Sul Titanic

I dubbi della Cei sul Reddito di cittadinanza. E con i contributi ad ‘Avvenire’ come la mettiamo?

Condividi

Il Cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, sigla che sta per Conferenza episcopale italiana, va ad aggiungersi all’eletta schiera di forze politiche e sociali che si oppongono al Reddito di cittadinanza. Attenzione al debito pubblico, ci ricorda l’alto prelato. Noi, invece, gli ricordiamo i 6 milioni all’anno di contributi al quotidiano della Cei ‘Avvenire’…

Dice il Cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, sigla che sta per Conferenza episcopale italiana:

“Il reddito di cittadinanza? Certo, se quello muore di fame gli servirà, certo, se portano tutte le pensioni a 700 euro… però bisogna stare anche attenti a non incrementare troppo il debito pubblico perché noi magari lì per lì ne abbiamo un vantaggio poi chi lo paga questo debito, i nostri figli?”.

Condividiamo le preoccupazioni del Cardinale Bassetti per un eccesso di debito pubblico. Però lo stesso Cardinale dovrebbe spiegare perché la Cei – che edita il quotidiano Avvenire – ha storto il muso quando l’attuale Governo ha annunciato il taglio dei contributi a fondo perduto – a fondo perduto! – a giornali cartacei e ad altri mezzo d’informazione.

Nel complesso, sono 200 milioni di euro all’anno.

Ricordiamo che il quotidiano che, fino ad oggi, ha ricevuto il contributo annuo più alto – 6 milioni di euro all’anno! – è proprio Avvenire, il giornale della Conferenza episcopale italiana (COME POTETE LEGGERE QUI).

Per carità: la Cei è liberissima di schierarsi contro il Reddito di cittadinanza proposto dall’attuale Governo nazionale e, in particolare, dal Movimento 5 Stelle e, quindi, di associarsi al PD, a Forza Italia, a Confindustria, a Cgil, Cisl e Uil: ogni organizzazione – e anche la Conferenza episcopale italiana è libera di scegliersi i propri compagni di strada.

Ma se la Cei invita l’Italia a non incrementare troppo il debito pubblico poi, però, non si deve lamentare se, per ridurre le spese – e quindi per ridurre il debito pubblico – si tagliano i contributi a fondo perduto non all’editoria, ma solo a un certo numero di giornali e a qualche altro organo di informazione.

Perché se i tagli arrivano – il Cardinale Bassetti ne converrà – arrivano per tutti: anche per chi, fino ad oggi, ha ‘nuotato’ nel formaggio dei ricchi contributi non all’editoria in generale, ma a un gruppo di ‘fortunati’ organi di informazione.

E così sia!

 

 

 

Pubblicato da