo consente, perché è impensabile togliere dalla manovra 2019 della Regione questi 550 milioni di euro

Manovra economica e finanziaria della Regione siciliana 2019: dire che c’è un po’ di confusione è poco. Perché la confusione è tanta: e il primo a creare questa situazione di caos è stato lo stesso Governo regionale che, dal novembre dello scorso anno, ha ignorato una prescrizione della Corte dei Conti che risale alla ‘parifica’ (leggere approvazione) del Bilancio consuntivo 2017, quando i giudici contabili hanno quantificato il ‘buco’ da coprire in circa 2 miliardi di euro.

Dalla primavera dello scorso anno fino a qualche giorno fa gli attuali governanti hanno fatto come gli struzzi, infilando la testa sotto la sabbia. Provando a ‘trasformare’ il ‘buco’ di 2 miliardi circa in un ‘buco’ di poco più di 500 milioni di euro. Ma a novembre dello scorso anno – e non in questi giorni! – la Corte dei Conti ha ‘bocciato’ il maldestro tentativo di ridurre la manovra da effettuare da circa 2 miliardi a 500 milioni di euro. 

La ‘bomba’ sui conti della Regione – lo ribadiamo ancora una volta – è esplosa nel novembre dello scorso anno e non in questi giorni! (COME POTETE LEGGERE QUI).

Il Governo regionale ha ignorato il pronunciamento della Corte dei Conti. Dopo di che, nei giorni scorsi, ‘qualcosa’ deve aver convinto gli attuali governanti regionali a togliere la testa da sotto la sabbia e a guardare la realtà…

Il vice presidente della Regione e assessore all’Economia, Gaetano Armao, ha ragione da vendere quando afferma che il passato Governo di centrosinistra ha lasciato un’eredità pesantissima. Chi scrive prima su Link Sicilia nell’estate del 2014 e poi su questo blog, nella primavera del 2016, ha segnalato gli effetti devastanti dei due ‘Patti scellerati’ firmati dal Governo Renzi e dal Governo regionale di Rosario Crocetta sulla pelle dei siciliani.

(Sul secondo ‘Patto scellerato’, quello del 2016, ricordiamo l’inchiesta in tre puntata firmata da Franco Busalacchi CHE POTETE LEGGERE QUI).

A questi due ‘Patti scellerati’ si aggiungono il prelievo forzoso di un miliardo e 340 milioni all’anno dal Bilancio della Regione, da parte dello Stato (che non è stato ancora interrotto) e lo scippo di circa 600 milioni all’anno dal Fondo sanitario regionale che va avanti dal 2009. Più gli scippi finanziari alle ex Province siciliane (240 milioni all’anno di prelievo forzoso e lo scippo della RC auto).

“Eredità pesantissima”, dice oggi Armao. Ma non è certo nascondendo la testa sotto la sabbia che si rivolvono i problemi.

Le cronache registrano anche un comunicato della CGIL siciliana:

“I conti della Regione – dice il segretario generale della CGIL Sicilia, Michele Pagliaro – rischiano seriamente di saltare perché, contrariamente da quanto dichiarato dal governo regionale, il disavanzo del 2017, pari a 2,14 miliardi, stando alla normativa non potrà essere spalmato sui prossimi trent’anni”.

“In base all’accordo del dicembre 2018 tra la Regione e il Ministero dello Sviluppo economico, riportato nella legge di Bilancio dello Stato per il 2019 (comma 874 dell’articolo 1) – precisa il segretario della CGIL siciliana – la Regione può ripianare in 30 esercizi solo l’eventuale disavanzo derivante dalla cancellazione nel 2017 di crediti derivanti da assegnazioni dello Stato e dell’Ue per la programmazione 2007/ 2013 e dei crediti di natura tributaria entro l’esercizio 2002”.

Secondo le stime della CGIL, “questi si attestano intorno a 700 milioni. Ciò significa – sottolinea Pagliaro – che nei prossimi tre anni la Regione dovrà reperire 1 miliardo e 400 milioni per risanare il disavanzo”.

Non ci pronunciamo sui conti fatti dalla CGIL siciliana. A noi risulta che, per quest’anno, il Governo regionale ha ‘spalmato’ su trent’anni circa un miliardo e 600 milioni non di debiti, ma di risorse che lo Stato ha drenato alla Regione.

Rimangono da sistemare poco meno di 550 milioni di euro che l’attuale normativa non consente di ‘spalmare’ in trent’anni. D’altra parte, grazie ai passati Governi regionali ‘ascari’ che hanno consentito a Roma di svuotare le ‘casse’ regionali, l’attuale Governo e l’attuale Assemblea regionale siciliana non possono certo togliere quasi 550 milioni di euro dalla manovra 2019, perché intere categorie sociali resterebbero scoperte.

Qui non si tratta di difendere l’attuale Governo regionale, ma di difendere gli interessi della Sicilia, messi a rischio dalla dissennatezza del passato Governo regionale di centrosinistra che sembra abbia lavorato scientificamente, d’accordo con Roma, contro il Governo regionale che sarebbe arrivato dopo!

Se non si chiarirà questo punto – un ‘aggiustamento’ della normativa nazionale per ‘spalmare’ in trent’anni anche questi 550 milioni di euro – la commissione Bilancio e Finanze dell’Ars e lo stesso Parlamento siciliano non potranno fare molto.

Il segretario della CGIL siciliana, Pagliaro, sottolinea, inoltre, che “la mancanza di liquidità si riflette anche su delicati settori come la sanità che, come rilevato dalla Corte dei Conti, vede le Aziende sanitarie avere debiti per 2,5 miliardi e crediti per 4,2 miliardi, un importo pari alla quota di compartecipazione della Regione al Fondo sanitario regionale (4,4 miliardi nel 2017). Se questa dinamica si ripeterà nel 2018 e nel triennio 20019/2020 – aggiunge Pagliaro – le Aziende sanitarie dovranno ricorrere alle anticipazioni di tesoreria e capiterà anche che dovranno fare fronte a spese aggiuntive derivanti dai decreti ingiuntivi per pagare i fornitori, disattendendo la normativa comunitaria per quanto concerne i tempi di pagamento”.

La CGIL siciliana, a nostro modesto avviso, sempre a proposito della sanità, si dovrebbe interrogare su come l’attuale Governo regionale sia riuscito a ‘risparmiare’ 115 milioni di euro nel 2018.

La verità è che la sanità siciliana, negli anni dei Governi di centrosinistra, è stata ripetutamente ‘saccheggiata’, come ha denunciato nel settembre del 2016 la Corte dei Conti (QUI UN ARTICOLO).

Nella passata legislatura, ad onore del vero, la CGIL siciliana – anche se mai in modo specifico ed organico – è intervenuta sui problemi del Bilancio. Ma non ricordiamo interventi particolarmente incisivi sui ‘Patti scellerati’ Renzi-Crocetta e, soprattutto, non ricordiamo interventi sugli scippi alla sanità…

 

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