Musumeci dice no all’inceneritore nella Valle del Mela, ma non ha il coraggio di liberarsi di Sgarbi

9 marzo 2018

Va dato atto al presidente della Regione, Nello Musumeci, di avere fatto la prima cosa giusta: il “no” all’inceneritore di rifiuti nella Valle del Mela. Dopo di che il governatore si è cimentato in un’inutile conferenza stampa per celebrare i cento giorni del suo Governo. Un autogol, visto che non c’è il ddl su Bilancio e Finanziaria 2018, non ci sono i controlli sul grano che arriva con le navi e non ha il coraggio di mettere fuori dalla Giunta Vittorio Sgarbi

Finalmente dal Governo regionale di Nello Musumeci arriva il primo atto di discontinuità rispetto ai disastri provocati dal precedente esecutivo di Rosario Crocetta. E’ un “no” alla trasformazione di una vecchia centrale elettrica in inceneritore di rifiuti nella Valle del Mela, in provincia di Messina.

Una boccata di ossigeno per un angolo della Sicilia martoriato dall’inquinamento. Onore al Governo Musumeci che, in una lettera al Governo nazionale, blocca un progetto folle che avrebbe fatto aumentare i dismisura l’inquinamento in questa area del Messinese.

Un premio anche per la popolazione della Valle del Mela, che nella passata legislatura ha provato a far fallire questo progetto che il passato Governo Crocetta di centrosinistra non ha bloccato.

“Ho espresso al Governo centrale il mio parere contrario al termovalorizzatore della Centrale termoelettrica di San Filippo del Mela – dice in un comunicato il presidente Musumeci -. E non perché abbia pregiudizi sugli inceneritori, contemplati e disciplinati dalle leggi dello Stato. Ma perché credo che quell’area del Milazzese debba ormai ridurre il pesante carico inquinante che sopporta da oltre mezzo secolo. Alla delegazione dei sindaci della zona, che ho invitato a Palermo per oggi pomeriggio, chiederò di programmare, assieme al governo regionale, una decisa azione di rottura col passato sul fronte della tutela ambientale. Sono certo che nessuno si tirerà indietro”.

Musumeci precisa di stare mantenendo l’impegno assunto nella seduta dell’Assemblea regionale siciliana il 23 gennaio scorso, quando sono state discusse le mozioni relative all’impianto di San Filippo del Mela.

Nella lettera inviata al presidente del Consiglio dei ministri, il governatore dell’Isola spiega che il proprio parere contrario “scaturisce, a prescindere dalla circostanza che l’opera ricada o meno entro l’area di vincolo paesaggistico (art. 134 del D.lgs. 42/2004), dalla considerazione che quel territorio, da troppo tempo, subisce, per la presenza di poli industriali, un pesante degrado ambientale e del paesaggio, degrado divenuto ormai insostenibile”.

“In coerenza con il mio programma di governo – aggiunge Nello Musumeci nella nota a Palazzo Chigi – mi batterò affinché presto si dia avvio a un Piano di riconversione industriale, di bonifica dei siti e di recupero dell’area, non solo del Milazzese, ma di ogni altro luogo siciliano ove insistono impianti di raffinazione e suscettibili di inquinamento”.

Oggi, intanto, lo stesso Musumeci, nel corso di una conferenza stampa molto ‘strombazzata’, ha presentato i primi cento giorni del suo Governo.

Un incontro di ‘auto-celebrazione che il presidente Musumeci avrebbe potuto evitare. Per due buoni motivi. Perché le due cose che avrebbe dovuto presentare in conferenza stampa, nei primi cento giorni del suo Governo, non c’erano!

Ci riferiamo al disegno di legge su Bilancio e Finanziaria 2018 (siamo già a marzo, forse il presidente Musumeci e l’assessore all’Economia, Gaetano Armao, non se ne sono accorti…) e, soprattutto, i risultati delle analisi sul carico di grano duro del Kazakistan arrivato una ventina di giorni fa in Sicilia. Anche dei risultati di queste analisi, nella conferenza stampa di Musumeci di oggi, non c’è traccia! (COME POTETE LEGGERE QUI).

