Sì della commissione Esteri del Senato al CETA. Di fatto, è un sì al grano duro canadese…

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Con il favore del caldo – nella speranza che la gente non scenda in piazza – il Senato del presidente Piero Grasso si prepara ad approvare il CETA, il trattato internazionale che costringerà gli italiani a mangiare il grano duro canadese piano di glifosato e micotossine. Assestando il colpo di grazia al grano duro del Sud Italia. Siamo alla follia. Ma tant’è

Incredibile, ma vero. Nonostante le proteste di agricoltori e cittadini comuni la commissione esteri del Senato ha approvato il CETA, il contestatissimo trattato sul libero scambio tra Unione Europea e Canada. Quindici senatori hanno votato sì, se senatori hanno votato no. Nei prossimi giorni il provvedimento passerà all’aula del Senato per l’approvazione definitiva. Poi il provvedimento passerà alla Camera.

Il passaggio più delicato, per un trattato commerciale internazionale che avrà effetti devastanti per il grano duro del Mezzogiorno d’Italia (ma anche per i produttori di prosciutto crudo del Centro Nord Italia), è il Senato. E’ al Senato che la maggioranza di centrosinistra potrebbe avere problemi: ma in aiuto del Governo Gentiloni (e quindi del PD di Renzi) – lo si è visto già in commissione Esteri – è già pronta Forza Italia…

Insomma: in commissione Esteri è andato in scena un anticipo di quello che potrebbe avvenire nei prossimi giorni nell’Aula del Senato: l’accordo tra PD e Berlusconi (nella foto sopra i nomi dei senatori che hanno votato sì al CETA).

Hanno votato a favore del CETA, infatti, il PD e Forza Italia. Contrari i senatori del Movimento 5 Stelle, Sinistra Italiana, Misto e Lega.

Ambiguo il comportamento di Mdp-Articolo 1: i senatori degli scissionisti del PD non hanno partecipato al voto. Particolare che non è sfuggito ai promotori di una protesta che si è svolta in contemporanea in piazza del Pantheon.

In questo momento l’Italia è l’unico Paese dell’Unione Europea che sta accelerando sul CETA. Con molta probabilità, il Governo Gentiloni teme che i tanti soggetti che si sono già schierati contro il CETA – Coldiretti, Adusbef, Movimento Consumatori, Arci, Greenpeace, Legambiente, Slow Food, Fair Watch e Federconsumatori – decidano di scendere in piazza in modo massiccio.

Non è un caso che il Senato – che con la gestione del presidente Piero Grasso (ovviamente per la parte governativa) è diventato ‘cinghia di trasmissione’ degli interessi del Governo – abbia scelto la fine di giugno-luglio per ‘chiudere’ l’operazione CETA e assoggettare l’Italia agli interessi delle multinazionali.

Le cronache di queste ore registrano una dichiarazione del segretario nazionale della CGIL, Susanna Camusso:

“Non c’è alcuna urgenza per approvare il CETA”. Un trattato, ha aggiunto la Camusso, che “danneggerebbe fortemente la nostra economia e i nostri lavoratori. Sarebbe invece opportuno che si desse occasione ai cittadini, ai lavoratori, alla società civile e alle parti sociali di esprimere le loro opinioni e perplessità su questo trattato, che interferisce non solo sull’import e sull’export del nostro Paese, ma sulla vita e sul lavoro delle persone”.

Sul Manifesto Peppe De Cristofaro, di Sinistra Italiana, precisa:

“Il CETA riguarda formalmente solo il Canada, ma in realtà apre le porte anche alle 40 mila filiali canadesi delle aziende statunitensi e dunque a tutte le grandi multinazionali. Mette a rischio decine di migliaia di posti di lavoro, abbassa i controlli sulla qualità dei prodotti agricoli, apre la porta all’uso di elementi letali per la salute, danneggia in modo molto grave l’agricoltura italiana”.

