L’Avviso 8? E’ già ‘morto’. Motivo: “Levati tu che mi ci metto io…”

14 dicembre 2017

Formazione professionale/ Quindici mesi I Nuovi Vespri hanno lanciato una previsione: ipotizzavamo che, a fine legislatura, il Governo regionale non avrebbe speso un solo euro dei 136 milioni di euro dell’Avviso 8. E così è stato. Qui trovate una nuova nostra previsione. E un avvertimento agli 8 mila disoccupati di questo settore: non vi fate troppe illusioni, il tempo dei ‘pirati’ non è ancora finito… Che fine ha fatto la class action sulla legge 24?

Quindici mesi addietro, assumendocene le responsabilità, abbiamo lanciato una previsione: secondo il nostro parere, l’Amministrazione regionale sarebbe arrivata alla fine del 2017 senza spendere un solo euro dell’Avviso 8, il bando di 136 milioni di euro a valere sul Fondo Sociale Europeo (FSE). Un bando che abbiamo definito “un raggiro contabile”. Sempre a nostro modesto parere, questi 136 milioni di euro e altre risorse finanziarie della UE destinate alla Formazione professionale verranno riprogrammate dai Governi nazionali di turno e dirottate altrove (QUI TROVARE L’ARTICOLO CHE ABBIAMO SCRITTO NELL’OTTOBRE DEL 2016).

A quindici mesi di distanza, la prima parte della nostra previsione si è avverata: l’Amministrazione regionale siciliana non ha speso un solo euro dei 136 milioni dell’Avviso 8.

Sempre quindici mesi fa scrivevamo che l’Avviso 8 sarebbe stato travolto dai ricorsi amministrativi: e così è stato. Il TAR Sicilia (Tribunale Amministrativo Regionale) e il CGA, sigla che sta per Consiglio di Giustizia Amministrativa (nella nostra Isola organo di appello del TAR) sono invasi dai ricorsi.

Tutto come dalle previsioni.

Manca la parte finale: la riprogrammazione dei fondi europei destinati alla Sicilia, con riferimento in questo caso, al Fondo Sociale Europeo.

Non sfugge agli osservatori un dato: la Programmazione europea 2014-2020 si è aperta, per l’appunto, nel gennaio del 2014. Dopo quattro anni la Regione siciliana non ha speso un solo euro del Fondo Sociale Europeo.

Le motivazioni sono varie. Nel 2013 c’era la ‘coda’ dell’Avviso 20. Ma questo non può certo giustificare l’assenza di nuovi corsi dal 2013 ad oggi.

Il blocco della Formazione professionale siciliana e la mancata spesa delle risorse FSE è stata una scelta politica del passato Governo regionale per smantellare il sistema dei vecchi enti. Enti formativi storici che, infatti, sono stati eliminati, uno dopo l’altro.

L’Avviso 8, sulla carta, si è materializzato nel 2016, scontando già due anni di ritardo. Ma tale è rimasto per tutto il 2016.

Nell’autunno dello scorso anno si è materializzata, è vero, la graduatoria. provvisoria. Ma si è trattato, in buona parte, di un procedura volutamente rallentata per fare scorrere il tempo.

Un’accelerazione – sempre sulla carta – è andata in scena a ridosso delle elezioni regionali con la graduatoria definitiva che è stata oggetto di una pioggia di ricorsi.

Ed è anche logico: quando saltano tutte le regole che hanno sin dalle fine degli anni ’70 del secolo passato informato tale settore e società private di vario genere possono partecipare ai bandi, con la crisi economica che c’è in giro era chiaro che si sarebbe scatenata la corsa per acciuffare almeno un paio di corsi. E così è stato.

Ma è stato tutto un grande bluff. E il motivo è semplice: la Regione deve anticipare i fondi europei (in questo caso i 136 milioni di euro). Che poi, una volta utilizzati, vanno rendicontati a Bruxelles che li restituisce alla stessa Regione.

Alla fine dello scorso anno la Regione, anche volendo, non era nelle condizioni di anticipare tale somma. E anche in questo momento l’Amministrazione regionale non ha a disposizione questi 136 milioni di euro.

Bene che vada – e non è affatto detto che vada bene – si dovrà aspettare il prossimo anno con l’insediamento del nuovo Governo nazionale. A quel punto – ammesso che a Roma si creino le condizioni per la nascita di un nuovo Governo nazionale – il Governo di Nello Musumeci dovrà aprire una trattativa con Roma, per capire che disponibilità finanziaria avrà a disposizione per il 2018.

Va ricordato, infatti, che con il secondo ‘Patto scellerato’ firmato nel giugno del 2016 dall’ex presidente della Regione, Rosario Crocetta, con l’allora capo del Governo, Matteo Renzi, la Sicilia si è giocata buona parte della propria autonomia finanziaria (QUI TROVATE UN’INCHIESTA IN TRE PUNTATE, SCRITTA DAL TITOLARE DI QUESTO BLOG, FRANCO BUSALACCHI SUL PATTO SCELLERATO RENZI-CROCETTA 2016).

A meno che il nuovo Parlamento siciliano non voglia approvare una legge di stabilità 2018 piena di accantonamenti negativi (leggere con capitoli non finanziati), si dovrà aspettare la celebrazione delle elezioni politiche nazionali prima di poter cominciare a discutere di Bilancio e Finanziaria 2018.

Nel frattempo la magistratura amministrativa si sarà pronunciata sull’Avviso 8. Che, in ogni caso, verrà ritirato dal nuovo Governo, che non avrà motivo di confermare quanto fatto dal vecchio Governo. Della serie, “levati tu che mi ci metto io”.

Da qui una nostra nuova previsione: bene che vada – ma deve andare tutto veramente bene – i corsi di formazione professionale della Sicilia inizieranno (ammesso e non concesso che inizino) tra l’estate e l’autunno del prossimo anno. 

Ma gli attuali lavoratori disoccupati – che sono circa 8 mila – non si facciano tante illusioni. La privatizzazione di questo settore è iniziata nel 1997 con il centrodestra. Dal 2013 ad oggi il vecchio Governo di centrosinistra ha smantellato gli enti no profit. E non sarà certo l’attuale Governo di centrodestra a ripristinare la legge regionale n. 24 del 1976 (a proposito: che fine ha fatto la class action su tale questione?).

Con molta probabilità, la futura Formazione professionale siciliana, con la scusa che bisognerà pensare ai giovani, sarà sempre più nelle mani dei privati, e magari delle ‘baronie’ universitarie…

Da leggere:

Che fine ha fatto la Formazione professionale della Sicilia?

 

 

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