Indipendentismo in Sicilia: utopia o improvvisazione? Flop elettorale o confusione?

16 novembre 2017

Quale è stato il ruolo degli indipendentisti siciliani alle ultime elezioni regionali? Perché è sempre marginale? Ma chi sono gli indipendentisti? Ci sono millantatori? Su input di un nostro lettore proviamo a ragionare su un tema che continua a dividere gli stessi protagonisti. E un motivo c’è…

Un nostro affezionato lettore, Augusto Marinelli,  cui siamo grati per i commenti che puntualmente scrive ai nostri articoli fornendo importanti elementi di riflessione, qualche giorno fa ci ha sottoposto un quesito particolare: ci ha chiesto come mai non avevamo ancora scritto nulla  “sul disastroso esito delle velleità indipendentiste” alle ultime elezioni regionali.

Dobbiamo ammettere che l’amico Marinelli non è stato l’unico a chiederci come mai, al di là dei dati elettorali di cui vi abbiamo dato notizia per ogni singola lista e per ogni singolo candidato, non avevamo ancora commentato le sorti dell’indipendentismo in relazione all’ultima campagna elettorale siciliana. La prima risposta, la più ovvia, è che ogni  riflessione ha bisogno del suo tempo per maturare, per depurarsi di ogni elemento dettato da emozioni e passioni. La seconda è legata ad un insegnamento che abbiamo tratto dal giornalismo americano: se la cautela dovrebbe sempre accompagnare il lavoro di un giornalista, anche quando si tratta di editoriali e/o analisi, ancora di più bisogna farvi ricorso quando si parla dei “piccoli”, di chi, cioè, è estraneo al sistema di potere e che proprio per questo ha già mille difficoltà a farsi ascoltare e a difendersi da eventuali giudizi tranchant da parte della stampa. E’ il caso degli indipendentisti siciliani? In parte sì, ma solo in parte. Vedremo perché  il caso è, in realtà, un po’ più complesso.

Cerchiamo dunque di soffermarci, senza alcuna pretesa di giungere a verità assolute, sul perché alle ultime elezioni regionali coloro i quali si ispiravano all’indipendentismo si sono fermati a numeri da prefisso telefonico o almeno così sembra. Il riferimento, va da sé, è a Siciliani Liberi e ai suoi 15mila voti (0,7%). Ma non solo.

Ebbene, sgomberiamo subito il campo da un equivoco: va detto subito che ascrivere questo risultato alla categoria “indipendentisti siciliani” non è del tutto giusto per il semplice motivo che non tutti gli indipendentisti siciliani hanno votato. Conosciamo personalmente tanti simpatizzanti che hanno scelto di astenersi. E anche tanti indipendentisti che hanno votato per il Movimento 5 Stelle. Altri ancora, in particolare quelli che fanno riferimento al MIS, il Movimento per l’Indipendenza della Sicilia  e alcuni del FNS, hanno votato per Nello Musumeci, così come negli anni passati avevano votato per Raffaele Lombardo. In quindicimila hanno votato per Siciliani Liberi, il movimento del professor Massimo Costa, il cui candidato alla Presidenza della Regione era  l’avvocato Roberto La Rosa, come ricordato dal nostro lettore nel suo commento. Se ne deduce che ridurre il numero degli indipendentisti siciliani ai soli consensi raccolti da La Rosa non sia del tutto corretto.

Ma veniamo al nocciolo della questione: chi sono gli indipendentisti siciliani? Può definirsi veramente indipendentista chi decide di votare Nello Musumeci alleandosi, di fatto, con Forza Italia e l’UDC? Non vale neanche la pena sprecare parole:  è una contraddizione evidente, un ossimoro lampante che al di là della buona fede di qualcuno, si commenta da sé. E come se la CUP catalana o Esquerra Republicana de Catalunya  (il primo è un partito indipendentista marxista, il secondo un partito indipendentista di ispirazione social democratica) si alleassero con il Ppe di Mariano Rajoy, partito unitarista e nemico del regionalismo (figuriamoci dell’indipendentismo). Né più, né meno.

Fatti loro, ognuno è libero di allearsi con chi vuole. Il problema è che questa ambiguità  arreca un danno enorme all’indipendentismo siciliano nel suo complesso. I siciliani, infatti,e parliamo di coloro i quali non sono iscritti a nessun movimento ma  mostrano una certa curiosità nei confronti di questo tema, rimangono disorientati da tali alleanze con il risultato di non considerare credibile chi si definisce “indipendentista”. Insomma, i siciliani sono più svegli di quanto qualcuno possa pensare e non cadono nel tranello di una dialettica confusionaria che tenta di mettere insieme tesi e antitesi.