All’attacco anche i grillini:

“Questo trattato non è altro che un Ttip mascherato, visto che le più grandi multinazionali statunitensi hanno una sede in Canada e gli Usa hanno già un accordo di libero scambio con il Canada, il Nafta. Chiediamo che il Governo del PD ci ripensi e fermi subito questo trattato, viste anche le perplessità della sua stessa maggioranza. È sufficiente che un solo Parlamento nazionale voti contro la ratifica dell’accordo per farlo decadere in tutta Europa”.

Contro il CETA anche Fratelli d’Italia e la Lega di Salvini.

“Il CETA danneggerà pesantemente il Made in Italy agroalimentare e le nostre produzioni di qualità, dice Giorgia Meloni. Uguali le critiche di Salvini.

Incredibili – non troviamo altre parole! – le dichiarazioni del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e del presidente della commissione Esteri, casini.

Per Mattarella, il CETAm è “un grande passo avanti di collaborazione concreta ed è importante per l’economia del Canada e della UE”. A suo dire la globalizzazione dei commerci veicola “pace e collaborazione politica”.

“Lega e 5 stelle stanno facendo una gigantesca campagna di disinformazione – sostiene Pierferdinando Casini, presidente della Commissione Esteri del Senato -. Rimane intatto il principio di precauzione che esiste nell’ordinamento UE e non si incide sulle restrizioni che ci sono in Europa sulla carne agli ormoni o sugli Ogm”.

E del grano duro canadese piano di glifosato e micotossine che ne facciamo?

Perché è necessario informare sul CETA. Due video illustrano i pericoli per la nostra salute

Le denunce di GranoSalus, il sistema CETA, le navi al veleno e la pasta al glifosato e alle micotossine ‘made in Italy’…

Che fare per contrastare il CETA? Intanto cominciamo a non acquistare più la pasta industriale!

CETA: PD e Forza Italia si schierano con le multinazionali contro agricoltori e piccoli produttori

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  • qualcuno era speranzoso in 1 .... NO ????? ........ ahahahahahahahahah ... siete proprio dei BONACCIONI .... ... spero di poter vedere il ROSSO FERRARI su tutto il territorio ... !!!

  • Se non ricordo male, Marco Busalacchi aveva suggerito una serie di interventi non tanto per boicottare il grano canadese quanto per inibirne l’accesso ai porti, qualora le caratteristiche sanitarie non lo consentissero. Ne più ne meno di quello che fanno i nostri amici statunitensi, canadesi, australiani, ecc. nel momento in cui legalmente non gradiscono certe interferenze esterne. Nel frattempo sarebbe bene lasciare un poco da parte quella cultura che ci ha fatto perdere un sacco di tempo, per affrontare queste piccole cose che ci creano non poche preoccupazioni che oltre ad impoverirci, farci perdere il lavoro, ci ammalano ogni giorno facendo andare fuori di testa la più parte della popolazione. Almeno così dicono gli studi epidemiologici. Il grano canadese fa schifo? Quello siciliano è il migliore? Non si può entrare in concorrenza con un produttore che fa tre raccolti all’anno in un territorio che è al secondo posto nel mondo come estensione territoriale dopo la Russia. Mangiamo grano più di quello che produciamo. Questo è un dato di fatto. Lasciate per un po’ la cultura, il mare e cose di questo genere e cominciate a pensare in termini di eccellenze. Piccolini siete e così rimarrete, ma sui mercati potreste essere unici se cominciate a ragionare in termini di Marketing che non è una promozione come tutti vi diranno e fanno, perché fa comodo viaggiare e farsi fotografare dicendo quanto si è bravi e belli per poi bruciarsi, è qualcosa di più, per farvi conquistare i mercati internazionali togliendovi dalla testa i concorrenti che non sono, ma sull’esclusività dei prodotti da collocare in quelli di nicchia. So bene che dalle vostre parti non ci sono esperti di Marketing come non ci sono in Italia, questo è il problema. Potremmo formarli li da voi e da qui dare seguito ad un progetto strategico sullo sviluppo di tutta la Sicilia. Noi siamo leader nel mondo per cui è sufficiente non perdere tempo indirizzando le vostre forze nell’uscire dalla situazione di stallo in cui vi trovate. Non ci sostituiamo a voi. Il nostro lavoro consiste nel valorizzare le vostre risorse umane e dare credibilità internazionale ai progetti che assieme potremmo realizzare con voi. Referenze? La più parte dei Paesi nel mondo che vediamo ora alla televisione, hanno avuto il nostro contributo con milioni di posti di lavoro creati. Io sono considerato come uno dei massimi esperti a livello internazionale nel turismo e nella città metropolitana. Non sono siciliano però sono single per cui non si può mai sapere.
    http://www.forumpachallenge.it/soluzioni/un-nuovo-rinascimento-italiano
    https://www.slideshare.net/MauroParilli/parilli-template-doc-premioforumpa2017-1-73627535
    https://www.slideshare.net/MauroParilli/inu-format-pannello-completo
    https://www.slideshare.net/MauroParilli/inu-format-pannello-immagini

