Agricoltura

“Il glifosate responsabile del cancro”: condannata la Monsanto Bayer

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Dalla California una sentenza storica. Il caso riguarda un giardiniere che si è ammalato gravemente. Mentre l’Unione europea fa finta di nulla. E in Italia si attende di capire cosa farà il governo con il CETA…

Un risarcimento di 289 milioni di dollari. Ma, sopratutto, una certezza cui potranno fare riferimento le migliaia di persone che hanno denunciato la Monsanto-Bayer dopo avere contratto il cancro. E’ una sentenza storica quella emessa dai giudici di San Francisco contro la multinazionale dei prodotti chimici, ritenuta colpevole di non avere adeguatamente informato  i consumatori del rischio- tumore legato all’uso del glifosate, sostanza contenuta nel famoso erbicida Round up. Per questo, dovrà risarcire un giardiniere, Dewayne Johnson, colpito da questa terribile malattia e già in fase terminale.

Un legame- glifosate-cancro- già sostenuto da numerosi studi, emblematico quello del MIT, tant’ è che- e questo avrà contribuito alla decisione dei giudici, in California è stato ufficialmente inserito nella lista dei prodotti cancerogeni. Un legame sempre negato sia dalla multinazionale che da dall’Unione Europea che, ancora, ne consente l’utilizzo. Cosa che non deve stupire se consideriamo che la multinazionale è stata acquisita dalla tedesca Bayer e che è la Germania a dettare leggere in Europa, alla faccia della salute,

Del glifosate vi abbiamo parlato ampiamente (in allegato trovate alcuni approfondimenti). Sopratutto in relazione al grano che l’Italia importa dal Canada, che è infarcito di questa sostanza e che poi finisce nei nostri piatti.   In alcuni Paesi, infatti, questa sostanza non viene usata solo come diserbante, ma anche in fase di pre-raccolta, per fare maturare la pianta in condizioni climatiche ostili. Questo procedimento, di fatto, avvelena il raccolto.

Ricordiamo a questo proposito che questo blog, con le denunce sull’utilizzo del grano al glifosato, è stato trascinato il tribunale dalle multinazionali della pasta. Ma il Tribunale di Roma ci ha dato ragione.

Cosa possiamo aggiungere: non mancano studi scientifici e non mancano sentenze dei giudici che riconoscono la dannosità di questo prodotto. Manca solo la politica che ancora, sull’argomento, non fa nulla di serio.

Vedremo, ad esempio, cosa farà il nuovo governo nazionale rispetto al CETA, il Comprehensive Economic and Trade Agreement, letteralmente “Accordo economico e commerciale globale”, ovvero il trattato di libero scambio tra Unione Europea e Canada – approvato dall’Ue che spalanca ulteriormente le porte al grano duro e ad altri prodotti canadesi.

Se la coerenza non è un optional, il governo M5S- Lega dovrebbe rifiutarsi di ratificarlo.

Per approfondimenti vi consigliamo la lettura degli articoli allegati sotto.

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