Privatizzazione politiche del lavoro: due sigle sindacali e due Associazioni attaccano il Governo Musumeci

28 ottobre 2018

USB, Cobas, Gli Irriducibili della Formazione professionale e Lavoratori Liberi Ex Sportelli Multifunzionali attaccano il Governo regionale di Nello Musumeci che punta, renzianamente’, a privatizzare le politiche del lavoro. Ed è anche logico, visto che PD, CGIL, CISL e UIL fiancheggiano, altrettanto ‘renzianamente’ l’attuale esecutivo dell’Isola. Dopo di che ci piacerebbe sapere dove Musumeci & compagni troveranno i soldi per foraggiare le politiche del lavoro in salsa privata… 

Confessiamo che siamo un po’ perplessi nel leggere certi articoli. Come la ‘scoperta’, da parte del quotidiano on line, Live Sicilia, che il Governo regionale di Nello Musumeci vorrebbe privatizzare le politiche del lavoro. Ci chiediamo e chiediamo: ne se sono accorti solo oggi, dopo quasi un anno di Governo?

Già poche settimane dopo l’insediamento dell’attuale Governo regionale – quando è iniziata la ‘melina’ di Musumeci e compagni (quando, cioè, hanno cominciato a rimangiarsi gli impegni che avevano assunto in campagna elettorale con i disoccupati della Formazione professionale e degli ex Sportelli multifunzionali) era sufficiente guardare in faccia il presidente della Regione, Nello Musumeci, e i vari ‘giannizzeri’ di Forza Italia e dei ‘residuati bellici’ della fu Democrazia Cristiana (ci riferiamo ai ‘Popolari’ di nome ma non di fatto che si sono accaparrati la gestione dell’assessorato regionale al Lavoro e dell’assessorato alla Formazione professionale) per capire che le politiche del lavoro, in Sicilia, sarebbero state gestite dai privati.

Noi l’abbiamo scritto lo scorso gennaio (COME POTETE LEGGERE QUI). Dopo di che Musumeci e compagni si sono guardati bene dallo scoprire le carte subito: così i lavoratori disoccupati di Formazione ed ex Sportelli sono rimasti conviti che il Governo Musumeci lavorava per loro; idem gli ‘amici’ che dovrebbero arraffare il ‘malloppo’ delle politiche del lavoro privatizzate.

In questo clima da commedia degli equivoci Musumeci e compagni hanno affrontato le elezioni politiche nazionali dello scorso 4 marzo, promettendo tutto a tutti..

Ora i ‘giochi’ dovrebbero chiarirsi un po’: e Musumeci, con la stessa faccia con la quale, in campagna elettorale, si ‘impegnava’ per i lavoratori della Formazione e degli ex Sportelli, oggi annuncia che gli piace il modello lombardo, cioè i privati chiamati a gestire le politiche del lavoro.

Live Sicilia, qualche giorno fa, ha scritto un articolo nel quale ha riportato una dichiarazioni del presidente Musumeci sulle politiche del lavoro. Con il Governatore dell’Isola che magnifica il modello della Lombardia. In pratica, come già accennato, la gestione delle politiche del lavoro da parte dei privati.

“Una novità assoluta, dunque, questa apertura del governatore nei confronti della Lombardia sul tema delle politiche attive del lavoro”, scrive Live Sicilia. Questo quotidiano riporta anche una dichiarazione dell’assessore al Lavoro, Mariella Ippolito, che sembra cadere dalle nuvole e, sempre su Live Sicilia dice:

“Non so. A me è stato detto di collaborare con il ministro del Lavoro. E così sto facendo, sono stata proprio qualche giorno fa a Roma per un incontro con tutti gli assessori regionali del Lavoro e stiamo procedendo spediti. Di recente anche la Commissione Lavoro del Senato, guidata dalla presidente Nunzia Catalfo, è stata qui in Sicilia per una ricognizione dei centri per l’impiego. Per cui non saprei cosa intendeva dire il presidente e quali sono i piani con la Lombardia. A me interessa continuare a lavorare per tutti quei siciliani che aspettano risposte dal mio assessorato”.

