Fondi europei in Sicilia: ma quali 700 milioni di euro a rischio, tutto è a posto con i soliti imbrogli contabili!

20 ottobre 2018

INCHIESTA/ In questa vicenda c’è una campagna di carente informazione da parte della politica e, segnatamente, dell’attuale Governo regionale. E c’è la vergogna che, in tre anni, su una dotazione di 719 milioni di euro, la Regione siciliana ne ha spesi solo 6! Vi raccontiamo che cosa stanno combinando. Anticipandovi che l’attuale Governo lavora contro gli interessi dei siciliani. L’elenco delle opere che verranno contrabbandate come ‘realizzate con i fondi europei’ 

Leggiamo qua e là che la Regione siciliana potrebbe perdere oltre 700 milioni di euro di fondi europei per le infrastrutture. La cosa ci lascia perplessi, perché se è vero che l’attuale Governo dell’Isola non ha alcuna voglia di eliminare le cause che determinano il ritardo nella spesa dei fondi europei (COME ABBIAMO SCRITTO QUI), è altrettanto vero che è in corso una ‘pupiata’, con la connivenza di Bruxelles, per trasformare i fondi europei per le infrastrutture in spesa corrente (COME ABBIAMO RACCONTATO QUI).

A noi questa emergenza al 31 dicembre di quest’anno che leggiamo qua e là non risulta proprio.

A noi risulta che, invece, sia in atto una modifica del programma di spesa.

A noi risulta, come avvenuto negli anni passati, che dai fondi da rendicontare il 31 dicembre di quest’anno (per la precisione sono 719 milioni di euro) verrà ‘congelata’ la quota di cofinanziamento nazionale, ovvero meno di un centinaio di milioni di euro. Risorse che confluiranno in un fondo che si chiama POC.

Prima di andare avanti non possiamo non stigmatizzare la disinformazione in materia di fondi europei. Una disinformazione ‘scientifica’.

La prima domanda che salta subito agli occhi è la seguente: il Programma è stato approvato dall’Unione Europea nel 2015: come ha fatto la Regione siciliana, in tre anni, a programmare la spesa di soli 6 milioni di euro?

Perché questo è il vero dato: in tre anni, su una dotazione di spesa di 719 milioni di euro, la Regione siciliana ha speso solo 6 milioni di euro!

Ricordiamo che il Programma prevede il cosiddetto ‘N 3’, dove la ‘N’ indica la data di approvazione del Programma di spesa e il ‘3’ indica l’anno in cui inizia la rendicontazione dei fondi europei per le infrastrutture spesi.

Come già ricordato, il Programma è stato approvato da Bruxelles nel 2015: già allora i governanti della Regione sapevano che il 31 dicembre di quest’anno – cioè tre anni dopo – sarebbe scattata la prima rendicontazione pari, come già ricordato, a 719 milioni di euro.

Cos’hanno combinato per due anni il Governo di Rosario Crocetta e, nell’ultimo anno, il Governo di Nello Musumeci?

In questo momento leggiamo qua e là – come già ricordato – che la Regione siciliana rischia di perdere questi 719 milioni di euro.

A noi questa notizia non risulta vera. Come già accennato, meno di 100 milioni di euro di cofinanziamento dello Stato verranno ‘congelati’ in un nuovo fondo (POC).

Mentre l’attuale Governo regionale sta provando a contrabbandare opere pubbliche realizzate nel passato – in alcuni casi anche nel lontano passato! – come opere pubbliche realizzate con le risorse del FESR 2014-2020. Di fatto un imbroglio contabile bell’e buono.  

Il tutto con il probabile accordo di Bruxelles, che non ha mai contestato questo genere di imbrogli contabili a valore aggiunto zero che annullano del tutto l’efficacia dei fondi europei per le infrastrutture!

Per chiarezza dei nostri lettori, va detto che i fondi europei per le infrastrutture (Fondi strutturali) funzionano a rendiconto: le Regioni anticipano le somme, le spendono e poi la UE li restituiscono previa rendicontazione.

La Sicilia, da quando esistono i fondi europei, ha sempre effettuato ‘magheggi’ contabili. Questo modo assurdo di spendere i fondi europei in è iniziato con il POP 1990-1993, quando la Regione siciliana ‘riuscì’ a non spendere nemmeno una lira (va detto che allora le cifre non erano da capogiro come oggi, visto che oggi parliamo di miliardi di euro).

Nell’ormai lontano 1993 il Governo regionale dell’epoca salvò capre e cavoli rendicontando la spesa dei depuratori e delle reti idriche che risalivano al decennio precedente (per la cronaca, chi scrive, nel 1994, firmò un’inchiesta per il mensile Assemblea dove risultava che tanti depuratori realizzati con i ‘fondi europei’ erano sfasciati: ma questo era un dettaglio…).

Allora questi ‘magheggi’ contabili si chiamavano ‘Progetti di sponda’. Poi sono stati ribattezzati ‘Progetti retrospettivi’.

