Inchiesta sul PSR Sicilia: come politica e burocrazia bloccano l’agricoltura dell’Isola

22 febbraio 2018

Facciamo parlare i ‘numeri’: ovvero i fondi del Piano di Sviluppo Rurale (PSR) 2014-2020 spesi al 31 dicembre del 2017. Su quasi 2,2 miliardi di stanziamento dopo quattro anni sono stati spesi poco più di 354 milioni di euro. Predominano i vecchi ‘contributi’. Il caso eclatante dei 122 milioni di euro dello Sviluppo locale (GAL) bloccati. Un quadro generale deprimente

Ritardi, ritardi e ancora ritardi. Questo è il quadro che emerge spulciando tra i dati del Piano di Sviluppo Rurale (PSR) della Sicilia 2014-2020. Sette anni per utilizzare 2 miliardi e 184 milioni di euro per l’agricoltura siciliana. Dopo quattro anni sono stati spesi poco più di 354 mila euro, un settimo dello stanziamento. Con una spesa che si concentra in buona parte in qualche settore, lasciando a percentuali irrisorie o a zero gli altri comparti. Un quadro che, nel complesso, non è esagerato definire sconfortante.

Ovviamente, i risultati di gestione fanno riferimento al passato Governo regionale di Rosario Crocetta. Il Governo attuale non ha responsabilità (almeno fino ad ora: vedremo in seguito se ci saranno cambiamenti di rotta).

Osservando questi ‘numeri’ viene da chiedersi: forse l’agricoltura siciliana non ha bisogno di sostegno? Non sembra proprio. E’ in crisi, massacrata da prodotti ortofrutticoli che arrivano dall’universo mondo a prezzi stracciati. Ma anche da chi specula in danno degli agricoltori.

Il ‘caso’ del pomodorino di Pachino è emblematico (QUI L’ARTICOLO). Ma non è certo il solo: c’è il grano duro oggetto di speculazione al ribasso e, spesso, sostituito da grano duro estero di pessima qualità. E via continuando con altri prodotti agricoli, dalla frutta secca alla frutta estiva, dalle serre agli ortaggi di pieno campo, fino alla zootecnia.

Eclatante il caso dello Sviluppo locale: con i fondi, poco più di 122 milioni di euro – come raccontiamo appresso – bloccati da ‘faide’ tra politica e burocrazia. Una follia che penalizza non soltanto gli agricoltori, ma tutto il tessuto produttivo dei territori.

Per capire come stanno le cose siamo andati a verificare lo stato della spesa dei fondi europei al 31 dicembre del 2017. Vediamo come stanno le cose.

La spesa del PSR Sicilia si articola per Misure.

Osservando i dati sull’andamento della spesa salta agli occhi la Misura 13: Indennità zone soggette a vincoli naturali o specifici. Ebbene, su uno stanziamento pari a poco più di 102 milioni di euro, i fondi effettivamente spesi sono stati circa 64 milioni e mezzo di euro, ovvero il 63%.

Si tratta di indennità e, tra queste, c’è anche il Set Aside, cioè i pagamenti agli agricoltori che non mettono a cultura i propri terreni: per esempio, per non coltivare il grano duro (COME POTETE LEGGERE QUI). Una manovra dell’Unione Europea per incentivare e giustificare l’arrivo del grano estero con le navi. Una vergogna!

La Misura 13 è quella più utilizzata. Al secondo posto c’è la Misura 11, ovvero Agricoltura biologica. Lo stanziamento è pari a quasi 417 milioni di euro. Di questi fondi, dal 2014 ad oggi, sono stati spesi solo 57 milioni e 700 mila euro: una spesa pari al 22,88% dello stanziamento. Per la prima Regione italiana per Agricoltura biologica il risultato lascia molto a desiderare.

Al terzo posto c’è la Misura 10: Pagamenti agro-climatico ambientali. Su uno stanziamento di quasi 225 milioni di euro, i pagamenti effettuati ammontano a 42 milioni di euro circa, pari al 18,70%.

Al quarto posto c’è la Misura 4: Investimenti e immobilizzazioni materiali. Su uno stanziamento di 710 milioni di euro, i fondi utilizzati ammontano a poco più di 74 milioni di euro, pari al 17,28%. Anche su questo versante il risultato di gestione non è certo esaltante.

Al quinto posto troviamo la Misura 8: Investimenti sviluppo aree forestali e miglioramento del reddito delle foreste. Su uno stanziamento di poco più di 202 milioni di euro, la spesa effettivamente sostenuta ammonta a 11 milioni e 800 mila euro circa, pari al 9,65%. Considerati i problemi dei boschi siciliani, questo è un dato che non è esagerato definire disastroso!

Al sesto posto troviamo la Misura 6: Sviluppo aziende agricole e imprese. Su uno stanziamento pari a oltre 224 milioni di euro, la somma effettivamente impegnata ammonta a poco più di 5 milioni di euro, pari ad appena il 3,76%. Possibile che in Sicilia non ci siano imprese agricole che intendono sviluppare la propria attività? Sono gli imprenditori che, dal 2014 ad oggi, non hanno inoltrato richiesta per accedere a tali fondi, o ci sono ritardi da parte dell’amministrazione regionale?

