Romano Prodi: il PD unisce il centrosinistra. In Sicilia è l’esatto contrario…

31 gennaio 2018

La ‘grande e acuta’ intuizione politica di Romano Prodi, secondo il quale il PD, Renzi e i suoi alleati avrebbero unificato il centrosinistra, non funziona in Sicilia. Dove il Pinocchio del Mugello e i suoi accoliti hanno sfasciato il partito, da Palermo a Caltanissetta, da Agrigento a Catania… 

Un genio della politica, Romano Prodi. E’ stato un genio dell’economia: sua la ‘regia’ del cambio lira-euro che ha fatto ‘arricchire’ gli italiani: “Con l’euro lavoreremo un giorno in meno e guadagneremo come se lavorassimo un giorno in più” (in effetti, sul fatto che con l’euro in Italia si lavora meno ha indovinato…). Ebbene, da qualche ora Prodi è anche un genio della politica. Perché? Perché ha pronunciato una grande verità: una di quelle verità che arriva ogni duemila anni. Una frase unica: il PD di Renzi unisce la sinistra!

Non ci credete? Ecco la frase:

“Renzi, il gruppo che gli sta attorno, il PD e chi ha fatto gli accordi con il PD sono per l’unità del centrosinistra”.

Avete capito? Matteo Renzi, secondo Prodi, è l’uomo dell’unità del centrosinistra.

Chissà se Romano Prodi è disposto a fare in queste ore quattro passi in Sicilia.

Potrebbe essere invitato dl nuovo ‘leader’ del PD di Palermo, Leoluca Orlando.

O dal sempre leader del PD di Caltanissetta, Salvatore ‘Totò’ Cardinale da Mussomeli.

O, ancora, dal ‘caporale di giornata’ dei renziani siciliani, Davide Faraone.

Sì, in Sicilia il Romano Prodi delle 2 mila lire per un euro troverebbe la grande ‘unità’ prodotta dal renzismo.

A Palermo c’è Leoluca Orlando che, dopo il grande ‘successo’ delle elezioni regionali (lista senza quorum, a malafiura si tagliava  fette…), ha candidato l’ex senatore Fabio Giambrone. Addirittura capolista!

Ed è anche logico: dopo la sua grande ‘intuizione’ – Fabrizio Micari candidato alla presidenza della Regione siciliana – Renzi l’ha premiato.

Eh sì, a Palermo il PD è unitissimo: il parlamentare regionale Antonello Cracolici è già al lavoro per fare ‘votare’ il renziano Carmelo Miceli. Siamo lì anche con Franco Ribaudo, parlamentare nazionale, che addirittura non si è ricandidato per ‘sostenere’ Davide Faraone

Anche la parlamentare nazionale uscente del PD, Magda Culotta, non si è ricandidata, ma è già al lavoro per sostenere, sulle Madonie, i candidati renziani…

Buonanotte!

Sulla propria pagina facebook Cracolici scrive:

“Alla Direzione nazionale ho votato contro i nomi proposti per le liste del PD, soprattutto per quelle siciliane. Sono consapevole che questo gesto apre una ferita, e che occorrerà diverso tempo per rimarginarla. Il PD ha perso il senso dell’essere un luogo politico plurale. Si sono cancellate storie percorsi: si tenta di chiamarlo ‘rinnovamento’, ma è semplicemente cancellazione delle differenze, delle storie e in particolare della Sinistra. Non potevo stare zitto. Non posso stare zitto. Ognuno dovrà assumersi tutta responsabilità di quanto sta avvenendo. Il ‘dopo 4 marzo’ rischia di presentarsi come il tempo di ulteriori divisioni e ulteriori addii. Ma chissà, forse in definitiva è quello che si vuole”.

Sulla propria pagine facebook Franco Ribaudo scrive:

“In una affollata assemblea di militanti, dirigenti del PD e amministratori locali, venuti da tutta la provincia, oggi pomeriggio a Palermo si è riunita l’area politica che fa riferimento ad Antonello Cracolici dopo la clamorosa esclusione dalle liste per le elezioni del 4 marzo, di tutti i candidati ‘non renziani Doc’. Operazione che ha determinato di fatto la trasformazione genetica del PD, cambiandone regole, metodi e persino il profilo morale e politico. Di fronte a tutto questo non staremo in silenzio. Ci batteremo per un altro PD, quello costruito da Veltroni e Prodi, fondato sui valori della democrazia, pluralismo (innanzitutto quello interno), annunciando altre iniziative sul territorio durante la campagna elettorale per rilanciare il ‘progetto originario del PD’. Fermeremo questa deriva trasformista del partito in Sicilia e in Italia

Un grande lavoro lo sta facendo Pino Apprendi, che non sa a chi far votare prima: se i candidati di Liberi e Uguali (altra formazione politica ultrademocratica che sta ‘valorizzando’ il territorio, trasformando in catanese l’ex segretario della CGIL Guglielmo Epifani…) o quelli del PD. Non vorremmo essere nei suoi panni, perché la scelta è veramente difficile…

E di Palermo che c’è ancora da dire? Ah sì, Rosy Pennino, che dal centrosinistra è passata con Forza Italia. E Claudia Mannino, parlamentare nazionale uscente, già grillina, oggi passata con i Verdi, ovvero con i renziani.

Cosa c’entrano le battaglie di Claudia Mannino su rifiuti e abusivismo edilizio con il PD di Renzi non si capisce. Ma ormai che c’è da capire nella politica siciliana?