Quale potrebbe essere la sintesi dinnanzi a queste alchimie? Onde evitare tali ambiguità che danneggiano un intero fenomeno,  questi signori forse  farebbero meglio a dichiararsi semplicemente autonomisti. Non ci sarebbe nulla di male, anzi. Basti pensare che grandi uomini della storia siciliana hanno lottato per l’Autonomia e che le loro ragioni erano validissime. Così facendo eviterebbero di denigrare la memoria di un movimento, quello indipendentista, che in Sicilia è stato importantissimo e talmente dirompente da essere ancora oggi largamente censurato dalla storia ufficiale.  Così facendo potrebbero evitare figure barbine nei confronti di chi critica il sodalizio con partiti nazionali e candidati, come Musumeci, che mai metterebbero in dubbio l’Unità pur mostrando sensibilità verso le prerogative statutarie. Ne guadagnerebbero in coerenza e, soprattutto, lo ripetiamo, eviterebbero di danneggiare una causa che magari non è  molto popolare, ma che ha sostenitori sinceri e, soprattutto, amareggiati dall’uso improprio del termine indipendentismo.

E i non pochi indipendentisti che hanno votato M5S ? Ci viene suggerito  un distinguo.  Parlando con alcuni esponenti di associazioni e movimenti indipendentisti di lunga data, scopriamo, infatti, che il ragionamento è del tutto diverso: distruggere il sistema politico-affaristico attuale sarebbe l’unico modo per fare spazio all’indipendentismo vero. E, poiché il M5S sarebbe l’unico partito in grado di spazzare via la vecchia politica e i suoi tentacoli, sostenerli sarebbe l’unica mossa tattica utile alla causa. Sarebbero insomma, “utili spazzini”. Coloro i quali dovrebbero ripulire i campi dalle erbacce e renderli fertili per semi nuovi. Un pensiero, ad esempio, elaborato da TerraeLiberazione che pur avendo destinato voti “all’amico La Rosa”, per i voti di lista ha scelto il M5S:  “Abbiamo appoggiato quei candidati che sostengono il cammino pratico dell’indipendentismo”. Il riferimento è a due deputati eletti col M5S. “Alcuni esponenti del M5S ci hanno aiutato in battaglie importantissime, vere e proprie azioni di resistenza, come quella sulla tutela dei grani antichi”.

Una strategia che mirerebbe a sopperire alla mancanza di un vero partito indipendentista, perché, e torniamo all’argomento di prima, non c’è ancora un movimento in grado di rappresentare queste istanze a 360 gradi e con una massa tale da potere competere con i partiti organizzati.

Arriviamo dunque a Siciliani Liberi che ha in parte  giocato la carta indipendentista alle elezioni regionali con i risultati che conosciamo. Non vogliamo entrare nelle polemiche di chi accusa questo partito di autoreferenzialità, ma certamente qualcosa non ha funzionato. La loro esperienza dimostra che non basta la passione per smuovere la melma e  che affidare la voce di un movimento simile al pasionario di turno non paga. Se è vero che il leader, Massimo Costa, – che non era comunque candidato- ha guadagnato nel tempo una certa notorietà grazie alle sue competenze, è altrettanto vero che non tutte le persone di cui si è circondato hanno la stessa levatura e la stessa presa.  E che neanche le persone più preparate, comunque, hanno doti necessarie alla politica. Nulla di strano, non siamo tutti capi carismatici o tecnicamente ferrati, né tutti sappiamo elaborare strategie politiche.   Ma anche per questo esistono ruoli diversi e non tutti prevedono la prima linea.

Lo stesso candidato alla Presidenza, Roberto La Rosa, persona perbene e sincera,  nelle sue esternazioni ha lasciato spazio a non pochi dubbi: siamo indipendentisti; chiediamo la piena applicazione dello Statuto;  vogliamo la ZES.  Ricapitoliamo: sei indipendentista o vuoi la piena applicazione dello Statuto? E come si concilia la ZES con l’indipendenza? Ancora una volta,  estemporaneità. Tutto in buona fede, per carità. Ma il messaggio che è arrivato  è stato confusionario.

A questo punto, scrivendo su un blog, ci permettiamo di aggiungere una considerazione del tutto personale : chi scrive ha sempre seguito con simpatia le vicende legate al mondo dell’indipendentismo siciliano.  Non solo perché è un tema interessantissimo scoperto quasi per caso,  ma anche per una naturale propensione a dare spazio a tutto ciò che viene censurato o trascurato dalla pubblicistica ufficiale (che poi sarebbe dovere di ogni giornalista, o no?). E’ dai tempi di BlogSicilia – primo giornale che ormai tanti anni fa  mi ha dato la possibilità di alzare il velo su questo mondo- che seguo gli amici indipendentisti, e da parte mia – nei limiti delle mie ridottissime possibilità- non mancherà mai la disponibilità a dare voce agli  “eredi” del professor Antonio Canepa.  Ma proprio per l’alta considerazione che la  storia  indipendentista siciliana merita, non può e non deve mancare spirito critico. La precisazione è d’obbligo visto l’alto tasso di permalosità. Che andrebbe sostituito con una sana e costruttiva autocritica.

