La nave ‘Diciotti’ e l’Europa dei pescecani: Salvini sa qualcosa che noi non sappiamo?/ MATTINALE 143

25 agosto 2018

Il cuore di ogni tragedia sta nel contrasto tra opposte ragioni. Se è una sofferenza vedere 150 esseri umani bloccati sulla nave ‘Diciotti’, nel porto di Catania, è inquietante osservare come l’Unione Europea non stia rispettando gli impegni che ha assunto con l’Italia. Perché la UE si comporta così? Se il Ministro Salvini sa qualcosa che noi non sappiamo, ebbene, è arrivato il momento di raccontare tutto

Una tragedia con troppi attori e con una trama confusa. Come definire diversamente ciò che sta accadendo nel porto di Catania? Il cuore di ogni tragedia sta soprattutto nel contrasto tra opposte ragioni. Ovvero nel contrasto tra protagonisti portatori ciascuno di ragioni.

Cominciamo con il Ministro degli Interni e leader della Lega, Matteo Salvini. La sua posizione intransigente è giustissima. Dopo avere dato credito in un’occasione precedente all’Unione Europea che si era fatta garante della divisione dei migranti nei Paesi membri, Salvini e tutti gli italiani devono constatare che Bruxelles non sta o non può onorare i propri impegni assunti.

Oggi addirittura nella nuova crisi non ha nemmeno reiterato quelle promesse. Anzi se ne è stata finora zitta. Almeno a livello ufficiale.

E’ iniziato così un braccio di ferro in cui 150 persone (non migranti, non neri, non stranieri, esseri umani, dai quali “se li pungi esce sangue, lo stesso sangue nostro”, per dirla con Shakespeare), 150 persone vedono continuare la loro sofferenza e il loro dolore. Una sofferenza e un dolore che parte da lontano, dal forzato abbandono del proprio Paese, l’Eritrea (QUI ABBIAMO RACCONTATO IL DRAMMA DEGLI ABITANTI DI QUESTO PAESE).

Ecco gli altri protagonisti della tragedia portatori di ragioni. Antigone e Creonte, ancora una volta la legge umana e la legge morale. Tutte e due giuste, tutte due tragicamente vere.

Non vedo, però, per quanto mi sforzi, ombra di diritto, segni di civiltà, tracce di equità nel comportamento dell’Unione Europea, l’altro attore. Trovo inaccettabile che come prima cosa possa sopportare che al suo interno Paesi membri, che grazie alla loro appartenenza all’Unione stanno costruendo il loro futuro, erigano barriere contro un fenomeno di portata europea alla cui soluzione hanno il dovere di concorrere.

Gli Stati di Visegrad sono quanto di più ignobile dal punto di vista morale e quanto di meno coesivo dal punto di vista degli obbiettivi comunitari possa esistere in Europa. Il loro cattivo esempio è devastante e contagioso. Tira in basso, indica la strada verso il peggio.

Questi staterelli egoisti e miserabili vanno espulsi da un processo che non sentono e che non condividono.

Occorre capire, però, perché la UE possa tenere questo atteggiamento arrogante e offensivo nei confronti dell’Italia. Quali accordi indicibili sono stati sottoscritti in passato e da chi e per quali vantaggi a favore di chi per potersi consentire un simile atteggiamento contro uno Stato membro, per di più tra i fondatori e tra i più importanti dell’Unione? Chi e che cosa ci ha fatto perdere la nostra autorevolezza nel consesso europeo?

Ci piacerebbe saperlo. Bene farebbe Salvini, se lo sa, a informare il Paese. Perché se prima poteva bastare la considerazione del fallimento dell’Europa dei padri e la sua deriva capitalistica senza etica, ora questo non basta più. Perché questa è molto peggio: questa è l’Europa dei pescecani.

Foto tratta da iltempo.it

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