In realtà, non c’è molto di nuovo. L’attuale Governo regionale non ha scoperto subito le carte perché ha tentato di avviare un’interlocuzione con Roma sia per cercare di ‘acchiappare’ soldi, visto che le ‘casse’ regionali sono vuote, sia per provare a ‘sbolognare’ a Roma la soluzione degli 8 mila dipendenti di Formazione ed ex Sportelli. Ma ha fatto solo due buchi nell’acqua.

Ora va scoprendo le carte, anche perché non ha nulla da perdere, dal momento che si avvia ad approvare un Bilancio regionale 2019 non con i ‘buchi’, ma con immense caverne…

Anche se è veramente divertente apprendere che l’assessore al Lavoro di un Governo regionale di centrodestra non sa che l’esecutivo del quale fa parte ha sempre puntato sulla privatizzazione delle politiche del lavoro…

Le cronache di queste ore registrano anche un nota di alcuni sindacalisti ed esponenti di Associazioni che operano nel mondo della Formazione e delle politiche del lavoro della Sicilia. A parlare sono Sandro Cardinale, Costantino Guzzo e Alessandra Canto dell’Unione Sindacale di Base (USB), Gianfranco Bono de Gli Irriducibili della Formazione professionale, Laura Bonifacio e Davide Alcamo dei COBAS LP Formazione Sicilia e Michele Orlando dei Lavoratori Liberi Ex Sportelli Multifunzionali.

Di fatto, con questa dichiarazione, prendendo spunto dall’articolo di Live Sicilia, i sindacalisti e gli esponenti delle Associazioni replicano a Musumeci:

“Apprendiamo dalla testata on line Live Sicilia – si legge nel comunicato – l’ennesima esternazione del Presidente che ci lascia del tutto frastornati. Intanto corre l’obbligo fare alcune precisazioni. Non capiamo il motivo per cui la testata giornalistica si ostina a parlare solo ed esclusivamente di ‘Ex Sportellisti’, omettendo la parte più corposa del bacino dei lavoratori della Formazione, cioè quella degli ‘Interventi’. Ricordiamo che la delegazione del 13 luglio e del 12 settembre, a Palazzo Chigi, rappresentava tutto il bacino della Formazione. La vertenza che stanno seguendo le organizzazioni sindacali USB, COBAS e le Associazioni dei lavoratori ‘Irriducibili della Formazione Professionale in Sicilia’ e ‘Lavoratori Liberi ex sportelli Multifunzionali’, sin dal principio”, si fonda sul presupposto “che la vertenza è UNICA, senza distinzione di sorta: abbiamo a che fare con 8.000, 7.000, 6.000 (questo non ci è dato sapere ) disoccupati e per tutti lottiamo e lotteremo”.

“Fatta questa dovuta precisazione – prosegue la nota – registriamo un’amministrazione regionale allo sbando. Il Presidente della Regione si è reso conto che è in atto una riforma dei Cpi (Centri per l’impiego ndr), inserendo molte delle azioni che fino ad ora sono state date ai privati? Inoltre la Regione siciliana è parte integrante delle riunioni nazionali attraverso i suoi rappresentanti assessoriali competenti in materia, che con contatti diretti con la Commissione Lavoro del Senato analizzano numeri e dati di tutto il comparto pubblico e privato”.

“Il Presidente – si legge sempre nel comunicato – dimentica che ci sono migliaia di anime che sono in attesa di ricollocazione, il difetto di comunicazione è gravissimo. Le scriventi organizzazioni sindacali e Associazioni denunciano questo atteggiamento di pressapochismo, che invece non lavora in modo serio per le tante richieste fatte, che chiedevano la revisione dell’Albo, limpidezza nell’applicazione dei bandi dell’assessorato Formazione e, infine, importantissimo, l’utilizzo di tutti i Fondi nazionali ed europei per la ripresa del settore”.

I lavoratori che fanno capo a queste organizzazioni i sindacali e alle Associazioni, preannunciamo “lo stato di agitazione” che interesserà tutto il bacino della Formazione professionale.

P.s.

Ah, dimenticavamo: ci piacerebbe sapere dove il Governo regionale pensa di trovare i soldi per privatizzare le politiche del lavoro. Per utilizzare le risorse del Fondo Sociale Europeo la Regione li dovrà anticipare. Farà un ‘mutuo’ come per le ex Province? 

Foto tratta da federformazione.it

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