Nello Musumeci e Leoluca Orlando: impossibile stabilire chi governa peggio/ MATTINALE 188

10 novembre 2018

Malgoverno e ipocrisia: ecco a voi il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, e il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. Il primo ha scoperto dopo sedici anni che l’acqua di Scillato finisce in mare. Il secondo l’ha sempre saputo. Il primo stava mandando a casa in anticipo gli operai forestali per poi richiamarli in servizio dopo l’alluvione. Il secondo tiene la città sporca e senz’acqua, però è un intellettuale e presiede mostre & convegni…

In politica, nell’amministrazione della cosa pubblica, parlano i fatti, gli atti e il gradimento dei cittadini. Ebbene, negli ultimi giorni, tra piogge, disagi e lutti, appare difficile, se non impossibile, stabilire chi governa peggio tra il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, e il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando.

Cominciamo con il rifornimento idrico del capoluogo dell’Isola. Già è un controsenso che, dopo le piogge, venga ridotto o interrotto il flusso di acqua che viene fuori dai rubinetti delle case. Ma nella città dove ormai da più di un anno, mentre è in corso (o quasi) la raccolta differenziata dei rifiuti, l’immondizia ristagna per settimane nella strade e nei marciapiedi, tutto è possibile.

Sì, è arrivato il grande temporale – acqua dal cielo a tempesta – e in tante parti della città di Palermo i rubinetti delle abitazioni sono rimasti a secco. Perché? Spiegazione: perché la diga Poma, causa la grande pioggia, si è riempita di fango.

Ora, a parte il fatto che le dighe dovrebbero essere realizzate e gestite in modo tale da evitare che si riempano di fango (ma a Palermo non c’era una ‘Grande scuola’ di idraulica? allora l’ecologo Silvano Riggio non ha tutti i torti quando dice che a Palermo l’idraulica ha brillato solo per i Parf, i Piani di attuazione per le reti fognarie?), la vera domanda è: ma veramente il capoluogo della Sicilia utilizza l’acqua di una diga – il Poma  – realizzata per l’agricoltura?

Così noi, ieri mattina (QUI IL NOSTRO ARTICOLO), poniamo la domanda ai nostri governanti: scusate, ma che fine ha fatto l’acqua di Scillato? Per la cronaca, quella delle sorgenti di Scillato è un’acqua meravigliosa che alimenta, o dovrebbe alimentare, Palermo. Il problema – l’abbiamo scritto due anni fa – è che un terremoto del 2002 (del 2002!) ha danneggiato l’acquedotto di Scillato costruito negli anni ’80 del secolo passato.

Esattamente due anni fa ci chiedevamo: possibile che, dopo quattordici anni, non si riesce a riparare una conduttura? (QUI IL NOSTRO ARTICOLO DEL DICEMBRE 2016).

Purtroppo era possibile. Ed è possibile che l’acqua di Scillato, ancora oggi, in buona parte, finisca in mare. Sì, finisce ancora in mare. Alla nostra domanda, infatti, ha risposto il Governo regionale, con un comunicato stampa diramato ieri alle 17 e 13:

“La Regione siciliana finanzia la realizzazione dell’acquedotto di Scillato con 4,3 milioni di euro, cui si aggiunge un altro milione di euro quale quota di compartecipazione dell’AMAP, per altro già prevista, da diverso tempo, nei programmi di investimento della stessa società. L’opera, infatti, rientra tra quelle gestite dalla stessa Azienda municipalizzata. In appena otto mesi, la struttura del Commissario straordinario del governo nazionale per l’emergenza idrica in provincia di Palermo ha provveduto al reperimento delle risorse, all’approvazione del progetto e alla predisposizione degli atti che permetteranno la celebrazione della gara entro fine dicembre. Alcune di queste attività sono state condotte, e altre lo saranno in futuro, in sinergia con AMAP Spa, nel fermo convincimento che la collaborazione istituzionale tra Enti sia condizione indispensabile per il raggiungimento dei comuni fini istituzionali nell’interesse della collettività”.