Tornando all’argomento (e chiedendo venia per riflessioni a ruota libera) su questo blog si è parlato a lungo anche della mancata unione dei movimenti indipendentisti. Una frammentazione che sarebbe causa della loro debolezza indiscutibile.  Ma alla luce degli ultimi fatti, ci chiediamo: cosa c’è da unire quando trovare  un vero indipendentista tra i movimenti che si definiscono tali  è impresa ardua? Sarà per questo che ogni riunione convocata per promuovere unioni finisce in caciara? Il disordine, il disaccordo sono forse dovuti alla mancanza di un obiettivo chiaro e comune?

Forse non c’è proprio nulla da assemblare, forse ci sarebbe solo qualcosa da costruire. Dal basso. Come dice un indipendentista di TerraeLiberazione “è tra le persone comuni che va coltivato il seme dell’indipendentismo”. E’ lì che andrebbero cercate e formate le future classe dirigenti. Lontano da sigle e siglette che finora si sono divertite a ‘giocare’ con la fascinosa denominazione di “indipendentisti” danneggiando non poco la memoria dei padri dell’indipendentismo e le speranze di chi ci crede.

Al momento,  suggerisce sempre Terra e Liberazione,  può essere utile solo una grande opera di sensibilizzazione culturale, evitando pure le sceneggiate elettorali in cui l’indipendentismo viene solo strumentalizzato.  E’ sui territori che andrebbero condotte le battaglie indipendentiste, toccando con mano i problemi che la gente vive ogni giorno e dimostrando che le loro battaglie sono battaglie indipendentiste (a questo proposito non possiamo non ricordare un indipendentista appassionato e sincero come Santo Trovato il quale ci ha spiegato che la battaglia indipendentista è sempre stata una battaglia per i diritti dei più deboli).

Ma se ci si dovesse rendere conto che l’indipendentismo è solo un’ utopia, piuttosto che affidarsi all’improvvisazione, al camaleontismo, all’opportunismo, ai deliri filosovietici,  filo-americani, ai deliri di onnipotenza e alle verità assolute di super ego in cerca  d’autore (ebbene sì, c’è anche questo nel variegato mondo “indipendentista” siciliano),  finendo col ridicolizzare pagine gloriose della storia siciliana, allora forse sarebbe davvero meglio lasciare riposare in pace le anime di chi è morto per questa causa, onorarne la memoria e concentrarsi  sull’obiettivo dell’Autonomia. Sotto questo punto di vista siamo ancora fermi al dopoguerra: il lavoro dei Padri dello Statuto è ancora tutto da compiere.

NDR AGGIORNAMENTO 1

Su richiesta del MIS pubblichiamo qnuato segue: “22 settembre 2017 ! M.I.S -SEGRETERIA NAZIONALE . Elezioni regionali in Sicilia anno 2017.-COMUNICATO UFFICIALE- Considerata la grande confusione politica generale, considerata la difficile convergenza di tutto il mondo indipendentista, considerato che la maggioranza del popolo siciliano sta male, si lamenta, ma non è sensibile alle tematiche dell’autodeterminazione, il Movimento per l’Indipendenza della Sicilia non essendo interessato a inutili competizioni elettorali, continuerà a lavorare sul territorio e per la “causa”, lasciando liberi i propri iscritti e simpatizzanti di agire (elettoralisticamente parlando) secondo coscienza”.

 Eravamo a conoscenza di questo comunicato degli amici del MIS che non abbiamo riportato per due motivi: l’articolo sopra è solo una prima analisi che non si è soffermata sulle singole dichiarazioni come si farebbe in un articolo di cronaca. Il secondo motivo è che, al di là di questo comunicato, ci risulta che esponenti importanti di questo storico movimento, hanno di fatto votato per Nello Musumeci. Scelta rispettabile come tutte le altre, ma resta la contraddizione di cui abbiamo parlato. 

NDR AGGIORNAMENTO 2

Qualche lettore, probabilmente riconducibile alla categoria dei “permalosi” cui abbiamo accennato sopra, ci fa notare con una certa stizza che nell’articolo non si fa riferimento all’editore di questo blog, Franco Busalacchi che, come saprete, è rimasto tagliato fuori dalla competizione elettorale per lo stop della Corte d’Appello di Palermo alla sua lista regionale: mancavano alcuni timbri che per il Tribunale, che invece ha ammesso la lista provinciale, evidentemente non erano così decisivi. Dunque: perché non abbiamo parlato di Busalacchi in questo articolo? Per un motivo semplicissimo: perché abbiamo parlato di indipendentismo e Busalacchi non si definisce “indipendentista” ma autonomista. Vero è che nella coalizione che lo sosteneva c’era un partito (Noi Siciliani) che si definisce tale, ma il progetto politico complessivo- che includeva anche i sovranisti- non era un progetto indipendentista.

AVVISO AI NOSTRI LETTORI

Se ti è piaciuto questo articolo e ritieni il sito d'informazione InuoviVespri.it interessante, se vuoi puoi anche sostenerlo con una donazione. I InuoviVespri.it è un sito d'informazione indipendente che risponde soltato ai giornalisti che lo gestiscono. La nostra unica forza sta nei lettori che ci seguono e, possibilmente, che ci sostengono con il loro libero contributo.
-La redazione
Effettua una donazione con paypal


Commenti