Maurizio Landini: gli iscritti al sindacato abbandonano il PD e votano grillini e anche Lega

23 aprile 2018

L’intervista è precedente alla nuova, pesante sconfitta del PD alle elezioni regionali del Molise. E anche per questo è quasi profetica. Insomma, Renzi è riuscito a fare allontanare del PD gli iscritti al sindacato. Landini d’accordo con Movimento 5 Stelle e Lega: bisogna cambiare il Jobs Act e la legge Fornero  

Alla luce dell’ennesima sconfitta del PD alle elezioni del Molise appaiono illuminanti le dichiarazioni di Maurizio Landini. L’ex leader della Fiom e attuale segretario confederale della Cgil ha detto a chiare lettere che il mondo del lavoro non ha votato non ha votato per chi era al Governo.

Insomma, per dirla in breve, molti lavoratori iscritti al sindacato non hanno votato PD, orientandosi verso il Movimento 5 Stelle e, in parte, anche verso la Lega.

Il dato è emerso dalla ‘lettura’ dei risultati delle elezioni politiche dello scorso 4 marzo. Ma sentirlo dire da Landini – che fa un esplicito riferimento ai grillini come “Movimento che ascolta” le ragioni dei lavoratori fa un certo effetto:

“È un dato che chi ha governato, ha dimezzato i suoi voti e il mondo del lavoro non ha votato per chi era al governo. Detto questo, la Cgil aveva capito da un po’ che si stava verificando una frattura e, infatti, PD e sinistra sono usciti fortemente ridimensionati”.

Insomma, senza giri di parole Landini conferma come tanti iscritti al sindacato abbiano preferito votare per i grillini e i leghisti.

“Stiamo analizzando il voto con la nostra Fondazione Di Vittorio, ma non siamo di fronte a un’elezione normale. In Italia gli iscritti a Cgil, Cisl e Uil sono tra gli 11 e i 12 milioni (ma ci sono anche altri sindacati). È indubbio  da quello che emerge, che i partiti maggiormente votati, anche in queste aree, sono Cinque Stelle e Lega”.

Per essere ancora più chiari, i grillini e i leghisti sono i partiti più votati anche tra gli iscritti al sindacato!

E’ per questo motivo, con molta probabilità, che subito dopo le elezioni dello sorso 4 marzo i sindacati abbiano scritto ai nuovi presidenti delle Camere – la leghista Maria Elisabetta Alberti Casellati, presidente del Senato e Roberto Fico, presidente della Camera dei deputati – e ai gruppi parlamentari per chiedere che il nuovo Parlamento discuta subito la ‘Carta per i diritti del Lavoro’, sottoscritta da più di un milione e mezzo di lavoratori.

“I Cinque Stelle sono stati i primi a risponderci”, dice Landini. Precisando che sono in programma anche incontri per cambiare sia il Jobs Act, sia la legge Fornero sulle pensioni.

“Non è che una è alternativa all’altra – dice Landini riferendosi proprio al Jobs Act e alla Legge Fornero – non è che ora parte il giochino o l’uno o l’altro, bisogna ridare diritti a chi lavora, a parità di lavoro parità di diritti e retribuzioni, con le pensioni che restano una ferita aperta”.

“Il problema – dice sempre Landini – non si risolve dicendo 41 anni e poi in pensione. Bisogna pensare anche a dare pensioni di garanzia ai giovani, perché un sistema puramente contributivo non esiste in nessun Paese del mondo e, soprattutto, bisogna ridare fiato agli investimenti per creare lavoro”.

Landini si sofferma anche sul reddito di cittadinanza, altro tema centrale della scorsa campagna elettorale:

“Ricondurre il voto del Mezzogiorno al fatto che questi elettori vogliono essere sussidiati, secondo me, è un’altra di quelle stupidaggini che non dà l’idea di capire che cosa sta succedendo”.

QUI L’ARTICOLO DE L’OPINIONE DELLE LIBERTA’ PER ESTESO

Foto tratta da ilpost.it

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