Dopo la grande pioggia, dopo che si scopre che, dal 2002, buona parte dell’acqua di Scillato finisce ancora oggi in mare – e soprattutto dopo che qualcuno ha chiesto ‘lumi’ sulla follia dell’acqua di una splendida sorgente in buona parte inutilizzata dal 2002 – il Governo regionale di Nello Musumeci annuncia il ‘pronto intervento’ su Scillato…

Ma si può? Ci vuole molto a capire che quello del Governo Musumeci è ‘gesuitismo’ idrico allo stato puro? Se n’è accorto dopo un anno di governo, il presidente Musumeci, che la città dove ha sede la presidenza della Regione, in materia idrica, è gestita malissimo?

E del sindaco Orlando ne vogliamo parlare? Parole di qua, interviste di là ma, di fatto, la gestione dell’acqua è disastrosa. L’AMAP – l’Azienda che si occupa del servizio idrico e che fa capo al Comune di Palermo – di cosa si occupa?

Dell’acqua di Scillato no, a quanto pare. Altrimenti – visto che ‘sta storia va avanti dal 2002 – il guasto sarebbe stato riparato.

Degli impianti per il sollevamento dell’acqua realizzati negli anni passati e mai utilizzati nemmeno (QUI UN NOSTRO ARTICOLO CHE RACCONTA UN’ALTRA STORIA INCREDIBILE).

Dell’acqua dei due depuratori di Palermo – Acqua dei Corsari e Fondo Verde – che finisce in mare nemmeno (QUI UN NOSTRO ARTICOLO SU QUEST’ALTRO STORIA INCREDIBILE).

Due giorni fa abbiamo scoperto che l’AMAP non si occupa nemmeno degli allagamenti di Mondello: o meglio, l’hanno appurato i parlamentari della commissione Ambiente del Parlamento siciliano e i rappresentanti dei comitati civici che, riuniti per affrontare l’emergenza allagamenti a Mondello, sono stati piantati dagli amministratori comunali di Palermo, sindaco Orlando in testa, con l’AMAP che ha fatto sapere di non avere competenze sul ‘Ferro di cavallo’, il canale intasato e abbandonato da oltre un decennio (QUI IL NOSTRO ARTICOLO).

A Roma, per molto meno, la sindaca Virginia Raggi viene regolarmente ‘massacrata’, a Palermo un sindaco che ha dimostrato di gestire malissimo acqua e rifiuti viene celebrato e si auto-celebra in mostre & convegni…

Ma Musumeci e il suo Governo regionale non sono di meno.

Qualche giorno prima della grande pioggia il Governo regionale comincia a sospendere gli operai della Forestale: per la precisione, i 78-isti, cioè gli operai che devono svolgere 78 giornate lavorative. Obiettivo: risparmiare.

Risparmiare sulle persone, sugli operai della Forestale che, sospesi a novembre, rischiano di non completare le 78 giornate lavorative. Cosa che negli anni passati si è verificata. Insensibilità sociale e squallore amministrativo allo stato puro.

Ma poi: risparmiare su che cosa? Ovvio: sulla manutenzione del territorio!

Arriva la grande pioggia. E la Regione siciliana di Nello Musumeci scopre – dopo l’alluvione – che, forse, la manutenzione dei corsi d’acqua non è poi così sbagliata. Anche perché con le alluvioni si può pure morire!

Così il Governo sospende la sospensione degli operai della Forestale e, sempre ieri – giornata magica – dirama il seguente comunicato stampa:

“Un migliaio di operai, pagati dalla Regione siciliana, è al lavoro, già da alcuni giorni, in oltre cento Comuni dell’Isola per fronteggiare l’emergenza dovuta ai danni dell’alluvione nei giorni scorsi. Il provvedimento adottato dalla Giunta di governo (? ndr) ha consentito l’avvio – oltre le giornate previste per gli stagionali – del personale dei Consorzi di bonifica, della Forestale e dell’Ente di sviluppo agricolo per numerosi interventi di: sfangatura nelle strade comunali e interpoderali; ripulitura degli alvei dei torrenti; rimozione della fanghiglia e dei detriti; ripristino dei canali di scolo nelle strade e del manto stradale; pulitura e decespugliatura dei residui vegetali ed eliminazione delle piante; rifornimento con autobotti nelle zone agricole marginali a seguito della rottura della rete idrica”.

