Inciucio grillini-PD: è iniziata la fine del Movimento 5 stelle?

24 aprile 2018

Maurizio Landini – autentico esponente della sinistra italiana – ha spiegato a chiare lettere che una parte importante del popolo della sinistra non vota più PD e ha scelto il Movimento 5 Stelle. Con che faccia, oggi, Di Maio e Fico pensano di andare a proporre a questi milioni di elettori un Governo grillini-PD? Ma si rendono conto del danno che stanno provocando?

Ma davvero il centrodestra ha vinto le elezioni in Molise? Nella corsa alla presidenza della Regione sì: il candidato di questo schieramento politico, Donato Toma, ha preso il 43,46% dei voti, mentre il candidato dei grillini, Andrea Greco, si è fermato al 38,50%. Molto indietro il candidato del centrosinistra, Carlo Veneziale, al 17,1%.

Diversa la ‘lettura’ dei dati di lista. Il Movimento 5 Stelle va oltre il 30%. mentre Forza Italia si ferma al 9%: un punto in più della Lega di Matteo Salvini, che non supera l’8%. Insieme, Berlusconi e Salvini, hanno poco più della metà dei voti dei grillini. Dove starebbe la loro vittoria?

A conti fatti, il centrodestra vince grazie alle liste civiche, non certo perché Berlusconi e la Lega sfondano. La domanda è: chissà cosa avrà mezzo in mezzo l’ex Cavaliere per ‘convincere’ capi e capetti delle liste civiche che hanno portato al centrodestra più della metà dei voti. 

Detto ciò, questo non salva il Movimento 5 Stelle: non perché ha perso rispetto alle elezioni politiche dello scorso 4 marzo (i due dati – il 44,8% delle elezioni politiche del 4 marzo e il 31% delle elezioni regionali – non sono sovrapponibili, se è vero che in una Regione piccola come il Molise, di 330 mila abitanti, alla determinazione del risultato elettorale giocano fattori locali), ma perché non è riuscito a sfondare.

Le già citate elezioni politiche del 4 marzo hanno dimostrato che, quando il Movimento 5 Stelle si presenta come anti-sistema, i voti arrivano. E arrivano non soltanto da chi va di solito a votare, ma anche da parte di chi abbandona l’astensionismo e si reca alle urne.

Invece, in Molise, il numero degli elettori che ha votato è stato più basso rispetto alle precedenti elezioni regionali: 173 mila gli elettori che hanno votato domenica contro i 182 mila di cinque anni fa.

Ciò significa che la presenza dei grillini non ha portato in Molise nuovi elettori alle urne.

Insomma, il centrodestra non ha vinto: ha conquistato la presidenza della Regione Molise pagando un prezzo (che noi nono conosciamo, Berlusconi sì…); ma nemmeno i grillini hanno vinto.

A questo punto una domanda è d’obbligo: perché il Movimento 5 Stelle, in Molise, non ha sfondato? La componente locale è importante. Ma questa, da sola, non spiega il passo falso dei grillini.

La risposta alla mancata vittoria del Movimento 5 Stelle in Molise – per la parte non condizionata dai fatti locali – l’ha sta dando la rete: e la rete, nella stragrande maggioranza dei casi, dice che la gestione strategica del post elezioni, da parte di Luigi Di Maio, è sbagliata.

Soprattutto le ultime ore, per il Movimento 5 Stelle, sono devastanti. Su tutti i giornali – cartacei e on line – si legge che il presidente della Camera, Roberto Fico avrebbe ricevuto l’incarico, dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per provare a dare vita a un Governo Movimento 5 Stelle-PD.

Questa svolta – lo ribadiamo – è devastante.

Di Maio ha gestito benissimo la fase elettorale. Dopo di che ha iniziato a commettere errori a ripetizione, in un sinistro crescendo rossiniano.

Qualche giorno fa abbiamo pubblicato un articolo in cui Maurizio Landini – ex leader della Fiom e attuale segretario confederale della Cgil – ha detto a chiare lettere che tantissimi iscritti al sindacato non hanno votato PD perché in disaccordo con la linea politica di Matteo Renzi, scegliendo, in alternativa, il Movimento 5 Stelle (QUI IL NOSTRO ARTICOLO).

Proporre oggi – come stanno facendo Di Maio e Fico – un accordo con il PD per fare un Governo è un errore strategico e politico gravissimo.

Attenzione: il problema non è la nascita di un Governo Movimento 5 Stelle-PD che, se prendesse forma, farebbe ridere tutta l’Italia e mondo.

Il problema è che la sola idea di un Governo del genere indispettisce e allontana gli elettori dal Movimento di Grillo. E più passano i giorni, più questo sentimento cresce.  

Già da ieri Grillo, Casaleggio e compagnia bella avrebbero dovuto smentire la tesi stando alla quale l’incarico a Fico si sarebbe materializzato per cercare di trovare un accordo con il PD. La smentita non c’è stata.

Ora ha poca importanza se il ridicolo Governo grillini-PD si farà o non si farà: perché ormai una parte del danno è stata fatta. E non sarà facile, per il Movimento 5 Stelle, recuperare quella parte di credibilità compromessa. 

Figuriamoci cosa succederebbe nel malagurato caso in cui il Governo grillini-PD dovesse prendere piede. Sarebbe la fine del Movimento 5 Stelle.

Questo perché, di fatto, si configurerebbe un raggiro in danno di milioni di elettori. La maggior parte degli 11 milioni di italiani che ha votato per il Movimento 5 Stelle l’ha fatto perché ha visto in questa forza politica uno spirito anti-sistema e una secca alternativa al PD.

Il PD di Renzi, dal 2014 ad oggi, ha perso il 22% circa dei consensi, passando dal 40% al 18%. Sono milioni di elettori che, come ha spiegato Landini, sono passati dal PD al Movimento 5 Stelle.

Con quale faccia Di Maio e Fico pensano di presentarsi al cospetto di questi elettori – che hanno abbandonato il PD per votare Movimento 5 Stelle – per annunciargli la nascita di un Governo grillini-Partito Democratico?

Lo ripetiamo ancora una volta: anche se tutto questo i dovesse configurare come un gioco delle parti per arrivare a un Governo tecnico, o per tornare alle urne, sarebbe stato comunque un errore.

Anche al Comune di palermo i grillini avevano iniziato ad ‘occhieggiare’ con l’amministrazione comunale di Leoluca OIrlando. Hanno capito di avere sbagliato e, da qualche giorno, fanno opposizione ferma.

Idem alla Regione siciliana, dove i grillini, per motivi misteriosi, a un certo punto hanno pensato di cominciare a ‘dialogare’ con il Governo di Nello Musumeci (QUI L’ARTICOLO). Poi ci hanno ripensato e oggi fanno opposizione.

Non possiamo non notare, invece, che Di Maio e Fico non solo si stanno infognando con il vecchio della politica: ma stanno infognando un’intera stagione politica, dando per giunta l’impressione di perseguire il potere allo stato puro.

Fico, poi, è semplicemente incredibile: dopo l’elezione degli uffici di presidenza della Camera dei deputati avrebbe dovuto iniziare a ridurre i vitalizi (prima i grillini dicevano che i vitalizi andavano eliminati: vabbé…). Non solo non ha ridotto una mazza, ma adesso tenta pure l’inciucio con il PD. Penoso!

 

 

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