Ora è arrivato il Governo Musumeci che ha coniato il termine ‘Progetti trascinati’. Volendo è corretto: sono opere realizzate nel passato che vengono trascinate nel presente…

Un tentativo, un po’ goffo, per nascondere quello che sta succedendo. Infatti fino ad oggi nemmeno noi immaginavamo che l’attuale Governo regionale, probabilmente, batterà tutti i record di ‘magheggi’ contabili con le risorse FESR, visto che, come illustreremo, proverà a rendicontare, come ‘nuove’, opere realizzate nel passato per un valore oltre 600 milioni di euro!

Vediamo, nel dettaglio, i ‘magheggi’ contabili, ovvero quali opere già realizzate – opere che con il FESR 2014-2020 non c’entrano proprio nulla! – che l’attuale Governo regionale proverà a rendicontare facendole passare come ‘nuove’.

Cominciamo col dire che gli uffici della Regione – e questo è il dato veramente incredibile – stanno rendicontando come ‘nuove’ opere pubbliche realizzate nel passato per 400 milioni di euro!

Quali sarebbero le opere già esistenti che verranno fatte passare per “realizzate con il FESR”?

Grosso modo, dovrebbero essere le seguenti:

la strada a scorrimento veloce Agrigento-Caltanissetta (ovviamente alcuni lotti, perché l’opera è ancora incompleta): con tale opera dovrebbero essere rendicontati oltre 200 milioni di euro;

adeguamento a quattro corsie della strada statale 649 di Porto Empedocle, che dovrebbe consentire la rendicontazione di circa 260 milioni di euro;

raddoppio ferroviario Palermo-Carini (se non ricordiamo male, è un tratto del Passante ferroviario di Palermo ancora incompleto) che dovrebbe consentire la rendicontazione di circa 16 milioni di euro;

la tratta B del Passante ferroviario di Palermo, che dovrebbe consentire la rendicontazione di circa 160 milioni di euro;

A questi vanno aggiunte ‘opere’ raccattate qua e là nei vari dipartimenti regionali a tipo ‘mercato del pesce’:

la rendicontazione di 72 milioni di euro per la Banda ultra larga (che in questo caso è veramente ultralarga…);

una trentina di milioni di euro per opere idriche realizzate ai tempi del ‘diluvio universale’ dal dipartimento Acqua e Rifiuti;

una trentina di milioni di euro per l’energia;

circa 8 milioni di euro per la Protezione civile;

una decina di milioni per l’ambiente;

circa 4 milioni di euro per i Beni culturali;

circa 4 milioni di euro per il turismo;

e, sorpresa, circa 25 milioni di euro per una non precisata operazione ‘funanbolica’ con le Finanze (non dimentichiamo che la Regione siciliana, nel passato, ha investito con grande ‘successo’ nei ‘Derivati’…).

Ciò che va rimarcato è che la Regione siciliana sta rendicontando opere che sono già state realizzate a prescindere dal FESR. Questo significa che l’effetto economico di questa prima tranche di fondi europei per le infrastrutture siciliane viene praticamente annullato. Non c’è alcun valore aggiunto!

Siamo davanti a un Governo regionale che prende atto dell’azzeramento dei primi tre anni della Programmazione del FESR, perché con tale rendicontazione si certificherà, di fatto, un valori aggiunto nullo!

Poi ci chiediamo perché la Sicilia non cresce mai, perché l’economia della nostra isola non decolla, perché siamo in primi in Italia per i NEET e via continuando. Ma utilizzando così i fondi europei dove dobbiamo andare? Che speranze ha la nostra terra se i fondi europei per le infrastrutture finiranno – perché questo, alla fine avverrà, per pagare i precari e le clientele elettorali?

Nota finale tragicomica: l’unico dipartimento regionale che ha prodotto qualcosa di ‘nativo’ (cioè progetti nati con il FESR 2020) è quello delle Attività produttive. E sapete di che si tratta? Dei ‘regimi di aiuti’ (non ci chiedete che cosa c’entrino con le infrastrutture perché non lo sappiamo).  Ma non si sa nemmeno quanto riusciranno a rendicontare con questo ennesimo ‘magheggio’, perché i decreti sono in corso di registrazione presso la Corte dei Conti (chissà cosa pensano i giudici contabili di tutta questa farsa: siamo proprio curiosi).

Governi regionali scadenti che non sanno spendere i fondi europei per le infrastrutture? In parte è così. Ma solo in parte. Perché arraffando questi oltre 600 milioni di euro per opere che con c’entrano nulla con il FESR 2020, la pubblica amministrazione siciliana, organizzando altri ‘magheggi’ con lo Stato, trasformerà questi fondi europei per le infrastrutture i spesa corrente per pagare precari e clientele di una campagna elettorale che, ‘casualmente’, è alle porte.

Dimenticavamo: e le opposizioni in Assemblea regionale siciliana? Non pervenute…

 

 

 

 

 

 

 

 

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