Arancio (PD): “Probabile disimpegno dei dirigenti”. E Crocetta solleva il caso Raciti

30 gennaio 2018

Cronaca di una disfatta annunciata? In Sicilia Renzi rischia di pagare uno dei conti più salati: in molti lasciano intendere che non si impegneranno, altri lo dicono chiaramente. Stamattina conferenza stampa dell’ex governatore

Dopo il voto della Direzione Nazionale che ha approvato le liste per le elezioni politiche del 4 marzo, nel pomeriggio di ieri, i circoli PD della provincia di Caltanissetta si sono autoconvocati in assemblea per decidere quali azioni intraprendere per esprimere il loro dissenso contro i diktat di Matteo Renzi sulla composizione delle liste per le politiche del 4 Marzo. Diktat che, come sappiamo, nella nostra regione stanno determinando una vera e propria rivolta.

“Nel corso di queste settimane – dice Giuseppe Arancio, parlamentare regionale del PD – abbiamo detto chiaramente che ci saremmo opposti a nomi calati dall’alto, scelti senza consultare il territorio. A Roma, malgrado i nostri appelli, si è deciso di forzare la mano, ma rispetto a questa scelta noi non possiamo restare inermi e silenziosi. Si è privilegiata la fedeltà al capo invece che il radicamento, si è favorita la “discendenza dinastica” piuttosto che la capacità di raccogliere consenso”.

“Avremmo voluto fare una campagna elettorale con un altro spirito e ben altre motivazioni – conclude Arancio – adesso invece il Partito Democratico dovrà fare i conti con il disimpegno di alcuni suoi dirigenti e tesserati e il disorientamento di tutti i circoli”.

Al termine dell’incontro i circoli della provincia di Caltanissetta, “nell’esprimere unanime dissenso per il metodo autoritario di selezione delle candidature e nel rivendicare un ruolo della base e dei territori nei processi che determinano scelte irreversibili e decisive per il futuro del partito, hanno deciso di autoconvocarsi in assemblea permanente presso la federazione provinciale fino al 4 marzo, per definire iniziative ed azioni durante la campagna elettorale. Inoltre gli stessi circoli promuoveranno la protesta attraverso l’affissione dei manifesti con l’hashtag #NoPotentanti presso tutte le sedi locali del Partito Democratico”.

Insomma, la frittata è servita. Ad un PD dato già in agonia, mancava solo il disimpegno dei suoi stessi esponenti. Che non può che portare alla debacle.

E, forse, non ha tutti i torti Rosario Crocetta quando dice che Renzi ha distrutto il partito in Sicilia se è vero che la protesta non accenna a placarsi e interessa un po’ tutte le province dell’Isola.

Per quanto riguarda l’ex governatore, oltre alle accuse già lanciate nei giorni scorsi, stamattina in conferenza stampa ha sollevato il caso di Fausto Raciti,segretario regionale dei Dem:

“L’ultima porcata di Renzi è stata quella di mettere Raciti al secondo posto dopo la signora delle banche (Maria Elena Boschi ndr). Mi sembra assurdo che l’unico candidato che possa davvero esprimere il PD in Sicilia venga messo al secondo posto. Con il meccanismo elettorale che vige – continua Crocetta – se la Boschi non potrà essere eletta a Bolzano, non puo’ scegliere in quale collegio uninominale essere eletta, perché questa legge elettorale prevede che venga eletta nel collegio dove prende meno voti. Salterebbero dunque Raciti o Miceli, quindi si è messa a rischio l’elezione del segretario regionale per dare spazio alla Boschi”.

Crocetta ha ribadito che il segretario nazionale è un bugiardo:

“Io avevo chiesto un ruolo politico a Renzi e un riconoscimento politico del Megafono. Avrei apprezzato che mi avesse detto ‘no’ un mese fa. Invece è un pinocchio. Mi aveva assicurato: ‘avrai un collegio sicuro'”.

E ancora: “Trentasei ore prima delle liste delle regionali, alle sei del mattino, Renzi mi ha chiamato e mi ha detto che bisognava sostenere Micari come candidato a presidente della Regione. Io ho dovuto ritirare la mia lista e i miei candidati. Mi aveva promesso: ‘Non ti preoccupare avrai un posto alla Camera”.

Comprensibile la rabbia ma, al di là dello sfogo, Crocetta renderebbe un servizio ai siciliani se, come abbiamo chiesto stamattina, svelasse i retroscena di quelle operazioni concordate con col Governo Renzi che hanno massacrato la Sicilia:

L’ira di Rosario Crocetta: lasci stare i morti e ci racconti i ‘Patti scellerati’ con Renzi

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