Il racconto di Carmelo Raffa: “Mia suocera è deceduta. In ospedale è stata assistita correttamente?”

15 dicembre 2017

Carmelo Raffa – noto per essere un sindacalista storico del mondo bancario della Sicilia – ci ha inviato una lettera in cui parla della sanità siciliana e, in particolare, ci racconta le disavventure di sua suocera, deceduta in una struttura ospedaliera di Palermo. L’interrogativo che lancia è il seguente: è stata assistita correttamente?  

Non siamo medici, ma la lettera che ci ha inviato Carmelo Raffa, personalità nota in Sicilia, dal momento che, da anni, è il leader della FABI, il sindacato dei lavoratori bancari, ci ha particolarmente colpito. Raffa, questa volta,non parla di banche, ma di un fatto che riguarda la sua vita privata e, in particolare, di sua suocera, che è deceduta dopo essere stata ricoverata in un ospedale pubblico.

Leggiamo insieme la lettera di Carmelo Raffa, che parla dei problemi che oggi travagliano la sanità pubblica della nostra Isola.

“Uno dei tanti fatti accaduti l’ho dovuto constatare nei giorni scorsi ed ha riguardato la mia defunta suocera – scrive Raffa -. Lunedì sera, alle 19,30 circa, un’autoambulanza del 118 ricoverava presso il pronto soccorso del Buccheri La Ferla mia suocera, Signora Gisella Zanetti in Paladino, alla quale veniva attribuito prima il codice verde per passare dopo qualche ora al codice giallo ed infine si constatava che era stata colpita da infarto e, dopo altre 10 ore, il caso diventa grave e la paziente viene trasferita presso la Clinica ‘Villa Maria Eleonora’ di Palermo per un intervento urgente”.

“Dopo alcuni giorni dell’intervento – prosegue Raffa – il cuore di mia suocera non reggeva e domenica mattina, 10 dicembre, i medici della Clinica ‘Villa Maria Eleonora’, nonostante le cure rianimative, ne constatavano il decesso”.

“Ora ci chiediamo – conclude Raffa – se l’aver sottovalutato il caso di gravità da parte di chi di dovere abbia compromesso lo stato di salute di mia suocera e se la stessa, agendo in tempo, sarebbe oggi tutt’ora in vita”.

Questo blog dedica spesso articoli ai problemi della sanità siciliana. E più volte abbiamo sottolineato come i problemi degli ospedali pubblici della Sicilia siano legati al fatto che una parte delle risorse finanziarie della sanità, già da alcuni anni a questa parte, vengono utilizzati per finalità che hanno poco o nulla a che vedere con la sanità pubblica.

Per non parlare delle ingenti risorse finanziarie che, ogni anno, finiscono nelle ‘casse’ dei grandi gruppi sanitari nazionali in maggioranza non siciliani.

Cose, queste, che abbiamo ribadito tre giorni fa in occasione dello sciopero dei medici pubblici (COME POTETE LEGGERE QUI).

Che dire della lettera di Carmelo Raffa? Che i problemi che segnaliamo da tempo continuano ad essere presenti. Perché se nei Pronto Soccorso della Sicilia i pazienti aspettano tante, troppe ore prima di essere visitati, questo non avviene per responsabilità dei medici, ma per precise responsabilità della politica che organizza male il servizio sanitario pubblico.

Se nei Pronto Soccorso manca il personale medico, la responsabilità non è dei medici, ma di chi, invece di impiegare i fondi della sanità della Sicilia anche per potenziare gli ospedali pubblici (e, segnatamente, i Pronto Soccorso), utilizza una cospicua parte delle risorse del Fondo sanitario regionale per pagare altro: per esempio, le rate dei mutui della Regione e società ed enti strumentali della stessa Amministrazione regionale che dovrebbero essere pagati con i fondi regionali, non certo con i fondi della sanità pubblica, come avviene ancora oggi!

I Pronto Soccorso della Sicilia sono sempre stati in affanno. Ma dal 2009 la situazione si è aggravata perché i Governi regionali hanno ridotto i posti letto, hanno tagliato interi reparti mentre, contemporaneamente, è stato ridotto il numero di medici.

Tutto questo è stato fatto perché, in alternativa, i Governi regionali si erano impegnati a istituire la cosiddetta Medicina del territorio: strutture sanitarie territoriali che dovrebbero filtrare i pazienti – possibilmente di concerto con i medici di famiglia – e ridurre la presenza di pazienti nei Pronto Soccorso.

In realtà, i posti letto sono stati ridotti, i reparti sono stati tagliati, il numero di medici è stato ridotto, ma la Medicina del territorio o è molto carente o è, addirittura, assente!

Questo provoca il grande caos nei Pronto Soccorso dell’Isola, con disagi enormi per i pazienti e stress incredibile per il personale medico e infermieristico dei Pronto Soccorsi, che dal 2009 ad oggi la politica siciliana sottopone a turni massacranti e usuranti, con rischi per la salute dello stesso personale che lavora presso i Pronto Soccorso.

Nel caso della suocera di Carmelo Raffa, oltre ai soliti problemi che denunciamo da tempo, siamo rimasti un po’ colpiti dal racconto.

Infatti: se la signora stava male – stiamo citando la lettera di Carmelo Raffa – perché le è stato dato un codice verde?

Ci permettiamo di ricordare che nel Triage medico (termine francese che, tradotto, significa cernita o smistamento), il codice bianco viene assegnato ai pazienti che non presentano alcuna urgenza;

il codice verde viene assegnato ai pazienti che non presentano danni alle funzioni vitali;

il codice giallo viene assegnato ai pazienti che presentano “una compromissione parziale delle funzioni dell’apparato circolatorio o respiratorio, oppure il paziente è molto sofferente, non c’è un apparente pericolo di vita immediato, ma deve essere comunque visitato dal medico entro 15 minuti”;

mentre il codice rosso viene assegnati ai pazienti che “con almeno una delle funzioni vitali (coscienza, respirazione, battito cardiaco, stato di shock) compromessa ed è in potenziale immediato pericolo di vita, quindi deve essere sottoposto ad una visita medica immediata”.

Ribadiamo: noi non siamo medici. Ma il racconto di Carmelo Raffa è particolarmente preciso e fa riflettere, là dove ci racconta che, a sua suocera, “veniva attribuito prima il codice verde per passare dopo qualche ora al codice giallo ed infine si constatava che era stata colpita da infarto e, dopo altre 10 ore, il caso diventa grave e la paziente viene trasferita presso la Clinica ‘Villa Maria Eleonora’ di Palermo per un intervento urgente”.

Problemi strutturali a parte – che ci sono e vanno segnalati – siamo un po’ perplessi per tutto il resto.

 

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