“Siamo intervenuti con immediatezza – evidenzia il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci – perché al di là dei gravissimi danni strutturali, per i quali abbiamo già chiesto lo stato di emergenza al governo centrale, era doveroso avviare, da subito, una serie di opere fondamentali per consentire il ripristino minimo delle condizioni di vivibilità in moltissime aree dell’Isola. In questi giorni, ho effettuato alcuni sopralluoghi nelle zone interessate dal nubifragio e ho potuto constare che la situazione è davvero difficile e drammatica: migliaia di aziende, soprattutto agricole, sono in ginocchio. Abbiamo voluto dare subito un segnale concreto, ai sindaci e alla gente colpita, affinché non si sentano soli”.

Insomma, dopo i morti per acqua si avviano le “opere fondamentali”. E perché non prima, presidente Musumeci?

“Fin dai primi minuti post alluvione – sottolinea l’assessore all’Agricoltura Edy Bandiera – il personale e gli operai dell’assessorato e degli enti strumentali sono scesi in campo per aiutare le popolazioni e i territori colpiti. In particolare, si è proceduto alle attività di ripristino di tratti stradali e di ponti, ma anche alla rimozione di fango, detriti e residui vegetali che la furia dell’acqua caduta ha trasportato in tutti i posti. La Regione ha assicurato una presenza costante del personale nei territori colpiti e nei luoghi sensibili per dare un concreto segnale di aiuto”.

Le squadre sono al lavoro nelle varie province siciliane. In particolare ad Agrigento, oltre che nel capoluogo, si sta intervenendo a: Aragona, Burgio, Calamonaci (contrada Scirinda), Caltabellotta (contrade Chimino e San Lorenzo, vallone Caltabellotta), Cammarata, Licata (contrada Mollarella e zone limitrofe), Menfi (frazione Lido Fiori, contrade Scoccatello, Scavo, Finocchio e Feudotto), Ribera (contrade Donna e Cangemi), Sciacca e Villafranca Sicula (contrade San Rocco, Curcio, Colletti, Mintina, Magliolo, Villanova e Fontanazza, vallone Pepe)”.

“Nel Nisseno, operai in azione a: Delia (ripulitura alveo torrente esondato Mela), Marianopoli, Mussomeli e Santa Caterina Villarmosa.
In provincia di Catania, le squadre sono al lavoro a: Caltagirone, Grammichele, Licodia Eubea, Maletto, Mineo, Militello in Val di Catania, Palagonia (strada comunale Canneto e strade provinciali 25/I, 209/II Grotta-Croce e Tre Fontane), Raddusa, Ramacca (strada provinciale 107 e statali 417 e 288), Randazzo, San Michele di Ganzaria e Vizzini.
I Comuni coinvolti nel Messinese, oltre a diverse frazioni della Città (Catarratti, Cumia e Mili), sono: Antillo, Caronia (Canneto), Casalvecchio Siculo, e Gallodoro”.

“Numerosi i centri in provincia di Palermo: Ali, Alimena, Altavilla Milicia, Altofonte (canale demaniale di via Rimembranze e altre zone), Bagheria, Baucina, Bisacquino, Blufi, Bolognetta, Bompietro, Caltavuturo, Campofelice di Fitalia (in particolare si interverrà sulle strade provinciali 30 e 55) , Campofelice di Roccella, Campofiorito, Camporeale, Castelbuono, Casteldaccia, Castellana Sicula, Castronovo di Sicilia (contrade Regalsacca, Balestrino, Peschiera, Forgia e Ragalmici), Cefalà Diana (strada provinciale 26) , Cefalù, Cerda, Chiusa Sclafani, Ciminna, Collesano, Contessallina, Corleone, Ficarazzi, Ficuzza, Ganci, Geraci Siculo, Giuliana, Godrano (strada provinciale 26), Grattteri, Isnello, Lascari, Lercara Friddi, Marineo, Mezzojuso, Misilmeri, Montemaggiore Belsito, Partinico, Petralia Soprana, Petralia Sottana, Poggioreale, Polizzi Generosa, Pollina, Prizzi, Roccamena, Roccapalumba, San Cipirello, San Mauro Castelverde, Sciara, Scillato, Sclafani Bagni, Termini Imerese, Valledolmo, Ventimiglia, Vicari, Villafrati. Prevista anche il rafforzamento della vigilanza alla diga Garcia.
In provincia di Trapani, infine, interventi a Calatafimi-Segesta, Partanna, Salaparuta e Valderice”.

Tutti interventi necessari. Dopo la grande pioggia. Prima no?

Foto tratta da radical-bio.com

 

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