‘Bomba’ sui conti della Regione: la Corte dei Conti ‘boccia’ il ricorso sui 2 miliardi di euro

9 novembre 2018

Ciò significa che Governo dell’Isola e Assemblea regionale siciliana dovranno effettuare una manovra da poco meno di 2 miliardi di euro e non da circa 500 milioni di euro come immaginavano – errando – il presidente Nello Musumeci, il suo vice, l’assessore all’Economia, Gaetano Armao, e gli alti burocrati della Ragioneria generale della Regione

Una ‘bomba’ si è abbattuta sui conti della Regione siciliana. Diversamente da quanto ipotizzato dall’attuale Governo regionale di Nello Musumeci, la Regione siciliana dovrà approntare, per il 2019, una manovra da quasi 2 miliardi di euro e non da circa 500 milioni di euro.

Questa, in verità, è la cifra che la magistratura contabile aveva individuato la scorsa primavera, in occasione dell’approvazione – in verità piuttosto sofferta – della legge di stabilità regionale 2018. I giudici contabili avevano analizzato i conti della Regione alla luce dei dati reali, non certo di quelli immaginari.

Ma l’immaginazione, spesso, è la cifra della politica siciliana, specie quando la realtà non si presenta piacevole. Così, il Governo, dopo il caldo estivo, ha ipotizzato una riduzione della manovra attraverso calcoli in verità un po’ fantasiosi. Da qui il ricorso contro la manovra di poco meno di due miliardi di euro messa nero su bianco dalla magistratura contabile la scorsa primavera.

Un ricorso presentato alla stessa Corte dei Conti. Mossa che, a dir la verità, non era sembrata molto convincente nemmeno al Servizio studi dell’Ufficio del Bilancio del Parlamento siciliano, che in una relazione non ha nascosto i dubbi sulla posizione espressa dal Governo (VE NE ABBIAMO PARLATO DETTAGLIATAMENTE IN QUESTO ARTICOLO).

Ora è arrivata la notizia della ‘bocciatura’ del ricorso della Regione. Un colpo durissimo per il Governo, ma anche per gli enti locali della Sicilia, con in testa le nove ex Province dell’Isola e i Comuni di Catania e Palermo.

Tutti – ex Province, Comune di Catania e Comune di Palermo – si aspettavano aiuti concreti dalla Regione siciliana.

Le ex Province siciliane – ‘taglieggiate’ dal Governo Renzi con l’avallo dell’allora Governo regionale siciliano di Rosario Crocetta a ‘trazione PD – non avendo avuto risposte da Roma (dove il Governo nazionale è, a propria volta, ‘taglieggiato’ dall’Unione Europea dell’euro), pensavano di ricevere un aiuto dalla Regione.

Il Comune di Catania è alle prese con un ‘buco’ di un miliardo e 600 milioni di euro e sta provando in tutti i modi ad evitare un default che, però, è ormai nelle cose. E, alla luce della ‘bocciatura’ del ricorso della Regione, molto difficilmente il Governo Musumeci potrà intervenire in favore del Comune di Catania.

Il Comune di Palermo pensava di far risolvere alla Regione il problema finanziario dell’AMAT, l’Azienda per il trasporto pubblico dei cittadini che non sa più dove trovare i soldi per andare avanti, visto che il Tram costa circa 10 milioni di euro all’anno. Persino Forza Italia – che ormai, a Palermo, sponsorizza l’amministrazione comunale di Leoluca Orlando – è scesa in campo a sostegno dell’AMAT.

Ma ora, dopo la ‘botta’, non solo la Regione siciliana non potrà aiutare gli enti locali siciliani, ma dovrà trovare qualcuno che aiuti la stessa Regione…

Più tardi  un ulteriore approfondimento.

 

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