Grandissimo, poi, il ‘successo’ di Daniela Cardinale, figlia del già citato ‘Totò’ da Mussumeli. Per lei una smagliante ricandidatura (è la terza volta che si presenta) nel collegio Caltanissetta-Agrigento.

I disinformati sostengono che Daniela Cardinale non sarebbe gradita sol perché gruppi di ‘facinorosi’ del Nisseno e dell’Agrigentino non sarebbero d’accordo con la sua ricandidatura.

Chi sono questi ‘ingrati’? Lo leggiamo su un articolo di Live Sicilia che riporta un documento dei giovani iscritti del PD di Agrigento:

“In una notte (la notte della direzione nazionale, n.d.r.) ciò per cui il PD esiste, per cui il PD è nato, è stato spazzato via, calpestato da una logica figlia di un modo di intendere la politica che non ci appartiene. Non possiamo accettare tutto questo. Piuttosto che scrivere a malincuore queste righe, avremmo voluto partecipare ad una campagna elettorale che, tramite la celebrazione delle primarie, come da statuto, ci avesse resi partecipi nella scelta dei nostri rappresentanti. Non possiamo e non vogliamo fare campagna elettorale per il ‘Partito di Renzi’. Per queste ragioni, i Giovani democratici della federazione di Agrigento, si autosospendono. Voteremo Partito Democratico perché, nonostante tutto, siamo convinti che rimanga l’unica proposta seria per il Paese, ma non parteciperemo attivamente alla campagna elettorale”.

Mannaggia: e chi gliele dice ora a Romano Prodi che i giovani del PD di Agrigento non si impegneranno in campagna elettorale? ‘Sti scapestrati…

E che glielo dice – sempre a Prodi – che a Caltanissetta e provincia i protagonisti dei Circoli del PD sono in rivolta? Ci chiediamo e chiediamo: questo è il modo per accogliere i candidati renziani? E poi, ‘sta cagnara politica, giusto nella provincia dove dovrebbe essere eletta per la terza volta Daniela Cardinale?

La verità è che, anche nella Piazza Garibaldi di Caltanissetta e in tutto il Vallone non c’è più mondo. ma guada un po’ che situazione: gli iscritti dei Circoli del PD che, invece di cercare voti a Daniela si riuniscono in assemblea permanente: e resteranno in assemblea fino al 4 marzo. Ma è normale ‘sta rivolta contro Totò da Mussumeli? Che dirà Prodi?

‘Sti ribelli esprimono “unanime dissenso per il metodo autoritario di selezione delle candidature, che hanno favorito la fedeltà al capo e le discendenze dinastiche”; e rivendicano “un ruolo della base e dei territori nei processi che determinano scelte irreversibili e decisive per il futuro del partito”.

Si fermeranno qui? A quanto pare, no: hanno pronti i manifesti con l’hashtag #NoPotentanti e #SenzaPadroni da ‘appizzare’ (leggere affiggere) in tutte le sedi locali del Partito Democratico di Caltanissetta e provincia.

Su sulle liste del PD di Caltanissetta è intervenuto anche il parlamentare, Giuseppe Arancio, che non vede l’unità che vede prodi (COME POTETE LEGGERE QUI).

I ‘facinorosi’ non mancano anche a Trapani e dintorni, dove si registra l’autosospensione di una parte del gruppo dirigente del PD. Sono il sindaco di Valderice, Mino Spezia, e Giacomo Tranchida, consigliere comunale di Erice e già candidato alle ultime regionali (non è risultato eletto per pochi voti).

Anche a Catania non sembra che il PD abbia unificato il centrosinistra.

Sulla propria pagina facebook l’ex parlamentare regionale del Pd, Concetta Raia, scrive:

“Oltre 10 anni fa sono stata tra quelli che hanno fondato il partito democratico. Abbiamo dato vita, con grande entusiasmo, ad un partito politico i cui principi morali si ispiravano alla tradizione progressista e di sinistra. Negli ultimi anni è iniziato un percorso di graduale trasformazione; il partito è stato progressivamente colonizzato da forze esterne alla nostra storia, da una cultura politica arrogante nella quale il rispetto per le minoranze non esiste. Contro questo stravolgimento, contro questa marcia verso una deriva centrista che strizza l’occhio alle destre mi sono scontrata, anche duramente. Questo scontro, questa resistenza avuto un esito infausto che viene fuori dalle liste elettorali predisposte a tavolino questa notte a Roma. Dopo il 4 marzo la rappresentanza parlamentare del PD sarà profondamente mutata. Sono stati mortificati nel profondo tutti gli esponenti di una classe dirigente catanese e siciliana che, con tutti i propri limiti, ha mantenuto per anni i circoli aperti e protagonisti esprimendo un modo di fare politica molto diverso da quello del partito democratico attuale. Io sono Tra questi! Il PD ha cambiato pelle! Questo partito non a più oggi un’anima di sinistra (o di centro sinistra che dir si voglia), che guardi alle istanze sociali, ai giovani, alle imprese, ai territori. Per tutte queste ragioni ho deciso di ritirare la mia disponibilità alla candidatura. Oggi è il momento di ritrovare, insieme ai tanti delusi, un contatto col territorio per recuperare le ragioni di un impegno, che da parte mia continua, anche nella ricerca di eventuali nuovi metodi, nuove forme e, perché no, nuove vesti con cui lottare per non disperdere i risultati ottenuti in tanti anni di lavoro”.

Altro che unità…

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