  • Estratto da un testo adottato in tutte le Università di settore, grande successo internazionale ma nessuno in Italia lo ha mai letto, considerando come siamo finiti.
    https://www.ibs.it/introduzione-al-marketing-applicazioni-strategie-libro-mauro-parilli-anna-torraco/e/9788820499877

    Strategia di attacco ai fianchi.
    Consiste nel colpire l'avversario su un mercato dove è più debole, o i cui prodotti sono quasi inesistenti. Si può applicare nella nicchia di mercato. Questa strategia ha consentito una larga penetrazione di prodotti sul territorio americano senza grandi ostacoli, ….. Liddell Hart ha realizzato uno studio su 30 guerre nell'antica Grecia, su un totale di 280 campagne. L'analisi ha confermato che solamente in sei di esse l'attacco frontale diede esito positivo.

    Attacco frontale
    Poche aziende hanno sferrato attacchi frontali iniziali. E' invece la naturale conseguenza di un iniziale attacco ai fianchi, effettuato quando il nemico è ancora in fase di sorpresa, al quale poi si infliggerà il colpo finale. L'industria motociclistica inglese è morta con una strategia analoga.

    Strategia di accerchiamento
    Questa tattica corrisponde ai principi militari dell'offensiva. Se il nemico si prepara ad attaccare il fronte lascia di conseguenza debole la retroguardia, al contrario se attacca la retroguardia sarà il fronte ad essere debole. Così come la destra rispetto alla sinistra e viceversa. Se attaccasse su tutti i fronti si troverebbe scoperto. L'accerchiamento consiste nel lancio di un gran numero di prodotti che coprono tutti i segmenti di mercato in modo tale da sommergere quelli dei concorrenti. E' una strategia che confonde l'avversario e nel panico questi viene soppresso.

    Strategia di by-pass
    Le battaglie di cui sopra in qualche modo portano ad uno scontro diretto; quelle che prevedono il by-pass sono quelle che prevedono la strategia di attacco più indiretta. Quest'ultima si può articolare in tre fasi:
    1) Sviluppare nuovi prodotti di cui il consumatore sente l'esigenza, ma che sono disattesi dalla concorrenza: orologi digitali per esempio, quando tutti gli altri erano a movimento meccanico.
    2) Diversificare, su prodotti disomogenei fra loro. La Sony oltre alle apparecchiature elettroniche si è introdotta sul mercato con una catena di ristorazione e nel campo edilizio.
    3) Diversificare su mercati geograficamente nuovi. Affrontare il mercato dei computers in America con la IBM sarebbe stato un suicidio. Sono penetrati in Australia ed in Argentina, e ora sono presenti con i loro componenti in tutto il mondo.

    L'arte della guerra

    Lo spirito che anima i Giapponesi è comunque qualcosa di antico, insito profondamente nella loro cultura: in un testo del V secolo a. C. di Sun Tzu, "L'arte della guerra", si dice: Se non puoi vincere una battaglia, non la combattere.

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