Presidente Musumeci, assessore Bandiera: che fine hanno fatto le analisi sul grano arrivato dal Kazakistan?

8 marzo 2018

Se lo chiede e lo chiede sulla pagina Facebook ‘Agricoltori di Sicilia’ Cosimo Gioia, produttore di grano duro, già dirigente generale del dipartimento Agricoltura della Regione siciliana, mandato a casa dal Governo di Raffaele Lombardo proprio perché aveva iniziato ad effettuare i controlli sul grano che arriva in Sicilia con le navi. Il ruolo dell’Istituto Zooprofilattico. E il dubbio che il grano del Kazakistan sia già finito sulle nostre tavole senza controlli…  

Ricordate la nave carica di grano duro del Kazakistan arrivata una ventina di giorni fa nel porto di Pozzallo? (in calce trovate una serie di articoli). Sembra che il Governo regionale – così almeno abbiamo capito – abbia avviato le analisi. I campioni sarebbero stati inviati all’Istituto Zooprofilattico di Palermo. Da allora, però, non abbiamo più notizie.

Stasera, sulla vicenda, interviene con un post sulla pagina Facebook Agricoltori di Sicilia Cosimo Gioia, agricoltore, già dirigente generale del dipartimento Agricoltura della Regione siciliana, mandato a casa proprio perché – unico caso nella storia dell’Autonomia siciliana – aveva avviato i controlli sulla navi cariche di grano che arrivano nella nostra Isola (COME POTETE LEGGERE QUI).

“Il clima, quest’anno, tra grano non germinato e capricci del tempo preannuncia un danno di più del 30% – scrive Gioia -. Avevo chiesto al Presidente Musumeci (Nello Musumeci, presidente della Regione siciliana ndr) che, in piena campagna elettorale, fece anche un’interrogazione sul controllo sanitario del grano importato, di intensificare questo monitoraggio e mi parve entusiasta. Il vero motivo del basso prezzo del grano duro siciliano è quello dell’importazione selvaggia di prodotti scadenti e malsani. L’assessore poi aveva fatto di questa richiesta un proprio motivo di battaglia (si tratta dell’attuale assessore regionale all’Agricoltura, Edy Bandiera ndr). A dire il vero una ventina di giorni fa, con tanto di foto su Facebook, sono stati fatti controlli su una nave a Catania o Pozzallo, non ricordo dove, proveniente dal Kazakistan con campioni inviati al laboratorio”.

Sono i già citati campioni del grano duro arrivato dal Kazakistan inviati, come già accennato, all’Istituto Zooprofilattico di Palermo.

“E’ chiaro che la nave ha scaricato ed invaso i mulini – sottolinea Gioia -. Bisognava essere più tempestivi e bloccare lo scarico in attesa dei risultati che, generalmente, in un paio di giorni arrivano e lo so perché li ho fatti io personalmente… A meno che non si tratta di un atto di facciata…Pazienza”.

Di giorni ne sono passati più di venti, ma i dati dei dati di questi controlli non si ha ancora notizia. Insomma, Cosimo Gioia dà per scontato che il grano duro arrivato dal Kazakistan sia già finito sulle nostre tavole tra pane, pasta, pizze e via continuando ancor prima di conoscere i risultati dei controlli.

E non esclude che le fotografie che annunciavano i controlli su questo grano del Kazakistan siano stati, in realtà, una sceneggiata…

“Non sarebbe interessante – insiste Gioia – conoscere i dati rilasciati dal laboratorio con tanto di timbro e pubblicarli, visto che si tratta di un atto ufficiale e, per di più, concernente la salute pubblica? Mi chiedo ancora: ma i controlli sul ‘Gliphosate’ (o glifosato) li hanno fatti, visto che, in Italia, e figuriamoci in Sicilia… non ci sarebbero laboratori idonei a tale rilevamento?”.

In realtà, l’Istituto Zooprofilattico di Palermo dovrebbe essere nelle condizioni – così almeno ci è stato detto – di effettuare le analisi per rilevare l’eventuale presenza di glifosato. Che, comunque, pur essendo un contaminante da evitare assolutamente, non è certo il solo possibile problema: il grano che arriva con le navi, infatti, potrebbe presentare altri problemi, a partire dalla eventuale presenza di micotossine DON.

Cosimo Gioia è pessimista:

“Possibilmente – conclude a proposito del carico di grano duro del Kazakistan arrivato con una nave a Pozzallo – lo stiamo mangiando ora, così tanto per sapere se non è la solita presa per i fondelli a danno nostro e dei nostri figli… Mi dicono tutti gli amici agricoltori: ‘Smettila, tanto è guerra persa’. Ma io, anche se ormai vecchio, continuo…”.

Anche noi continuiamo. La prossima settimana chiederemo ‘lumi’ ai vertici dell’Istituto Zooprofilattico di Palermo.

P.s.

Detto questo, sarebbe bene che i cittadini siciliani si cominciano a organizzare sul modello GranoSalus, per effettuare i controlli. Per effettuare un raffronto tra le analisi promosse dai cittadini e quelle dell’Istituto Zooprofilattico, ammesso che tale Istituto effettui le analisi.

In Sicilia stiamo mangiando pane, pasta e pizze prodotti con il grano duro del Kazakistan?

Saverio De Bonis: “Il grano duro del Kazakistan? Di pessima qualità!”

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