Al settimo posto troviamo la Misura 12: Indennità Natura 2000 e indennità direttiva quadro acqua. Dovrebbero essere interventi a tutela dell’ambiente. Lo stanziamento è di quasi 42 milioni di euro. Le somme utilizzate ammontano a poco meno di 500 mila euro, pari all’1,94%. Solita domanda: la percentuale di spesa è bassa perché gli agricoltori non la considerano importante o, invece, ci sono ritardi da parte dell’amministrazione regionale?

All’ottavo posto troviamo la Misura 5: Ripristino potenzialità produttori agricoli causa calamità naturali. Lo stanziamento previsto è pari a 12 milioni e mezzo di euro. I fondi effettivamente utilizzati dal 2014 ad oggi ammontano a 76 mila euro, pari all’1,01%. Possibile che in Sicilia non ci siano agricoltori che abbiano subito danni da calamità naturali? Non c’è richiesta di tali fondi o ci sono ritardi dell’amministrazione?

Al nono posto troviamo la Misura 3: Regimi qualità prodotti agricoli e alimentari. Lo stanziamento ammonta a 10 milioni di euro tondi. La cifra effettivamente spesa ammonta a 56 mila e 400 euro, pari allo 0,93%. Possibile che non ci siano agricoltori siciliani interessati a tale Misura?

Al decimo posto troviamo la Misura 19: Sostegno allo sviluppo locale Leader. Su uno stanziamento di 122 milioni e 650 mila euro la spesa effettivamente impegnata ammonta a poco più di 204 mila euro pari allo 0,28%!

Quest’ultimo dato è semplicemente incredibile! Stiamo parlando dello sviluppo locale, cioè dei GAL, sigla che sta per Gruppi di Azione locale. Questo soggetti – che vedono assieme pubblico e privato – non dovrebbero nemmeno dipendere dalla Regione, ma dovrebbero interagire direttamente con Bruxelles, se è vero che esiste il cosiddetto principio di sussudiarietà.

La sussidiarietà, per definizione, è quel principio regolatore secondo il quale, se un ente inferiore è grado di svolgere bene un compito, l’ente superiore non deve intervenire, ma deve eventualmente sostenerne l’azione.

Nel caso di questa Misura l’ente inferiore è rappresentato dai GAL, che non hanno bisogno della Regione siciliana per funzionare.

In questo caso la Regione non solo non ha sostenuto l’azione dei GAL, ma li ha bloccati!

E’ incredibile tenere bloccati, da quattro anni, oltre 122 milioni di euro: è incredibile che il passato Governo regionale (l’attuale Governo non ha responsabilità: ma potrebbe cominciare a fare qualcosa) abbia combinato un papocchio del genere: ed è incredibile che in Assemblea regionale siciliana non sia stato ancora affrontato tale argomento!

Chi è il responsabile di un fatto così grave? Politica? Burocrazia? 

A cosa serve lo sviluppo locale in agricoltura? Deve sostenere gli agricoltori e, in generale, l’economia dei territori (ricordiamo che i GAL possono coinvolgere anche l’artigianato di qualità)? O deve servire a certi burocrati e alla mala politica in cerca di voti?

Fine dei problemi? No. Se facciamo i conti, su 23 Misure, quelle attivate sono 10 (per alcune di queste dieci Misure la definizione di “attivata” è un regalo: perché l’avere utilizzato lo 0,% dei fondi non andrebbe nemmeno preso in considerazione).

Rimangono ben 13 Misure, alcune finanziate ma con la spesa a zero e altre non finanziate. Vediamole:

Misura 1: Trasferimento conoscenze a azioni informatizzate. Stanziamento pari a 9 milioni di euro inutilizzati;

Misura 2: Servizi consulenza sostituzione e gestione aziende agricole. Stanziamento pari a 3 milioni di euro non utilizzati;

Misura 9: Costituzione associazioni e organizzazioni produttori. Non finanziata.

Misura 14: Benessere animale. Non finanziata.

Misura 15: Servizio silvo-ambientali e climatici per la salvaguardia delle foreste. Stanziamento pari a 4 milioni di euro e zero spesi.

Misura 16: Cooperazione. Stanziamento di 41 milioni e 160 mila euro: nemmeno un euro speso!

Misura 17: Gestione del rischio. Non finanziata (in Sicilia, a quanto pare, gli agricoltori non hanno bisogno di assicurazioni: possibile?).

Misura 18: Fondi per le avversità atmosferiche, malattie epizotiche e fitopatologie. Non finanziata.

Misura 20: Assistenza tecnica. Stanziamento pari a 21 milioni 187 mila euro. Fondi spesi: zero! (Possibile che l’agricoltura siciliana non abbia bisogno di assistenza tecnica? E la Tristeza che ha colpito le arance rosse della Piana di Catania, tanto per citare un esempio eclatante?).

Infine altre tre Misure a zero euro: Prepensionamenti (perché mai gli agricoltori dovrebbero andare in pensione? è così bello vivere a contatto con la natura!: questo avranno pensato negli uffici dell’assessorato regionale all’Agricoltura), Rispetto requisiti e Acquisizione competenze.

Noi ci auguriamo che, su questi dati, si apra un dibattito tra mondo e agricolo e politica. Per capire quali sono le debolezze del sistema. E come si può intervenire. Mancano tre anni. Sarebbe veramente assurdo, con tutti i problemi dell’agricoltura siciliana, non utilizzare parte di questi fondi.

Foto tratta da agricolturafinanziamenti.com 

 

 

 

 

 

 

 

 

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