Dopo di che, sul modello Matteo Renzi – quello che diceva di avere “rilanciato l’economia italiana” – il presidente Musumeci ha presentato una sorta di lista della spesa: abbiamo fatto questo, abbiamo fatto quello e bla bla bla.

Il presidente ha detto di aver messo in circolo 700 milioni di euro. Forse voleva dire di aver annunciato – sempre in stile renziano – la spesa di 700 milioni di euro…

Forse, in mezzo a tanti annunci roboanti, l’unica cosa interessante – se vera – è l’avvio della campagna antincendio nei boschi della Sicilia, con la presenza, vogliamo sperare, degli operai della Forestale che dovrebbero realizzare le opere per la prevenzione del fuoco.

Per il resto, invece di auto-incensarsi in una conferenza stampa vacua e fatua, Musumeci e i suoi assessori avrebbero fatto bene a occupare in modo più ‘produttivo’ il tempo.

Se non altro perché, lo ribadiamo, le due cose più serie – Bilancio e Finanziaria 2018 e i risultati delle analisi sul grano duro del Kazakistan arrivato in Sicilia – non sono stati illustrate.

Ovviamente ironico il commento dei grillini:

“Una lista di promesse e pochissimo altro. D’altronde, che ci si poteva aspettare dal presidente del governo del nulla? Una conferenza stampa sul nulla e su annunci di cose avviate dal governo precedente”.

Il M5S all’Ars commenta così l’incontro di oggi di Musumeci con la stampa, fatto soprattutto “per annunciare cose in cantiere e leggere il libro delle pie intenzioni”.

“Musumeci ci dica piuttosto – afferma la capogruppo Valentina Zafarana -qualcosa sui fondi bloccati per i disabili, totalmente abbandonati, e sui documenti contabili, di cui ancora non c’è traccia all’Ars. Ma ormai conosciamo il giochetto: faranno arrivare tutto all’ultimo minuto per fare passare meglio le immancabili porcate. Li aspettiamo al varco”.

In realtà, sui disabili Musumeci ha chiesto sei mesi. Oggi, su Radio Radicale, ha detto che i disabili siciliani, che sono circa 31 mila, avranno risposte entro la fine del quarto mese di Governo.

I parlamentare del Movimento 5 Stelle, Giancarlo Cancelleri, insiste:

“Peccato – dice – che dentro la pentola dei siciliani non si mettano le promesse. Di veramente concreto nelle parole di Musumeci non c’è quasi niente, a parte qualcosa avviata dal governo precedente, che Musumeci, ovviamente e spudoratamente, si è ben guardato dal sottolineare”.

Poi il M5S è intervenuto sul ‘caso’ Sgarbi. Ovvero le offese dell’assessore ai Beni culturali, Vittorio Sgarbi, ai siciliani e, in generale, ai meridionali (COME POTETE LEGGERE QUI).

Ancora Cancelleri:

“Non è la sua badante? Peccato che è il presidente della Giunta di cui questi fa parte. Fin dove gli consentirà di arrivare? Ultimamente Sgarbi ha pure offeso i siciliani e la Sicilia, definita la parte più improduttiva d’Italia. Peccato che siano i siciliani a pagare a Sgarbi l’immeritato stipendio”.

Anche su Sgarbi il presidente Musumeci ha detto la sua su Radio Radicale, facendo una pessima figura. Ha elogiato Sgarbi, bravissimo, tokissimo, fortissimo, bellissimo eccetera. Gli ha anche fatto gli auguri per la sua elezione al Parlamento nazionale (‘ripescato’ grazie alla legge elettorale Rosatellum che, come il Porcellum, premia i senza voti che hanno il pregio di essere sodali dei ‘capi’ dei partiti: una vergogna!).

Ma ha glissato sulle offese di Sgarbi ai siciliani (per caso Militello Val di catania si trova in Lombardia?). E ha aggiunto che sarà lo stesso Sgarbi a decidere se lasciare un assessorato del quale, fino ad ora, sono stati ‘valorizzati i cessi e il dileggio…

Foto tratta da lasicilia.it

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