I morti di Casteldaccia: dopo il diluvio delle piogge il diluvio di ipocrisia

5 novembre 2018

In queste ore bisogna recitare la parte. Affranti. Compunti. Pronti ad assumere “drastici provvedimenti”. Per qualche giorno severi e inflessibili. Dopo di che tutto tornerà come prima. Giampilieri insegna. A Palermo il Tram passa da una zona R4? Meglio non parlarne. non è che si può rovinare l’affare del secolo… 

Ora che ci sono i morti – a cominciare da chi ha perso la vita a Casteldaccia – bisogna assolutamente interrogarsi sulla ‘cementificazione’ del territorio, sui sindaci che fanno finta di non vedere, sugli uffici della Regione siciliana che in teoria – ma solo in teoria – si occupano (ma quando se ne occupano?) di territorio e ambiente. E magari anche del PAI, questo sconosciuto, il Piano per l’Assetto Idrogeologico della Sicilia che funziona al ritmo dei tergicristalli: ora c’è ora non c’è, ora c’è ora non c’è…

Volendo, se ci riflettiamo, a Casteldaccia è avvenuto che potrebbe succedere in mezza Sicilia e forse più: la differenza è che stavolta i morti ci sono – a cominciare, appunto, da quelli di Casteldaccia. E allora si scopre che, beh, in effetti le inadempienze cui sono, forse c’è anche di mezzo la Corte dei Conti, forse i sindaci avrebbero potuto ma…

Comunque tranquilli: ora ci sarà un’inchiesta, come quella aperta a Messina dopo l’alluvione di Giampilieri. Ricordate? Era il 2009. Acqua dal cielo tanta, certo. E anche altrettanta incuria. Risultato: 37 morti. La Procura aveva chiesto 10 anni. Ma tutti sono stati assolti. E sono ancora, come si dice in questi casi, piedi piedi. Anche nei posti chiave della Pubblica amministrazione.

In Sicilia i morti passano. Tutto scorre. A cominciare dagli affari. Che contano di più, molto di più delle vite umane.

Cos’è cambiato nella politica siciliana dopo l’alluvione di Messina? Nulla. I governanti della Regione sono sempre gli stessi. Si alternano. E, per essere eletti, hanno sempre bisogno degli impresentabili. L’uno vale l’altro. L’uno è uguale all’altro. Isomeria politica.

Vedrete che, tra qualche giorno, la parola PAI scomparirà. Meglio così. Abusarne significherebbe venire a sapere se, ad esempio, certe aree abitate o comunque frequentate da tanta gente sono classificate come R4.

Vi interessa sapere cose significa R4? Se sì, vi accontentiamo:

“Quando sono possibili la perdita di vite umane o lesioni gravi alle persone, danni gravi agli edifici, alle infrastrutture e al patrimonio ambientale, la distruzione delle attività socioeconomiche”.

Ve l’immaginate se si venisse a sapere in queste zone a rischio molto elevato in alcuni casi ci vivono e in altri casi ci passano, ogni giorno, persone, probabilmente ignare di tutto ciò? Che figura ci farebbero al Comune di Palermo? E che figura ci farebbero i super burocrati dell’assessorato regionale al Territorio e Ambiente?

Non ci resta che fare finta di niente. Facciamo finta che il Tram di Palermo non passi – anche se ci passa – da una zona R4 (COME POTETE LEGGERE QUI). Sì, avete letto bene, è il Tram in funzione: quello che gira semivuoto e che costa circa 10 milioni di euro all’anno. La zona a rischio attraversata dalla linea di Tram si trova a Borgo Nuovo: ma voi fate finta di non averlo letto. Eventualmente – speriamo mai – il problema si affronterà nel caso di un…

Anche sulla ‘cementificazione’ di Mondello, per cortesia, senza ricordarlo. Sì, lo sappiamo, ci sono stati allagamenti, ma non creiamo ‘allarmismi’.

Anche su Agrigento antica, che rischia di venire giù. E l’elenco potrebbe continuare. Una lista interminabile di zone a rischio.

Palermo, del resto, fa scuola. dagli anni del ‘Sacco’ edilizio ad oggi è cambiato poco o nulla. Il metodo resiste. Camuffato. Ipocrisia a prova di bomba.

Certo, c’è stata quella sentenza, quella lì, su via Miseno, a Mondello (COME POTETE LEGGERE QUI). Ma da dov’è spuntata? Come ha fatto a sfuggire? Non c’è più mondo! Palermo, per qualche ora, non sembrava ‘Lei’.

E’ vero: è durata lo spazio di un giorno. E anche in questi casi – come per l’alluvione di Messina – non ci sono stati effetti sulla burocrazia.

L’acqua li bagna e il vento li asciuga: a Giampilieri e anche a Mondello.

Certo però è una camurria che ‘st’alluvione con i morti sia arrivata giusto giusto quando il Tram panormita (quello con l’affacciata sulla R4 di Borgo Nuovo) si deve congiungere con Mondello (la zona a mare di Palermo che si allaga: a proposito, la Mondello che si allaga nel PAI com’è classificata?).

Proprio quando il presidente dell’AMAT, Michele Cimino, già Forza Italia, oggi in Sicilia Futura di Salvatore ‘Totò’ Cardinale da Mussomeli – quello che appoggia l’amministrazione di Leoluca Orlando insieme con il PD e con i rifondaroli di Giusto Catania & company – ha annunciato le sette nuove linea di Tram arrivò la pioggia.

Un presagio? Un vaticinio?

 

 

 

 

 

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